Linee guida nazionali per le autopsie a scopo forense in medicina veterinaria

medicina veterinaria forenseSono disponibili le le “Linee guida nazionali per le autopsie a scopo forense in medicina veterinarie” promosse dal Ministero della Salute e sviluppate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria, l’Associazione Italiana di Patologia Veterinaria e il Gruppo Italiano di Patologia Forense Veterinaria.

Si tratta di un documento esaustivo sia come guida operativa  per le autopsie a scopo forense, sia per molti altri aspetti della medicina forense veterinaria, come la normativa, la  gestione dei reperti e della documentazione, la modulistica,  il protocollo nazionale per il prelievo dei campioni entomologici a fini forensi.

Le linee guida rappresentano un valido strumento per l’esperto veterinario chiamato a vario titolo (ausiliario, consulente, perito) a rendere il proprio contributo nell’ambito del procedimento giudiziario, contributo destinato ad arricchire il patrimonio conoscitivo del giudicante e, dunque, il complesso degli elementi su cui quest’ultimo fonderà la propria decisione.

In tale ottica, appare quanto mai opportuna la definizione e l’utilizzo di procedure condivise, anche al fine di assicurare la corretta formazione della prova e dunque l’utilità della stessa

Consulta le linee guida




Al Ministero dell’Ambiente nasce la Direzione Generale per l’economia circolare

economia circolareNell’ambito del riordino delle attribuzioni di alcuni ministeri, al ministero dell’Ambiente è stata istituita la “Direzione generale per l’economia circolare” (ECI) che si occuperà della promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare, della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, dei programmi plastic free e rifiuti zero, dell’implementazione dei criteri ambientali minimi (Cam), di rifiuti radioattivi e Ogm.

Lo stabilisce il “Regolamento di organizzazione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell’Organismo indipendente di valutazione della performance e degli Uffici di diretta collaborazione”, approvato dal Consiglio dei Ministri del 19 giugno

Parallelamente è stata istituita anche la Direzione generale per il risanamento ambientale, che si occuperà della bonifica dei siti inquinati d’interesse nazionale (Sin) e del danno ambientale, mentre la presistente Direzione clima ed energia assume pure le competenze sull’aria, la Direzione per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo le competenze sulle valutazioni d’impatto ambientale e autorizzazioni integrate ambientali (Via, Vas, Aia).

Il  nuovo regolamento deve ora essere approvato con decreto del Presidente del CdM.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Il cinese Qu Dongyuè il nuovo Direttore Generale della FAO

Il cinese Qu Dongyu è stato eletto oggi Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).

Qu Dongyu ha ottenuto 108 voti sui 191 espressi, il che ha costituito la maggioranza al primo turno. L’elezione si è svolta nel corso della 41ma sessione della Conferenza della FAO (22-29 giugno 2019), il massimo organo di governo dell’Organizzazione.

Qu Dong Yu, nato nel 1963, è attualmente Viceministro dell’Agricoltura e degli affari rurali in Cina.

Qu Dongyu sarà il nono Direttore Generale della FAO dalla fondazione dell’Organizzazione, il 16 ottobre 1945.

Il mandato del nuovo Direttore Generale, che subentra al brasiliano José Graziano da Silva, inizierà il 1° agosto 2019 e terminerà il 31 luglio 2023.

Direttori Generali della FAO

Dall’istituzione della FAO nel 1945 si sono succeduti otto Direttori Generali:

• Sir John Boyd Orr, Regno Unito, 1945-1948
• Norris E. Dodd, Stati Uniti, 1948-1954
• Philip Vincent Cardon, Stati Uniti, 1954-1956
• Binay Ranjan Sen, India, 1956-1967
• Addeke Hendrik Boerma, Olanda, 1968-1975
• Edouard Saouma, Libano, 1976-1993
• Jacques Diouf, Senegal, 1994-2011
•José Graziano da Silva, Brasile, 2011-2019

Curriculum di Qu Dongyu (pag. 15)

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Fonte: FAO




Fondo Fiduciario Multi-Partner per combattere la resistenza agli antimicrobici a livello globale

OIE OMS FAOPer dare un forte impulso alla lotta a uno dei più gravi rischi per la salute globale, nel corso di una conferenza ministeriale, oggi è stato presentato un metodo di finanziamento che consente ai partner di destinare risorse volte ad accelerare l’azione globale di contrasto alla resistenza agli antimicrobici (AMR).

Il tripartito – l’azione congiunta dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità animale (OIE) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – ha lanciato il Fondo Fiduciario multi-partner per l’AMR (AMR Multi-Partner Trust Fund), supportato dal contributo iniziale del governo olandese di 5 milioni di dollari.

Il fondo fiduciario per l’AMR* ha una durata quinquennale, fino al 2024, e mira a incrementare gli sforzi per sostenere i Paesi nel contrastare la minaccia immediata dell’AMR, senza dubbio la più complessa per la salute globale.

Per resistenza agli antimicrobici si intende la capacità naturale di batteri e altri microbi di sviluppare resistenza ai farmaci utilizzati per curarli: il processo è accelerato dall’uso improprio o eccessivo di prodotti farmaceutici che dovrebbero eliminare agenti patogeni indesiderati negli esseri umani, negli animali e nelle coltivazioni. In particolare, tale resistenza è alimentata dall’abuso e dall’uso improprio degli antibiotici nella salute umana e animale.

L’aumento dell’AMR rappresenta una minaccia definita “tsunami silenzioso”. I microrganismi farmacoresistenti sono responsabili di circa 700.000 morti all’anno, una cifra che potrebbe aumentare fino a 10 milioni ogni anno se non viene intrapresa alcuna azione.

La lotta all’antibiotico-resistenza è sostanzialmente un problema di cambiamento comportamentale. Non sto parlando di lavarsi le mani più spesso, ma di garantire che gli antibiotici vengano prescritti meno facilmente e che i metodi di lavoro vengano modificati per ridurre le possibilità di diffusione di batteri resistenti “, ha dichiarato il ministro olandese della salute e dello sport, Bruno Bruins. “Questo argomento è della massima importanza e deve rimanere tra le priorità dell’agenda politica internazionale. I Paesi hanno realizzato programmi eccezionali ed è giunto il momento di attuarli. Il Multi-Partner Trust Fund che lanciamo oggi ci aiuterà a farlo, perché il problema è troppo grande e i Paesi non possono affrontarlo da soli“, ha aggiunto.

Purtroppo i confini non bloccano i batteri. Unendo però i nostri sforzi e le nostre conoscenze, possiamo aiutarci a vicenda nella lotta all’AMR”, ha dichiarato Carola Schouten, ministro olandese dell’agricoltura, della natura e della qualità degli alimenti. “C’è ancora molto da migliorare, anche nell’uso degli antibiotici in zootecnia. Questa conferenza è un’ottima opportunità per dialogare e imparare gli uni dagli altri“, ha aggiunto.

Abbiamo tutti un ruolo da svolgere per tutelare l’efficacia degli agenti antimicrobici e il fondo fiduciario per l’AMR ci offre l’opportunità per sostenere gli sforzi dei diversi settori a livello nazionale, regionale e globale”, ha dichiarato la dott.ssa Monique Eloit, Direttore Generale dell’OIE. “L’AMR deve essere gestito con l’approccio “One Health” e supportato da impegni a lungo termine da parte di tutte le parti interessate. L’OIE è impegnata a sostenere il settore della salute degli animali nell’adempiere ai propri impegni per garantire che sia gli animali che gli esseri umani possano continuare a beneficiare degli antimicrobici disponibili ed efficaci per il trattamento delle malattie in futuro.

“La FAO lavora incessantemente per eliminare la fame, l’insicurezza alimentare e la malnutrizione e si impegna a produrre in modo sostenibile cibo salubre per la crescente popolazione mondiale, ha detto Maria Helena Semedo, Vicedirettore Generale della FAO per il clima e le risorse naturali. “Gli antimicrobici sono strumenti necessari per garantire la sicurezza alimentare, ma devono essere utilizzati in modo responsabile. La FAO considera il Multi Partner Trust Fund una pietra miliare negli sforzi del tripartito per ridurre l’AMR“, ha aggiunto.

Il nuovo fondo fiduciario segna un nuovo e importante impegno per combattere la resistenza antimicrobica. L’AMR rappresenta una notevole sfida per raggiungere la copertura sanitaria universale e una minaccia ai fini degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile“, ha affermato la Dott.ssa Zsuzsanna Jakab, Vicedirettrice Generale dell’OMS.

Appello per il finanziamento

L’appello per l’immediato finanziamento è di 70 milioni di dollari da destinare ai Paesi e all’attuazione del programma di lavoro sull’AMR del tripartito per il 2019-2020, in particolare fornendo supporto tecnico ai Paesi che realizzano piani d’azione nazionali per l’AMR e incrementano l’azione locale.

Tra i principali risultati auspicati dal fondo fiduciario per l’AMR c’è un mondo in cui le malattie infettive possano continuare ad essere trattate con antimicrobici efficaci e sicuri, e in cui la resistenza venga monitorata e controllata a un ritmo più lento. Il percorso verso questo tipo di successo comporta attività che vanno dalla sensibilizzazione alla stesura di piani d’azione nazionali per la vigilanza dei trend dell’AMR e migliori garanzie sulle vendite e sui modelli di utilizzo responsabili degli antimicrobici.

L’inazione, dovuta a inadeguatezza o insufficienza delle politiche, minaccia di rendere infezioni comuni più difficili da trattare e procedure mediche e trattamenti salvavita più rischiosi da eseguire.

L’inazione potrebbe anche incrementare l’insicurezza alimentare e la povertà rurale, non potendo trattare efficacemente le malattie veterinarie con i medicinali del caso.

Il fondo fiduciario per l’AMR fornisce un meccanismo congiunto per l’attribuzione e la trasparenza di tutte le fonti di finanziamento, mentre le sue attività si baseranno sull’applicazione di best practices, aumentando le attività e gli approcci innovativi che hanno funzionato per garantire che le cure di oggi siano disponibili per le generazioni future.

*Nota del redattore: il Multi-Partner Trust Fund Office (MPTF) delle Nazioni Unite, centro di competenza dell’ONU per i meccanismi di finanziamento comuni, fungerà da fiduciario del fondo. L’MPTF Office dell’ONU, in qualità di fiduciario indipendente, fornirà informazioni in tempo reale sui contributi e sull’uso delle risorse dei donatori attraverso il portale mptf.undp.org.

Fonte: Comunicato stampa congiunto FAO-OIE-OMS




Consiglio dell’Ue: rafforzare biosicurezza per impedire introduzione in Ue di malattie animali transfrontaliere

peste suina africana

Peste Suina Africana – Situazione epidemiologica I semestre 2019

Il Consiglio dell’Unione europea “Agricoltura e pesca” nella sessione del 18 giugno 2019 a Bruxelles ha approvato le “Conclusioni sulla biosicurezza, un concetto generale con un
approccio unitario per proteggere la sanità animale nell’UE” con cui incoraggia gli Stati membri a garantire una sufficiente capacità di biosicurezza a livello nazionale e dell’UE e sostenere un approccio integrato di biosicurezza stabilito mettendo a disposizione adeguate e risorse finanziarie.

Il Consiglio riconosce che le malattie animali trasmissibili possono avere conseguenze economiche e sociali molto gravi che ostacolano agricoltura, commercio e turismo. Ciò vale in particolare per le malattie animali transfrontaliere, come l’afta epizootica e la peste suina africana, che possono diffondersi molto rapidamente, indipendentemente dalle frontiere nazionali, e che, nel caso delle
malattie animali transfrontaliere zoonotiche (come alcuni tipi di influenza aviaria ad alta patogenicità) possono rappresentare un grave rischio anche per la salute umana. Occorre quindi compiere ogni sforzo per impedirne l’introduzione nel territorio dell’UE o, se sono già presenti, per prevenirne la diffusione ed eradicarle, anche perchè le infezioni possono presentarsi con
intensità diversa nei vari Stati membri a causa della rispettiva situazione geografica e di altri fattori ma la prevenzione e il controllo efficaci sono sempre nell’interesse dell’UE nel suo complesso.

Il Consiglio ricorda che è responsabilità di tutti gli operatori e i professionisti degli animali, compresi i trasportatori, di ridurre al minimo il rischio di diffusione delle malattie animali transfrontaliere attraverso le loro attività e sottolinea, in particolare, che spetta in primo luogo agli operatori attuare le misure di biosicurezza. Considerato, in aggiunta, che molte malattie animali transfrontaliere colpiscono anche le popolazioni di animali selvatici, anche i cacciatori, i birdwatcher e le organizzazioni di gestione forestale e protezione della natura possono svolgere un ruolo molto importante nell’individuazione e nel controllo di tali malattie.

Per tali motivi ribadisce l’importanza di un approccio integrato alla biosicurezza e del coinvolgimento e della cooperazione di tutti i settori pertinenti e riconosce e di conseguenza che sono necessarie risorse finanziarie sufficienti per garantire la corretta ed efficiente applicazione di tale concetto, tenuto conto che è meglio investire nella prevenzione che spendere per la cura.

A cura della segreteria SIMeVeP

(nella foto: Peste Suina Africana – Situazione epidemiologica I semestre 2019, fonte OIE)




In arrivo nuove norme per la trasparenza in materia di sicurezza alimentare

In futuro, le informazioni scientifiche a sostegno della valutazione del rischio nella filiera alimentare e la comunicazione in materia di sicurezza alimentare saranno più trasparenti e più facilmente accessibili per i cittadini. Sarà inoltre rafforzata la governance dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), con una maggiore partecipazione degli Stati membri al suo consiglio di amministrazione.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato il 13 giugno una revisione del “regolamento sulla legislazione alimentare generale”, ispirato all’iniziativa dei cittadini europei sul glifosato. Il nuovo regolamento, che modifica anche otto atti legislativi riguardanti settori specifici della filiera alimentare, sarà presto pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, ma si applicherà per lo più a partire dal 2021.

In base alle nuove norme, gli studi e le informazioni a sostegno di una richiesta di produzione scientifica dell’EFSA dovranno essere resi pubblici automaticamente non appena la domanda presentata da un operatore del settore alimentare sia convalidata o ritenuta ammissibile. Le informazioni riservate saranno protette in circostanze debitamente giustificate e le richieste di riservatezza saranno valutate dall’EFSA.

Tra le altre misure introdotte dalla revisione della legislazione alimentare generale figurano:

  • la possibilità per la Commissione di chiedere all’EFSA di commissionare studi in circostanze eccezionali per verificare gli elementi di prova utilizzati nel processo di valutazione del rischio
  • una nuova banca dati degli studi commissionati dagli operatori del settore alimentare
  • un ruolo più attivo degli Stati membri nell’assistere l’EFSA a stimolare un maggior numero di scienziati ai massimi livelli a partecipare ai gruppi di esperti scientifici
  • una migliore comunicazione del rischio tra tutti gli attori – la Commissione, l’EFSA, gli Stati membri e le parti interessate del settore pubblico
  • missioni di accertamento dei fatti della Commissione per garantire la conformità dei laboratori e degli studi alle norme pertinenti

Fonte: Consiglio dell’Unione Europea




I casi di malattie da vettore nel 2018 in Italia

malattie da vettoreLe arbovirosi sono un gruppo di malattie virali trasmesse dalla puntura di vettori artropodi, come le zanzare e le zecche.

Queste malattie rappresentano un grave problema di sanità pubblica.

Per garantire che vengano individuati precocemente i casi e adottate tutte le misure per ridurne la diffusione, il ministero della Salute emana periodicamente Piani di sorveglianza e risposta alle varie arbovirosi.

L’Istituto Superiore di Sanità coordina le attività di sorveglianza integrata delle arbovirosi in Italia, in collaborazione e con il supporto finanziario del ministero.

Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2018 in Italia sono stati notificati in totale 243 casi confermati di arbovirosi (escluse West Nile e Usutu).

In particolare:

Arbovirosi importate

  • 5 casi confermati di chikungunya
  • 108 casi confermati di dengue
  • 1 caso confermato di Zika

Si tratta di casi in associati a viaggi all’estero in residenti in Italia.

Arbovirosi autoctone

  • 90 casi confermati di virus Toscana
  • 39 casi confermati di encefalite virale da zecche (TBE)

I casi di infezione da virus Toscana sono stati notificati prevalentemente in Italia centrale (Emilia-Romagna, Toscana, Marche) con casi sporadici in Abruzzo, Lazio e Piemonte, mentre l’encefalite virale da zecche è stata segnalata nell’Italia nord-orientale (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trento e Bolzano).




Nuova vita agli scarti di macellazione in sardegna

ScartiGrazie al Progetto PRISMA (PRodotti Innovativi ad alto valore agronomico dal recupero degli Scarti di Macellazione) gli scarti della macellazione dei bovini prodotti presso lo stabilimento di macellazione della Cooperativa Produttori Arborea verranno recuperati e trasformati, dando vita a nuovi prodotti agronomici impiegati per il miglioramento della produttività di suolo e piante.

Nell’ambito del progetto l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna si occuperà della valutazione igienico-sanitaria dei sottoprodotti della macellazione bovina che verranno impiegati, e del fertilizzante organico ottenuto dopo il compostaggio tramite l’attività dei lombrichi, in collaborazione con il servizio veterinario di Igiene degli Alimenti della ASSL di Oristano.

Maggiori informazioni sul sito dell’IZS Sardegna




Stati Generali dei Servizi Veterinari della ATS-Sardegna. Grasselli: attenzione alla sicurezza a protezione dei medici veterinari

Si sono svolti stamattina a Cagliari gli Stati Generali dei Servizi Veterinari della ATS-Sardegna, alla presenza del nuovo Assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, del Coordinatore Unico ATS-Sardegna per la Peste Suina Africana Franco Sgarangella, i rappresentanti dei 3 Servizi Veterinari di tutta l’ATS-Sardegna e il Presidente Onorario SIMeVeP  Aldo Grasselli.

Durante l’incontro, cui hanno partecipato i dirigenti veterinari e gli specialisti ambulatoriali del territorio,  si è parlato dello stato di avanzamento delle azioni nell’ambito del Piano Peste Suina Africana 2019 , in vista della prossima visita dell’DG Sanco prevista dal 24 Giugno p.v. e sono stati illustrati i dati al 31 maggio 2019 sui controlli ufficiali sulle aziende suine, sui selvatici, su tutta la filiera suinicola, e  nei porti e aereoporti.

Grazie soprattutto al difficile lavoro dei Servizi Veterinari la situazione epidemiologica è notevolmente migliorata e sono stati compiuti rilevanti passi verso l’eradicazione definitiva del virus dall’Isola, nonostante le difficili condizioni in cui spesso operano come dimostra l’ultimo episodio di intimidazione avvenuto proprio in Sardegna ai danni di una veterinaria vittima di una aggressione a mano armata durante lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali.

Proprio sul tema della sicurezza operativa e protezione personale dei medici veterinari il Presidente Onorario SIMeVeP  ha avuto un confronto con l’assessore Nieddu.

Avete potuto raggiungere risultati molto soddisfacenti contro la PSA grazie alla vostra professionalità e all’integrazione delle istituzioni veterinarie. Ma gli obiettivi raggiunti, e se non si presidiano con le necessarie energie e col personale indispensabile,  sfuggono di mano. Dopo la PSA potrebbero arrivare altre crisi; l’afta epizootica serpeggia in tutti i paesi della costa sud del mediteranno. Per fronteggiare eventuali epidemie occorre ripianare tempestivamente le carenze di personale. Una nota particolare poi riguarda la sicurezza degli operatori: non si possono più lasciare soli i veterinari – in particolare le colleghe veterinarie- che devono effettuare controlli e repressione delle frodi sanitarie. I datori di lavoro (Regione o Ats) non possono mettere a rischio l’incolumità personale dei medici veterinari” ha dichiarato Aldo Grasselli.




La crisi della scienza e l’ipotesi della scienza Post-normale nell’Antropocene

Crisi della scienzaCon il documento; “La crisi della scienza (e valutazione del rischio) tra incertezza scientifica, democratizzazione della conoscenza e interazioni innovative con la policy e la società. L’ipotesi della scienza Post-normale nell’Antropocene” Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, affronta il tema della crisi della scienza, la sua qualità, credibilità e integrità nell’affrontare fenomeni sempre più complessi e incerti in un’epoca caratterizzata da un progresso scientifico e sviluppo tecnologico senza precedenti e da emergenze ambientali e sanitarie multi-dimensionali.

La crisi della scienza nell’Antropocene investe sia l’aspetto tecnico-metodologico che epistemico del processo scientifico. La natura olistica dei sistemi terrestri e la complessità e incertezza nella relazioni tra le diverse noxae che minacciano gli ecosistemi ambientali e la salute umana, rendono sempre più inadatto il modello scientifico riduzionista che esclude i valori, le ideologie e la politica riproponendo una relazione lineare con la policy. Superando la pretesa razionale che le conoscenze scientifiche e i modelli possano fornire una vera rappresentazione della realtà, e che le questioni pratiche siano risolvibili solo se ridotte a una sfera meramente tecnico-scientifica, si rende necessario promuovere un modello innovativo di partecipazione estesa per la produzione scientifica, che punti all’interazione e collaborazione tra tutti i soggetti sia interni che esterni alle istituzioni scientifiche. La scienza post-normale soddisfa questi criteri, inserendosi idealmente nei contesti attuali dominati dalla complessità dei fenomeni, incertezza e forti interessi in gioco e proponendo un salto metodologico ed epistemico del processo scientifico funzionale a risposte normative efficaci e socialmente condivise

scrive Ferri nell’introduzione al lavoro.

Queste problematiche coinvolgono direttamente la SIMeVeP che, nel suo piccolo, nel rappresentare le istanze della veterinaria pubblica interagisce con la società, con le istituzioni e con i consumatori intervenendo su vari tematiche specifiche e più in generale, su alcune decisioni politiche” afferma Maria Rita Siddi, del Consiglio Direttivo SIMeVeP.

Nella sua analisi Ferri afferma che la scienza oggi è da ritenersi un processo “intimamente sociale”. E’ così e così deve essere per le tematiche della sicurezza alimentare e della valutazione del rischio, che implicano il coinvolgimento di più componenti della Società civile in un processo complesso che non può più essere demandato alla “Scienza”“.

La scienza come ricerca (iniziale), parte da assunti e opera attraverso alcuni meccanismi, non ultimi anche le fonti di finanziamento. Ciò può condurre a scelte di “parte”. Però nel momento in cui certe ricerche rispondono alle necessità di decisioni decisive e importanti, occorre che il numero di informazioni raccolte sia il più alto possibile, provenienti anche da scienziati portatori di “posizioni minoritarie” o provenienti da diversi settori.

Tanto maggiore sarà il peso di questo fenomeno di interazione, come fa osservare Ferri, tanto maggiore sarà l’autorevolezza e il consenso che i provvedimenti incontreranno. E’ importante dunque l’esame di una pluralità di punti di vista legittimi e pertinenti e in questo senso deve essere intesa la democraticità dell’esperienza scientifica.

La SIMeVeP può svolgere un ruolo di raccolta dei diversi punti di vista e comunicarli alle istituzioni nell’ambito di un progetto di ampliamento dell’interazione con il livello decisionale per la sanità pubblica veterinaria” conclude Siddi.