Sicurezza alimentare e benessere animale: un binomio inscindibile, al via Vetmare 2019

Vetmare 2019E’ iniziato oggi a Pisciotta a Salerno, con la giornata dedicata a “Ambiente, Salute e Benessere Animale”, il corso Ecm “Sicurezza alimentare e benessere animale: un binomio inscindibile”  – Vetmare 2019 organizzato dalla SIMeVeP.

Il corso, che si concluderà il 6 luglio, intende formare Medici Veterinari in grado di gestire le criticità igienico-sanitarie in fase di produzione e commercializzazione di alimenti di origine animale alla luce della nuova normativa sui controlli ufficiali 625/2017.

Durante tutte le giornate verranno svolte esercitazione pratiche per le attività del controllo ufficiale svolto sia in fase di produzione –  attraverso attività sui pescherecci  – sia nella fase di commercializzazione.

Nella giornata di oggi sono stati affrontati i temi quali “Registro tumori animali ed epidemiologia ambientale veterinaria”, con una relazione a cura del Prof. Orlando Paciello Università di Napoli Federico II e “Malattie da vettori e global warming” con una relazione del Prof. Giuseppe IovaneUniversità di Napoli Federico II

Domani la giornata di studio sarà poi dedicata alle zoonosi emergenti e al benessere animale. Interverranno il Prof. Ugo Pagnini Università di Napoli Federico II con ala relazione “Animali selvatici e zoonosi emergenti” e il Dott. Franco Consalvo, Dirigente Veterinario ASL Salerno che affronterà il tema del “Benessere animale in allevamento”.

Programma completo




Funghi, nuovo parere del CNSA

Funghi secchiLa Sezione 1 del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA) ha rivalutato la problematica già esaminata nel parere n. 21 del 24/01/2018: “Rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili ad occhio nudo in funghi conservati”, a seguito di una nuova richiesta di valutazione da parte della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti (DGISAN) alla luce della relazione finale dello studio svolto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), commissionato dall’Associazione italiana industrie prodotti alimentari (AIIPA), e del Piano Regionale Integrato dei controlli di sicurezza Alimentare (PRISA) della Regione Piemonte che propone come criterio di accettabilità: “una infestazione media non superiore a 100 o più larve di lunghezza pari o superiore a 2mm per 15 grammi di funghi secchi o 100 grammi di funghi sgocciolati e relativa quantità di liquido” e “una presenza media non superiore a 20 o più larve di lunghezza pari o superiore a 4 mm per 100 grammi di funghi sgocciolati e relativa quantità di liquido oppure 15 grammi di funghi secchi”.

L’analisi attuale consente di confermare le conclusioni del parere del 2018 riguardo l’assenza, ad oggi, di dati scientifici che dimostrino un possibile rischio chimico-tossicologico e/o microbiologico correlato alla presenza di larve di ditteri nei funghi conservati, evidenziando per contro il potenziale e importante rischio allergologico determinato dalla presenza nelle larve di ditteri di tropomiosina (pan-allergene), o di suoi epitopi, anche dopo cottura e anche per minime quantità. La Sezione 1 del CNSA ritiene, pertanto, importante cercare di minimizzare il potenziale rischio allergologico attraverso le seguenti azioni: – informare i consumatori circa l’esposizione a potenziali allergeni a seguito del consumo di funghi conservati; Ministero della Salute 2 – raccomandare di non superare (fino a scadenza dei due anni a partire dal 24 gennaio 2018) il n. di larve di ditteri nei funghi già riportato nel parere CNSA n. 21 del 24 gennaio 2018, con il limite già previsto per il n. di larve di ditteri ≥ a 2 mm, ma comunque non superiori a 4 mm; – ridurre, dopo il 24 gennaio 2020, a valori compresi fra 0 e 5 larve ≤ a 2 mm il n. di larve di ditteri presenti in 15 g di fungo secco/100 g sgocciolati e relativa quantità di liquido.

Parere CNSA sul rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili ad occhio nudo in funghi conservati

Fonte: Ministero della salute




La difficile lettura delle norme

Spesso le norme italiane – leggi, regolamenti e decreti di varia natura –  risultano non solo di non facile interpretazione, ma anche di difficile comprensione. Cioè è dovuto ad esempio ai continui rimandi ad altre norme contenuti nel testo o anche alle previsioni di decreti attuativi da emanare successivamente.

A questo tema, con particolare riferimento alla Legge 24/2017 cd “legge Gelli” è dedicato l’approfondimento per “La Settimana Veterinaria” del Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone leggi




Ecco il meccanismo molecolare con il quale i farmaci possono entrare nei batteri più resistenti e attaccarli con efficacia

AntibioticoresistenzaSvelato il meccanismo molecolare con il quale i farmaci possono entrare nei batteri più resistenti e attaccarli con efficacia. È stata infatti identificata una porta di accesso nella spessa membrana che protegge i batteri, che serve a far passare il ferro. Con un piccolo inganno però, attraverso questa porta possono passare anche i nostri farmaci. È il risultato di una ricerca svolta dall’Istituto officina dei materiali del Cnr e dall’Università di Cagliari in collaborazione con Università di Oxford e Cnrs. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications  

È stato spiegato il meccanismo molecolare con cui aggirare l’antibiotico-resistenza di uno dei quattro batteri più pericolosi del mondo, secondo la classifica dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il lavoro, pubblicato su Nature Communications, è frutto di una collaborazione internazionale tra l’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom), le università di Cagliari e di Oxford e il Centre national de la recherche scientifique (Cnrs).

L’antibiotico resistenza, che secondo l’Oms uccide 700mila persone l’anno, è un problema rilevante per le case farmaceutiche, che faticano a sintetizzare nuovi prodotti. Gli antibiotici già esistenti non funzionano più, perché i batteri hanno imparato a riconoscerli e per sconfiggerli bisognerebbe usare dosi tossiche per l’uomo. Il consorzio pubblico di ricercatori scienziati dell’Imi, un’iniziativa dell’Ue che si occupa di medicina innovativa, ha avviato una ricerca nell’ambito di un più ampio progetto europeo per affiancare le case farmaceutiche nella soluzione di problemi di questo genere.

La difficoltà non è identificare le molecole capaci di uccidere i batteri, quanto quella di renderle capaci di raggiungerli, penetrandone la membrana esterna, un problema che risulta evidente quando si passa dagli esperimenti in laboratorio a quelli in vivo. La membrana di alcuni batteri è particolarmente spessa e affinché l’antibiotico raggiunga il batterio è necessario trovare dei varchi”, spiega Matteo Ceccarelli, del Cnr-Iom.

Una possibile via di ingresso è stata svelata nei suoi aspetti molecolari dal nuovo studio. “Si immagini la spessa membrana che protegge il batterio come un muro con una serie di porte e finestre: sono chiuse, ma esiste una chiave per aprirle. In questo caso la porta è un recettore dal nome PfeA e la chiave si chiama Enterobactin”, prosegue Ceccarelli. “Il recettore PfeA è una proteina di membrana che si trova sullo strato più esterno del batterio e che ha il compito di lasciar passare le molecole che trasportano il ferro all’interno”, spiega Ceccarelli. “La chiave di questa serratura per aprire la porta che fa passare il ferro, nel caso di PfeA, si chiama Enterobactin. Il trucco sta nel legare a questa molecola non solo il ferro ma anche il nostro antibiotico, cosicché i recettori PfeA vengano ingannati e lascino passare anche il framaco attraverso la membrana”.

La potenziale via di accesso per far penetrare gli antibiotici è stata studiata in Pseudomonas aeuroginosa uno dei quattro batteri considerati dall’Oms i più pericolosi del mondo, responsabile di molte gravi infezioni fra le quali la polmonite nei pazienti affetti da fibrosi cistica. “Il recettore PfeA identificato in questa ricerca è tipico del batterio Pseudomonas aeuroginosa, ma se ne possono trovare di molto simili in altri batteri: Escherichia coli, per esempio, ne ha uno (FepA) che funziona nella stessa maniera”, conclude il ricercatore Cnr-Iom. Ogni partner della ricerca ha avuto un ruolo differente: l’università di Oxford si è occupato della produzione e cristallizzazione del recettore, il Cnrs di Strasburgo ha sintetizzato la molecola Eterobactin, Cnr-Iom con l’università di Cagliari si sono occupati di studiare e modellizzare l’interazione tra Enterobactin e il recettore PfeA.

Fonte: CNR




Animali d’affezione in ospedale, il progetto nel lazio

Il 20 maggio è stato inaugurato nel Nuovo Ospedale dei Castelli Romani di Ariccia un progetto aziendale che prevede l’accesso nella struttura ospedaliera di animali d’affezione in visita a pazienti ricoverati, il cosiddetto “pet visiting”.

Tale progetto ha previsto l’approvazione di un Regolamento aziendale coerente con le indicazioni previste nel Decreto del Commissario ad Acta n. U00486 del 07/12/2018 “Linee di indirizzo per l’accesso di animali d’affezione in visita a pazienti ricoverati presso strutture sanitarie ed ospedaliere pubbliche e private accreditate della regione Lazio”; il Decreto, emanato dalla regione Lazio, nasce dalla collaborazione tra Asl Roma 6, la struttura regionale Promozione e Prevenzione della Salute e l’Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana, sostenuto dall’assessore Sanità e integrazione socio sanitaria, dott. Alessio D’Amato.

Le indicazioni regionali riguardanti l’ingresso di animali d’affezione (che normalmente vivono in famiglia) in una struttura sanitaria in visita al paziente ricoverato sono state tradotte in un Regolamento ospedaliero, che prevede norme attuative specifiche: l’incontro con gli animali in una struttura sanitaria deve essere necessariamente contestualizzato, controllato, reso consono ai luoghi e alle situazioni. Per questo è stata predisposta una specifica procedura che tiene conto delle complessità dell’Ospedale dei Castelli, delle sue criticità sanitarie, igieniche e ambientali, che permetta di evitare i rischi biologici e di incolumità.

Federica Carlevaro e  Natalino Cerini dirigenti Veterinari persso la Asl Roma6 raccontano il progetto a La Settimana Veterinaria

Sul tema era stato intervistato anche il Presidente SIMeVeP Antonio Sorice




Residui di pesticidi negli alimenti, la situazione in Ue

pesticidiÈ disponibile l’ultima edizione della relazione annuale dell’UE sui residui di pesticidi negli alimenti. Poco meno del 96% dei campioni di alimenti raccolti nell’Unione Europea è risultato privo di residui di pesticidi o con tracce contenute nei limiti di legge.

Il dato è tratto dall’analisi di circa 88 000 campioni raccolti dai 28 Stati membri dell’UE nonché da Islanda e Norvegia.

I risultati principali possono essere visualizzati per Paese e per alimento utilizzando la pagina di visualizzazione dati sviluppata appositamente dall’EFSA.
Relazione UE 2017 sui residui di pesticidi negli alimenti
In sintesi: i residui di pesticidi negli alimenti
Domande frequenti: 10 cose da sapere sul rapporto di quest’anno

Fonte: EFSA




Le sfide future per la sicurezza alimentare tra priorità ed esigenze di ricerca

Si è tenuto a gennaio a Bruxelles il workshop ‘A robust science and innovation environment for food safety systems of the future’, organizzato dalla Commissione Europea (Dg Sante, Dg R&I e Dg Agri)a cui hanno partecipato rappresentanti di ONG, Commissione, enti e istituzioni scientifiche, industria ed esperti in scienze sociali.

Proponiamo una riflessione a cura di Maurizio Ferri, Coordinatore Scientifico SIMeVeP, dal titolo “Le sfide future per la sicurezza alimentare tra priorità ed esigenze di ricerca” che, a partire dai contenuti del workshop, affronta alcuni temi rappresentativi delle sfide attuali e future per la sicurezza alimentare e le priorità e le opportunità per la ricerca ed innovazione (R&I), come la sfida dei dati o Big Data, ritenuta cruciale per lo sviluppo dei futuri sistemi per la sicurezza alimentare, unitamente alle opportunità, azioni prioritarie e agli attori da coinvolgere.

Nelle conclusioni vegnono considerate  le azioni core riferite ai temi emergenti individuati: nuove tecnologie informatiche, Big Data, valutazione del rischio, condivisione dei dati e coinvolgimento sociale nel processo scientifico.

 




Aware, nuova strumento OMS contro l’antibioticoresistenza

awareL’Oms ha lanciato ieri una campagna globale esortando i governi ad adottare uno strumento utile alla riduzione dell’antibioticoresistenza.

Lo strumento “AWaRe” è stato sviluppato dall’”Oms Essential Medicines List” per contenere la crescente resistenza e rendere l’uso di antibiotici più sicuro ed efficace classificando gli antibiotici in tre gruppi – Accesso, osservazione e riserva – e specificando quali antibiotici utilizzare per le infezioni più comuni e gravi, quali dovrebbero essere disponibili in qualsiasi momento nel sistema sanitario e quelli che devono essere utilizzati con parsimonia o conservati e usati solo come ultima risorsa.

La campagna si propone di aumentare almeno del 60% il consumo globale di antibiotici appartenenti al gruppo “Accesso”, quelli cioè a “spettro ristretto” in quanto prendono di mira un microrganismo specifico e sono meno costosi perché disponibili anche come generici, e a ridurre il rischio di resistenza nei gruppi ‘Osservazione’ e ‘Riserva’.

Secondo l’OMS in molti paesi oltre il 50% degli antibiotici viene utilizzato in modo inappropriato; gli antibiotici vengono ad esempio utilizzati nel trattamento contro i virus oppure vengono spesso utilizzati, in maniera sbagliata, quelli a spettro più ampio, contribuendo alla diffusione della resistenza.

A destare molta preoccupazione è la diffusione dei batteri gram-negativi resistenti come acinetobacter, escherichia coli e klebsiella pneumoniae, comunemente osservati in pazienti ospedalizzati che causano infezioni come la polmonite e la meningite, o infezioni del sangue e del sito chirurgico.

Quando gli antibiotici smettono di funzionare in modo efficace, sono necessari trattamenti più costosi e più ricoveri, con pesanti ripercussioni sui budget sanitari» ribadisce l’OMS.

‘AWaRe’ può quindi guidare la politica nelle scelte per garantire le cure ai pazienti limitando nel contempo l’uso degli antibiotici più a rischio di resistenza.

In assenza di nuovi investimenti significativi nello sviluppo di nuovi antibiotici, il miglioramento dell’uso di quelli disponibili “è una delle azioni chiave necessarie per frenare l’emergere e la diffusione della resistenza antimicrobica. Classificando gli antibiotici in tre gruppi distinti e consigliando quando usarli, ‘AWaRerende il lavoro delle istituzioni, dei medici e degli operatori sanitari prescrittori più facile perché facilita la scelta dell’antibiotico giusto al momento giusto” – conclude l’OMS.

Il comunicato integrale dell’OMS (in inglese)

A cura della segreteria SIMeVeP




Dalla lotta allo spreco al diritto al cibo, dibattito a Capracotta

sprecoIl 28 settembre a Capracotta (IS) si terrà la giornata conclusiva del progetto “montagnAperta“, dedicato al rilancio della montagna e delle sue cultura attraverso un approccio multidiscilinare.

Il tema al centro del dibattito sarà il contrasto allo spreco alimentare “Dalla lotta allo spreco al diritto al cibo”.

A partire dalle 9.30, dopo l’introduzione del Sindaco, Candido Paglione, interverranno:

  • Antonio Sorice, Presidente Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva
  • Giampaolo Colavita, Docente Università del Molise
  • Roberto Tuorto,  Direttore Banco Alimentare della Campania
  • Carlo Catani, Chef to Chef . ptogetto “Tempi di Recupero”
  • Marco Lei, Ceo RE-FOOD Torino
  • Aniello Ascolese, Direttore Coldiretti Molise
  • Dino Campolieri, Direttore Cia Molise

Modera il Prof. Giampaolo Colavita

A seguire, “Il pranzo dei tempi di recupero” per il quale è necessaria la prenotazione

Scarica la locandina

 




Relazione annuale RASFF 2018

RASFFE’  stata pubblicata la relazione del Sistema di Allerta Rapido per gli Alimenti e i Mangimi (RASFF Rapid Alert System for Food and Feed) relativa all’attività del 2018.

Lo scorso anno gli Stati membri hanno trasmesso alla Commissione europea un totale di 3699 notifiche di rischi per l’alimentazione umana o animale.

1118 di queste notifiche sono state classificate come “allerta”, poiché rappresentavano un grave rischio per la salute per il quale era richiesto un rapido intervento degli operatori del settore alimentare o delle autorità competenti.

I fattori di rischio segnalati più frequentemente a seguito dei controlli eseguiti sugli alimenti alle frontiere e sul mercato dell’UE sono stati le aflatossine contenute nella frutta a guscio e il mercurio contenuto nel pesce spada. Come negli anni precedenti, solo una piccola percentuale delle notifiche del 2018 riguarda i mangimi (9%) e i materiali a contatto con gli alimenti (4%). Sempre nel 2018, un numero significativo di notifiche concerne un focolaio di tossinfezione di Listeria monocytogenes derivante da mais surgelato, che ha interessato vari paesi. Il sistema di allarme rapido è stato funzionale per rintracciare i prodotti colpiti e per rimuoverli dal mercato.

Il maggior numero di notifiche riguarda microorganismi (979), micotossine (655) e residui di pesticidi (276).

Il commissario Vytenis Andriukaitis responsabile per la Salute e la sicurezza alimentare ha dichiarato: “Nel 2019 ricorre il 40° anniversario del sistema di allarme rapido, riconosciuto sia all’interno che all’esterno dell’UE come strumento fondamentale per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari immessi sul mercato dell’UE. La tracciabilità degli alimenti e, se necessario, la rapida rimozione delle merci dal mercato costituiscono il nostro impegno nei confronti dei consumatori. L’intensificarsi dell’attività del sistema, emerso dalla relazione di quest’anno, conferma il rafforzamento della cooperazione tra gli operatori del settore alimentare e le autorità degli Stati membri: senz’altro un segnale positivo per i consumatori“.

Con 400 notifiche originali e oltre 750 notifiche di follow up, l’Italia si conferma uno dei Paesi più attivi nel network.

Rasff 2018

L’anno in corso è un anno molto importante per il RASFF, che è nato nel 1979 e festeggerà quindi il 40° anniversario della sua creazione. In quest’occasione, per dare maggiore spinta al sistema verrà implementato il Sistema di trattamento delle informazioni per i controlli ufficiali (IMSOC) che, come previsto dal nuovo regolamento sui controlli ufficiali (Regolamento (UE) 2017/625), è dedicato al funzionamento integrato dei meccanismi e degli strumenti attraverso i quali sono elaborati, trattati e scambiati in modo automatico i dati, le informazioni e i documenti relativi ai controlli ufficiali e ad altre attività ufficiali.

Un primo passo sarà la fusione della rete di Assistenza Amministrativa e Cooperazione (AAC) – il sistema nato a seguito dello “scandalo carni equine”  del 2013 quando, pur in assenza di rischi sanitari si utilizzò il Rasff per la condivisione di informazioni sulle frodi permettendo di rintracciare e ritirare dal mercato i prodotti adulterati – con la rete RASFF.

Consulta il report (in inglese)

Country fact sheets relativo all’italia (in inglese)

A cura della segreteria SIMeVeP