Rete nazionale sulle emergenze non epidemiche, incontro in FNOVI

logo emervetSi è svolto ieri presso la FNOVI un incontro dal titolo “Rete nazionale sulle emergenze non epidemiche: creazione e sviluppo” organizzato dalla Federazione per promuovere una rete di colleghi impegnati nelle varie associazioni/fondazioni/società scientifiche sulle emergenze non epidemiche a supporto al Sistema complesso di Protezione civile (in attuazione articolo 1 comma 1 del codice P.C.) al quale hanno partecipato rappresentanti delle varie componenti della medicina veterinaria pubblica e privata, accademica e militare, coinvolte. Per Emervet era presente il Presidente Antonio Sorice.

Nessuna pretesa di sostituirsi ad enti o strutture esistenti, solo auspici e proposte (accolte e rafforzate dai presenti) per essere soggetto aggregante, perché Fnovi raccoglie tutti i medici veterinari che esercitano la professione

Dopo una breve presentazione del presidente Fnovi Gaetano Penocchio che ha anche letto alcuni contributi di colleghi non presenti in sala è stata data la parola ai colleghi che hanno accolto l’invito all’incontro e hanno avuto la possibilità di descrivere le attività svolte. L’incontro è stato occasione per sottolineare alcuni punti importanti: la gestione delle emergenze per essere efficace va pianificata, vanno attivate le strutture organizzative e le risorse locali. Si è convenuto sulla necessità di formazione (e sono state messe a disposizione risorse) e di aggiornamento dei medici veterinari e sulla creazione di un tavolo permanente di Fnovi che sarà luogo di consultazione, condivisione di buone pratiche ma anche veicolo di istanze” si legge nella nota della Fnovi al termine dell’incontro.




Spreco alimentare, le iniziative del ministero della salute

Spreco alimentareSecondo i dati presentati presso la FAO in occasione della Giornata 2019,  lo spreco alimentare in Italia vale lo 0,88% del Pil: la stima è di oltre 15 miliardi €, per l’esattezza 15.034.347.348 € che sono la somma dello spreco alimentare di filiera (produzione – distribuzione), complessivamente stimato in oltre 3 miliardi € (3.176.032.413 €), ovvero il 21,1%  del totale, a fronte dello spreco alimentare domestico reale, cioè quello misurato nelle case degli italiani attraverso il test dei Diari di Famiglia, che rappresenta quindi i 4/5 dello spreco complessivo di cibo in Italia e vale 11.858.314.935 €.

Nel nostro Paese la legge 19 agosto 2016 n.166, ha la finalità di ridurre gli sprechi alimentari durante tutto il ciclo del “food system”, dalla fase di produzione, a quella di trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, attraverso la realizzazione di specifici obiettivi: contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni con particolare riferimento alle giovani generazioni. Ecco alcune delle azioni intraprese dal ministero della Salute per la prevenzione degli sprechi.

Linee di indirizzo per la ristorazione

Come recentemente sottolineato dal ministro della Salute Giulia Grillo, alla presentazione del Rapporto sulla Ristorazione 2018 della Fipe, “c’è ancora molto da fare per la prevenzione degli sprechi alimentari, anche nel settore della ristorazione: sarebbe infatti auspicabile che i pubblici esercizi fossero ancora più attivi sul fronte della lotta agli sprechi alimentari in quanto, ad oggi, solo il 20% degli italiani, ad esempio, riporta a casa il cibo non consumato al ristorante, ma è anche vero che non tutti gli esercizi commerciali lo permettono, così come non sempre forniscono su richiesta le mezze porzioni”

Questo ministero ha prodotto nell’aprile 2018 le prime Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti, affrontando l’argomento con approccio globale e multistakeholder, in linea con l’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile.

Sviluppo sostenibile e salute nel Piano OPEN GOV

Il ministero della Salute, ha scelto opportunamente di svolgere un’azione di advocacy, verso il cittadino ma anche verso le altre PA, programmando una specifica azione nel prossimo Piano OPEN GOV, la costituzione di una Piattaforma Sustainability in Health: knowledge junction” all’interno dello spazio web Decade Onu per rendere possibile a tutte le amministrazioni coinvolte nella realizzazione di iniziative in ambito “sviluppo sostenibile e salute” di trasmettere, in tempo reale,  dati ed informazioni su azioni/atti di programmazione/lessons learned/tool kits/linee di indirizzo/linee guida/brochure divulgative e/o iniziative locali o nazionali che riguardino lo sviluppo sostenibile, in base a quanto previsto dall’Agenda 2030 ONU e i suoi relativi sustainable development Goals, a partire da azioni concrete volte alla prevenzione ed al contrasto degli sprechi alimentari. 

Il progetto SPAIC

L’Agenda 2030, sullo sviluppo sostenibile, ha anche guidato il Ministero della salute nella realizzazione di un importante progetto di ricerca, in partnership con INAIL – DT e MIUR, denominato SPAIC(Cause dello spreco alimentare ed interventi correttivi), che ha scelto il “consumatore” (singolo individuo o intera famiglia) come elemento focale su cui intervenire, al fine di individuare e correggere i comportamenti scorretti che causano lo spreco alimentare, attraverso la promozione di un’adeguata campagna di informazione, formazione e sensibilizzazione per stili di vita corretti. L’ambito scolastico è stata una realtà concreta dove poter attuare il Progetto: il coinvolgimento attivo degli studenti ha offerto loro l’opportunità di realizzare un’esperienza all’interno di un luogo a loro familiare e punto di riferimento connesso alle specificità del territorio da essi vissuto (metodologia del lifelong learning):

Guarda il video

Per approfondire:

Fonte: Ministero della salute




Zampa a Zampa, l’app di Regione Lombardia per combattere il randagismo e per la tutela degli animali da affezione

zampa a zampaRegione Lombardia ha lanciato da tempo l’app “Zampa a Zampa” finalizzata a combattere il randagismo e per la tutela degli animali da affezione, con la quale è possibile entrare nel mondo dell’Anagrafe degli Animali d’Affezione direttamente dal proprio dispositivo mobile.

L’app consente di cercare sul territorio lombardo i cani e i gatti adottabili gratuitamente, cercare il proprio  animale tra i cani e gatti smarriti e accalappiati, consultare l’elenco di tutte le strutture di ricovero degli animali e dei veterinari accreditati all’Anagrafe Animale d’Affezione e visualizzare la loro posizione su mappa.

Tutte le info su Zampa a Zampa




Combattere spreco e perdite alimentari per tutelare l’ambiente

Spreco alimentareIn occasione della Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, ISPRA pubblica il rapporto “Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali”.

Il Rapporto è frutto di due anni di valutazione e analisi dei più recenti dati scientifici e informazioni della letteratura internazionale, che ci indicano come nel mondo lo spreco sia in aumento.

La prevenzione e la riduzione dello spreco di alimenti sono considerate dalle Nazioni Unite e dalle altre istituzioni internazionali tra le principali strade da percorrere per la tutela dell’ambiente e il benessere sociale. Lo spreco alimentare è infatti tra le maggiori cause della crisi ecologica, per l’alterazione dei processi geologici, biologici e fisici, tra cui il ciclo del carbonio, dell’acqua, dell’azoto e del fosforo.

Il rapporto propone una definizione sistemica dello spreco alimentare fornendo dati e informazioni sulla dimensione e sugli effetti ambientali, a scala nazionale, europea e sovranazionale.

Sono indagate le cause che lo producono ed emergono differenti quantità in base alla struttura dei sistemi alimentari. Oltre alle azioni di recupero e riciclo delle eccedenze, lo studio evidenzia la necessità di dedicare maggiore attenzione alla prevenzione strutturale per ridurre a monte la formazione delle eccedenze e i conseguenti sprechi.

Molte proposte sono estesamente trattate e finalizzate a una strategia complessa di trasformazione dei sistemi alimentari per favorire la resilienza ecologica.

Questo l’indice del volume:

PREFAZIONE
PREMESSA
PRESENTAZIONE
RISULTATI E MESSAGGI CHIAVE
KEY MESSAGES AND OUTCOMES
RIASSUNTO
SYNTHESIS REPORT
INTRODUZIONE

I PARTE: INQUADRAMENTO
1. DEFINIZIONI DELLO SPRECO ALIMENTARE
2. ORIGINI E CAUSE
3. DIMENSIONI DELLO SPRECO
3.1. Dimensioni dello spreco nel mondo
3.1.1. Dati relativi al 2007
3.1.2. Dati relativi al 2011
3.1.3. Aumenti degli sprechi sistemici tra il 2007 e il 2015
3.1.4. Ulteriori aspetti
3.2. Dimensioni dello spreco in Europa
3.3. Dimensioni dello spreco in Italia

II PARTE : CONNESSIONI SISTEMICHE
4. CONNESSIONI AMBIENTALI ED ECOLOGICHE
4.1. Consumi energetici
4.2. Emissioni di gas serra e cambiamenti climatici
4.3. Uso agricolo del suolo e biodiversità
4.4. Uso di acqua
4.5. Ciclo dell’azoto
4.6. Estrazione e immissione di fosforo
5. EFFETTI AMBIENTALI NEL MONDO
5.1. Impronta di carbonio
5.2. Impronta idrica
5.3. Occupazione di suolo
5.4. Effetti sulla biodiversità
6. EFFETTI AMBIENTALI IN EUROPA
7. EFFETTI AMBIENTALI IN ITALIA
7.1. Consumi energetici
7.2. Impronta di carbonio
7.3. Impronta idrica
7.4. Impronta di azoto reattivo
8. TEMATICHE CONNESSE
8.1. Sicurezza e sovranità alimentare
8.2. Consumo di suolo agricolo
8.3. Bioeconomia ed economia circolare

III PARTE : RISPOSTE E PROPOSTE
9. QUADRO DI RIFERIMENTO ISTITUZIONALE
9.1. Livello globale
9.2. Europa
9.3. Italia
9.4. Livello regionale e locale
10. BUONE PRATICHE FINORA IDENTIFICATE
10.1. Prevenzione strutturale di eccedenze e sprechi alimentari
10.1.1. Filiere alimentari corte
10.1.2. Acquisti pubblici verdi (GPP)
10.1.3. Il tema dello spreco nelle attuali politiche alimentari locali
10.1.4. Sensibilizzazione alimentare
10.2. Prevenzione non strutturale dei rifiuti alimentari
10.3. Riduzione dei rifiuti alimentari mediante recupero alimentare
10.3.1. Recupero alimentare per scambio tra cittadini
10.3.2. Recupero alimentare per attività di beneficienza
10.3.3. Recupero alimentare nella ristorazione collettiva
10.3.4. Recupero alimentare per la vendita
10.4. Riduzione dei rifiuti mediante riciclo di alimenti non più edibili
10.4.1. Riciclo per l’alimentazione animale
10.4.2. Riciclo come compost
10.4.3. Riciclo di componenti e di sostanze
11. PROPOSTE PER LA PREVENZIONE STRUTTURALE
11.1. Definizioni e quantificazione
11.2.Iniziative istituzionali
11.3. Pianificazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo
11.4. Sviluppo di politiche alimentari locali sistemiche e partecipate
11.5. Educazione alimentare e nutrizionale
11.6. Sviluppo di reti alimentari locali, di piccola scala, ecologiche, solidali
11.7. Agricoltura contadina e accesso alla terra
11.8. Agricoltura biologica, agroecologia, tutela dell’agrobiodiversità, agricoltura sociale
11.8.1. Agricoltura biologica e agroecologia
11.8.2. Tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità
11.8.3. Agricoltura sociale
11.9.Riterritorializzazione agroalimentare
11.9.1. Agricoltura urbana e periurbana
11.9.2. Sviluppo agroalimentare delle aree interne
11.10. Contrasto agli illeciti nell’agroalimentare
11.11. Interventi sulle filiere alimentari industriali
11.12. Ruolo attivo dei cittadini e dei consumatori
12. CONCLUSIONI
13. BIBLIOGRAFIA
14. SITI INTERNET

A cura della segreteria SIMeVeP




ECM. Grillo: superare l’attuale sistema esclusivamente sanzionatorio e punitivo

EcmIeri si è insediata la nuova Commissione nazionale per la formazione, ricostituita con il D.M. 17 aprile 2019  presso l’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) per il triennio 2019-2021.

Il Ministro della salute, Giulia Grillo ha presieduto la prima riunione. “Immagino un sistema per l’aggiornamento professionale caratterizzato da incentivi e premialità per le aziende sanitarie. Dobbiamo superare l’attuale sistema esclusivamente sanzionatorio e punitivo, che non invoglia una categoria professionale già sottoposta a gravosi impegni di lavoro. Da oggi cambino rotta per il bene del nostro SSN” ha detto alla  Commissione.

La Commissione dura in carica 3 anni a partire dalla data di insediamento e ha il compito, ai sensi dell’art. 16-ter, comma 2, Dlgs 502/1992 e s.m. e sentita la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano nonche’ gli Ordini ed i Collegi professionali interessati, di definire:

  • gli obiettivi formativi di interesse nazionale, con particolare riferimento alla elaborazione, diffusione e adozione delle linee guida e dei relativi percorsi diagnostico-terapeutici.
  • i crediti formativi che devono essere complessivamente maturati dagli operatori in un determinato arco di tempo
  • gli indirizzi per la organizzazione dei programmi di formazione predisposti a livello regionale nonche’ i criteri e gli strumenti per il riconoscimento e la valutazione delle
    esperienze formative.
  • i requisiti per l’accreditamento delle societa’ scientifiche, nonche’ dei soggetti pubblici e privati che svolgono attivita’ formative e procede alla verifica della sussistenza dei requisiti stessi.

La SIMeVeP, accreditata dal Ministero della salute nel sistema sperimentale dal 2001 e riconosciuta dal 2011 nel sistema di accreditamento provvisorio, è accreditata come “provider nazionale standard” dal 4 marzo 2015.

A cura della segreteria SIMeVeP




VI giornata nazionale della prevenzione dello spreco alimentare

Spreco alimentareSi celebra oggi, 5 febbraio, la VI Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, ideata ed istituita dal Ministero dell’ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna – Distal, dal progetto 60 Sei ZERO.

Quando il cibo viene perso o sprecato, vengono sprecate anche le risorse naturali utilizzate per la catena di approvvigionamento: terreni, nutrienti, fertilizzanti, energia e acqua. Ogni successivo passaggio della catena aggiunge risorse ed emissioni, per cui il cibo sprecato a livello di somministrazione e consumo produce il più elevato impatto ambientale. Lo spreco alimentare grava, inoltre, sul clima a causa dell’emissione di anidride carbonica (se è vero che per produrre 1 kg di cibo se ne immettono nell’atmosfera 4,5 kg), ma anche per la decomposizione dei rifiuti alimentari e la produzione di metano, gas ad effetto serra (responsabile del riscaldamento globale), 21 volte più potente dell’anidride carbonica. Sono ormai tutti concordi sul fatto che non si può utilizzare una sola leva per aggredire il nodo degli sprechi alimentari, piuttosto c’è bisogno di un lavoro di filiera, che interseca il ruolo delle aziende e delle istituzioni e i comportamenti dei consumatori.

Lanciato nel corso del convegno Nazionale del 28 ottobre 2016 a Bergamo “Il cibo che non nutre nessuno. Le tante facce dello Spreco Alimentare tra Etica, Salute, Economia ed Ambiente”, il progetto SIMeVeP “Spreco alimentare”, attraverso eventi formativi e collaborazioni con tutti gli attori della catena alimentare (fra cui si ricorda in particolare il protocollo d’intesa con Banco Alimentare), – mira a superare il concetto di “spreco”  sostituendolo con quello di “eccedenze”, ricco di possibilità e potenzialità, puntando sempre alla sinergia con i diversi soggetti istituzionali e privati coinvolti.

Per raggiungere l’obiettivo la SIMeVeP:

  • intende promuovere un ruolo attivo dei Veterinari dei Servizi Veterinari delle ASL come facilitatori e garanti a livello locale nel sostenere e favorire la donazione degli alimenti invenduti attraverso la formazione e sensibilizzazione in tema di sicurezza igienico-sanitaria degli operatori delle associazioni beneficiarie che li acquisiscono e li ridistribuiscono.
  • intende fornire e garantire il supporto informativo e tecnico ai fini dell’interpretazione delle norme in materia di sicurezza alimentare, e la loro acquisizione e ridistribuzione gratuita dai soggetti beneficiari, equiparati all’ambito domestico dalla Legge del Buon Samaritano (Legge 155/2003) ed essere partecipe nella diffusione/condivisione di buone pratiche di gestione degli alimenti.
  •  si rende parte attiva, anche attraverso i Medici Veterinari delle ASL, a intraprendere campagne di comunicazione locali volte alla riduzione dello spreco alimentare lungo tutta la filiera agroalimentare.
  • promuove e sostiene programmi e corsi di educazione alimentare, di economia ed ecologia domestica per rendere i soggetti della filiera agroalimentare e i consumatori consapevoli degli sprechi alimentari e dei conseguenti impatti ambientali, economici e sociali, nonché per fornire indicazioni per un acquisto consapevole, per la conservazione, la preparazione e per uno smaltimento corretto degli alimenti.
  • intende promuovere un progetto di educazione alimentare nelle scuole e una capillare campagna di sensibilizzazione ai cittadini.

Sin dall’approvazione della Legge 166/2016 “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi” (cd Legge Gadda), la SIMeVeP è fortemente impegnata nell’applicazione della norma e nella collaborazione e sinergia con tutti gli attori coinvolti, anche attraverso una serie di eventi formativi che hanno toccato varie città, da Milano a Salerno, da Brescia a Oristano, da Palermo a Trento, coinvolgendo complessivamente circa 400 Veterinari di tutta Italia.

In particolare si ricordano i “corsi per formatori”, organizzati congiuntamente con il Ministero della salute e Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, che hanno permesso di formare più di 100 fra veterinari e medici del Servizio Sanitario Nazionale, che ora possono preparare a loro volta gli operatori alimentari degli enti caritatevoli o altre associazioni affini che, secondo la Legge Gadda, devono essere adeguatamente formati per la corretta manipolazione e utilizzo degli alimenti da acquisire e ridistribuire.

Il ruolo dei veterinari nel campo del contrasto allo spreco alimentare è dunque quello di favorire l’incontro fra domanda e offerta di alimenti in eccedenza, assicurando la salubrità degli alimenti recuperati e donati. I Veterinari di Sanità Pubblica sono quindi dei facilitatori che in questa veste contribuiscono a trasformare gli sprechi in risorse, grazie al paradosso illuminato dell’economia circolare, che rappresenta l’unica strada sostenibile dal punto di vista etico, ambientale, economico e sociale per affrontare il tema della disponibilità alimentare.

A cura della segreteria SIMeVeP




Il sequenziamento dell’intero genoma promettente nella lotta contro l’antibiotico resistenza

dnaL’uso della tecnica del sequenziamento dell’intero genoma può migliorare il modo in cui si controlla l’antibiotico-resistenza (AMR in breve) in cibi e animali, annuncia l’EFSA in un nuovo rapporto pubblicato quest’oggi. In attesa della revisione della legislazione sul monitoraggio dell’AMR, che entrerà in vigore nel 2021, l’EFSA suggerisce che tale metodica potrebbe essere introdotta progressivamente nelle attività di monitoraggio degli Stati membri.

Utilizzando il sequenziamento dell’intero genoma gli esperti sono in grado di individuare i geni resistenti nei batteri, diversamente da quanto accade con gli attuali metodi fenotipici, che testano la resistenza dei batteri ad antibiotici specifici. Tale approccio non solo ha il potenziale di prevedere l’AMR in modo più efficace, ma permette anche di generare una grande quantità di dati che possono essere usati per altri studi o analisi di tipo epidemiologico.

Il rapporto dell’EFSA sottolinea poi la necessità di monit

L’uso della tecnica del sequenziamento dell’intero genoma può migliorare il modo in cui si controlla l’antibiotico-resistenza (AMR in breve) in cibi e animali, annuncia l’EFSA in un nuovo rapporto pubblicato quest’oggi. In attesa della revisione della legislazione sul monitoraggio dell’AMR, che entrerà in vigore nel 2021, l’EFSA suggerisce che tale metodica potrebbe essere introdotta progressivamente nelle attività di monitoraggio degli Stati membri.

Utilizzando il sequenziamento dell’intero genoma gli esperti sono in grado di individuare i geni resistenti nei batteri, diversamente da quanto accade con gli attuali metodi fenotipici, che testano la resistenza dei batteri ad antibiotici specifici. Tale approccio non solo ha il potenziale di prevedere l’AMR in modo più efficace, ma permette anche di generare una grande quantità di dati che possono essere usati per altri studi o analisi di tipo epidemiologico.

Il rapporto dell’EFSA sottolinea poi la necessità di monitorare l’antibiotico-resistenza nei frutti di mare, fenomeno su cui si sa poco, vista la recente espansione della produzione in acquacoltura e l’incremento dell’importazione di tali prodotti nell’UE.

Gli esperti sottolineano poi quanto sia importante comprendere come l’AMR insorga e si diffonda nell’ambiente in cui gli alimenti vengono prodotti o trasformati, un aspetto che richiede maggiori studi e su cui l’EFSA inizierà presto a lavorare.

Infine il rapporto fornisce raccomandazioni sulle dimensioni dei campioni e suggerisce il monitoraggio della resistenza a quegli antibiotici diventati importanti per la salute pubblica ma che non sono ancora sottoposti a monitoraggio. Ciò consentirà di individuare meglio eventuali nuovi meccanismi di resistenza. Il monitoraggio è una componente essenziale della lotta all’AMR e una delle priorità del piano d’azione dell’UE per contrastare l’antibiotico-resistenza.

L’EFSA ha analizzato il modo in cui il monitoraggio dell’antibiotico-resistenza è attualmente condotto nell’UE tenendo conto degli ultimi sviluppi scientifici e tecnologici.

Note informative

Nel 2017 la Commissione ha adottato un nuovo piano d’azione europeo contro l’AMR nel quadro dell’approccio “per un’unica salute”. Il piano si prefigge di ridurre l’insorgenza e la diffusione dell’AMR e rendere disponibili antimicrobici nuovi ed efficaci dentro e fuori l’UE. Nell’ambito di tale piano la Commissione si è impegnata a rivedere entro il 2021 la decisione di attuazione 2013/652/ UE relativa al monitoraggio e alla notifica di antibiotico-resistenza in alimenti e animali.

Fonte: EFSA




Giulia Grillo: “l’Italia vanta un eccellente sistema dei Controlli ufficiali”

“L’Italia vanta un eccellente sistema dei Controlli ufficiali”, ha detto il Ministro della Salute Giulia Grillo in occasione della I Giornata Mondiale della sicurezza degli alimenti celebrata il 7 giugno 2019.

L’Italia è all’avanguardia nel mondo nella sicurezza alimentare. Il nostro sistema di controlli dispone di eccellenti professionalità e delle regole più avanzate“, ha dichiarato sul sito istituzionale. “Siamo un punto di riferimento internazionale e se i nostri prodotti sono i migliori al mondo è anche grazie al contributo di qualità del sistema salute, che si avvale del preziosissimo supporto dei Carabinieri del Nas che ringrazio perché assicurano controlli costanti e una vigilanza attiva. Il ministero della Salute e i Nas sono ogni giorno dalla parte dei cittadini perché la filiera del cibo sia sempre sicura dalla produzione a quando arriva nelle nostre case, ma anche nei ristoranti, nelle mense e in tutte le esportazioni”.

Il ministro ha ricordato le diverse articolazioni che nel nostro paese costituiscono l’organizzazione a garanzia della sicurezza degli alimenti lungo tutta la filiera, dai campi alla tavola e della salute dei cittadini italiani, europei e dei Paesi destinatari delle numerose esportazioni nel settore agro-alimentare:  ministero della Salute, Regioni, Aziende sanitarie locali, con i servizi veterinari e di igiene degli alimenti. Attività potenziata dall’attività dei Carabinieri per la tutela della salute (NAS) che contrastano e reprimono i reati contro la salute pubblica, tra cui anche quelli alimentari.

Le attività del Servizio Sanitario Nazionale

Nel 2017:
circa 849mila ispezioni effettuate presso gli stabilimenti di produzione, trasformazione, deposito, trasporto, vendita al consumatore finale e somministrazione
oltre 100mila campioni di alimenti, bevande e materiali a contatto con alimenti prelevati e analizzati
oltre 400mila analisi effettuate (compresa la ricerca dei residui di prodotti fitosanitari, come ad esempio pesticidi e antiparassitari)
circa 195mila partite di alimenti di origine animale e vegetale controllate all’importazione in Italia.

Nel 2018:
l’Italia ha trasmesso, attraverso il sistema di allerta rapido europeo (RASFF), 398 notifiche di rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi ad alimenti e mangimi.

Le attività dei Carabinieri NAS

La lotta alle frodi, sofisticazioni e contraffazioni nel settore dell’alimentazione è una delle attività di controllo e contrasto di fenomeni illeciti che possono ledere la salute dei cittadini eseguite dal Comando per la Tutela della Salute (NAS), d’intesa con il ministero della Salute e con il supporto specialistico degli organi dipendenti dal Dicastero (Istituto Superiore di Sanità, Uffici periferici e doganali, Istituti Zooprofilattici Sperimentali).

In particolare, in tema di sicurezza alimentare, ecco i principali risultati delle attività dei Carabinieri NAS nel 2018:
31.479 controlli (nel 34% dei casi è stato registrato un esito non conforme)
18.529 illeciti amministrativi e 2.137 illeciti penali
13 persone arrestate, 1.605 denunciate all’Autorità giudiziaria e 10.006 segnalate all’Autorità amministrativa
1.652 strutture sequestrate e 24mila tonnellate di alimenti
elevate sanzioni per un totale di 16 milioni di euro.

 

A cura della segreteria SIMeVeP




Ristorazione, il rapporto 2018

E’ stato presentato ieri dalla FIPE  – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, il Rapporto Ristorazione 2018 con i dati strutturali del settore e con un approfondito focus sul cambiamento degli stili alimentari degli italiani, compreso il ruolo del food delivery.

All’evento di presentazione ha partecipato il Ministro della Salute Giulia Grillo che ha fatto il punto sul valore del cibo come fonte di benessere e salute.

E’ importante mangiare bene e nutrirsi bene. Se c’e’ una cosa sulla quale non si deve risparmiare assolutamente e’ il cibo. Naturalmente il costo alto non e’ sempre sinonimo di alta qualita’. Noi insistiamo molto sull’etichettatura, sulla filiera, sulla provenienza dei cibi. Bisogna avere conoscenza e consapevolezza e in questo senso l’informazione conta moltissimo” ha detto Grillo che ha aggiunto “Abbiamo anche firmato un’intesa con il Miur per diffondere informazioni relative alla salute nelle scuole. L’equilibrio e’ fondamentale: non essere ‘esaltati’ sulla salubrita’ dei cibi, ma essere moderati nel consumo di alimenti potenzialmente nocivi“.

L’edizione di quest’anno fa il punto anche sulla lotta allo spreco alimentare nella ristorazione collettiva.

Sintesi del rapporto

Il rapporto integrale

A cura della segreteria SIMeVeP




Gli europei si pronunciano sulle questioni alimentari: indagine in occasione della prima Giornata mondiale della sicurezza alimentare

Due europei su cinque s’interessano attivamente alla sicurezza degli alimenti e solo uno su cinque afferma di ritenerla la preoccupazione principale nello scegliere il cibo. Per la maggior parte degli europei è solo uno dei tanti fattori che, insieme al prezzo, al gusto, alla componente nutrizionale e all’origine dell’alimento, influenzano le abitudini e scelte alimentari.

Sono queste alcune delle tante informazioni emerse da un nuovo sondaggio Eurobarometro curato dall’EFSA, i cui risultati vengono pubblicati in occasione della prima Giornata mondiale della sicurezza alimentare.

Secondo le Nazioni Unite, la Giornata mondiale della sicurezza alimentare offre “ai consumatori, produttori e governi la possibilità di riflettere su un aspetto dato spesso per scontato”. I risultati della nostra indagine indicano che la maggior parte degli europei (il 55%) ha un alto livello di conoscenza dei temi che riguardano la sicurezza alimentare e due terzi ha cambiato il proprio comportamento dopo aver ricevuto informazioni su argomenti di sicurezza alimentare.

La prima indagine UE sulla sicurezza alimentare dal 2010

Sono lieto che ci sia finalmente una giornata in cui si celebra l’importanza della sicurezza alimentare e si riconosce il lavoro prezioso di donne e uomini, agricoltori, veterinari, agronomi, cuochi e molti altri, che ogni giorno lavorano sodo per garantire che il cibo che finisce nei nostri piatti sia sicuro“, ha dichiarato Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare. “I risultati di questo studio dimostrano che gli europei hanno un alto livello di conoscenze sui temi di sicurezza alimentare e ci tengono a ciò che mangiano. Ciò ci motiva ancora di più a proseguire nella nostra opera di garantire che i nostri elevati standard siano mantenuti e cercare di raggiungere modelli produttivi e di consumo più sostenibili“.

Ha dichiarato al proposito Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA: “Sono passati quasi 10 anni dall’ultimo sondaggio a dimensione europea condotto su questo tema. In questo lasso di tempo la società è molto cambiata e si è evoluto anche il modo in cui produciamo e consumiamo cibo“.

Il sondaggio del 2019 è stato sviluppato in collaborazione con gli Stati membri dell’UE per recepire nuovi punti di vista e garantire un contatto più ravvicinato con i cittadini. Permette tuttora alcuni utili raffronti con i sondaggi precedenti.

È rassicurante vedere che gli europei non si preoccupano troppo dei cibi nel loro piatto. Credo che ciò non sia un caso, ma avvenga piuttosto grazie ai progressi della scienza e della tecnologia, che hanno contribuito a migliorare gli standard alimentari e le pratiche igieniche“, ha aggiunto il dottor Url.

In termini di salubrità nessuna preoccupazione prevalente

Quando la sicurezza alimentare è un dato di fatto, non vi è una singola preoccupazione che predomina in tutti i Paesi dell’UE. Tuttavia vi sono tre questioni che emergono con maggiore frequenza in 20 o più Stati membri dell’UE: l’uso improprio degli antibiotici, ormoni e steroidi negli animali da allevamento (44%), residui di pesticidi negli alimenti (39%) e additivi alimentari (36%).

Queste erano anche tra le principali preoccupazioni segnalate dall’Eurobarometro del 2010 sulla sicurezza alimentare. Tuttavia gli europei sembrano meno preoccupati di prima su questioni come gli OGM mentre questioni nuove come le microplastiche appaiono per la prima volta sul radar della sicurezza alimentare.

Informazione e credibilità

In occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare, le agenzie delle Nazioni Unite hanno sottolineato la fiducia che i cittadini ripongono in governi e produttori nel garantire la sicurezza degli alimenti.

In Europa, gli scienziati (l’82%, con un aumento rispetto al 73% del 2010), le organizzazioni dei consumatori (il 79%) e gli agricoltori (il 69%) godono tra gli europei dei più alti livelli di credito per quanto riguarda l’informazione sui rischi da alimenti.

La fiducia nelle autorità nazionali (60%) e nelle istituzioni dell’Unione europea (58%) è piuttosto elevata e in linea con i risultati del 2010. Il rapporto evidenzia però che gli europei hanno una comprensione piuttosto limitata del funzionamento del sistema di sicurezza alimentare dell’UE.

Come nel 2010 è la televisione la principale fonte di informazioni sui rischi da alimenti per sette su dieci europei. Tuttavia, mentre un maggior numero di giovani si rivolge ai social media dopo la televisione (45% di quelli tra i 15 e i 24 anni), gli anziani scelgono fonti tradizionali come i giornali (46%) e la radio (30%).

C’è ancora lavoro da fare

Il dr Url ha poi aggiunto: “I risultati positivi ci sono, ma non dobbiamo riposare sugli allori. Dobbiamo tenere il passo con le preoccupazioni e i comportamenti degli europei, come previsto dalla recente riforma della legislazione alimentare generale. Non dobbiamo dare per scontata la loro fiducia.

“Il fatto che ci sia un’elevata fiducia negli scienziati è incoraggiante. Potremo aumentare ulteriormente la fiducia degli europei nei prodotti alimentari se ascoltiamo meglio le loro preoccupazioni e incrementiamo le opportunità di dialogo, in modo che essi possano comprendere meglio il contributo che la scienza apporta al sistema UE“.

N.B. Lo studio ha rivelato notevoli differenze tra i Paesi dell’UE, catturate in dettaglio nel rapporto e riassunte per tutti i 28 Stati membri dell’UE in apposite schede informative (disponibili in inglese e nelle lingue locali).

Eurobarometro 91.3: Rapporto sulla sicurezza alimentare nell’UE
Schede informativa per Paese
Mappe delle preoccupazioni in tema di sicurezza alimentare nei Paesi dell’UE
WFSD 2019: “La sicurezza degli alimenti riguarda tutti”

Risultati scelti dal sondaggio Eurobarometro (per la media dell’UE):

    • I fattori più importanti per gli europei nell’acquisto degli alimenti sono la provenienza (53%), il costo (51%), la sicurezza alimentare (50%) e il gusto (49%). Il contenuto nutrizionale è leggermente meno importante (44%), mentre etica e convinzioni personali sono al posto più basso (19%). Nel complesso il 41% degli intervistati dichiara di essere “interessato in prima persona al tema della sicurezza alimentare”. Solo appena più di un quinto degli europei (il 22%) afferma che la sicurezza è la sua principale preoccupazione nella scelta degli alimenti.
    • Due terzi degli europei (il 66%) ha cambiato le proprie abitudini di consumo dopo aver ricevuto informazioni su un rischio alimentare. Per il 33% la variazione è stata permanente; per il restante 33% solo per un po’ di tempo.
    • I cambiamenti nelle abitudini di consumo sono più comuni tra le donne, nelle fasce di mezza età e nei soggetti con livelli di istruzione più elevati.
    • e preoccupazioni più frequentemente citate sono “residui di antibiotici, ormoni o steroidi nelle carni” (44%), “residui di pesticidi negli alimenti” (39%), “inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei latticini” (37%) e “additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande” (36%).
    • a fiducia è risposta in massimo grado negli scienziati (82%) e nelle organizzazioni dei consumatori (79%) per le informazioni sui rischi legati agli alimenti, seguiti dagli agricoltori (69%), dalle autorità nazionali (60%), dalle istituzioni dell’UE (58%), dalle ONG (56%) e dai giornalisti (50%). Meno persone hanno fiducia in supermercati e ristoranti (43%), industrie alimentari (36%) e celebrità, blogger e influencer (19%).
    • Poco più di 2 intervistati su 5 (il 43%) affermano che “ci sono regolamenti in vigore per garantire che il cibo che mangiamo sia sicuro”. Tre persone su dieci (il 28%) sanno che “per decidere quanto possa essere rischioso mangiare un determinato alimento, l’UE si affida alla consulenza di esperti scientifici”.

Fonte: EFSA