6° World One Health Congress

One health congressoIl 6° Congresso Mondiale della Salute Unica si svolgerà a Edimburgo, in Scozia, dal 14 al 18 giugno 2020 e riunirà 1.500 sostenitori provenienti da tutto il mondo del paradigma “One Health”, basato sull’approccio unificato alla medicina umana e veterinaria per migliorare la Salute Globale

Organizzata dalla One Health Platform, l’Università di Edimburgo e da SADICS – Africa Centre of Excellence for Infectious Diseases of Humans and Animals in Eastern and Southern Africa, la conferenza intende evidenziare i recenti progressi scientifici e stimoleare il dibattito su nuovi dati di ricerca

Gli abstract su una serie di temi legati al paradigma One Health, tra cui zoonosi, malattie infettive emergenti e riemergenti, resistenza antimicrobica e documenti relativi all’interfaccia fra policy e scienza e alla sicurezza sanitaria globale possono essere presentati entro il 15 gennaio 2020.

Programma e temi trattati

Per maggiori informazioni: https://www.onehealthplatform.com/wohc/home

A cura della segreteria SIMeVeP




All’IZS Palermo il centro di coordinamento scientifico REMESA

RemesaREMESA (Réseau Méditerranéen de Santé Animale – Rete per la salute degli animali del Mediterraneo) è la rete di collaborazione nel campo della sanità animale fra i 15 Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Mauritania, Egitto, Libano, Giordania, Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro) per rafforzare la lotta alle principali malattie transfrontaliere, attraverso la sorveglianza epidemiologica, la diagnosi precoce e la creazione di un sistema efficace di protezione dall’introduzione di malattie contagiose per gli animali, emergenti o consolidate, e che possono costituire un pericolo anche per la salute dell’uomo.

E’ nata nel 2009 sulla spinta dei capi servizi veterinari di 10 paesi (Algeria, Tunisia, Libia, Mauritania, Marocco, Egitto, Italia, Francia, Spagna, Portogallo), ed è guidata da un Comitato Permanente Congiunto (CPC) costituito dai Capi dei Servizi Veterinari dei Paesi aderenti, da un rappresentante di OIE e FAO nonché dai rappresentanti delle Organizzazioni internazionali territoriali: Unione Europea e Unione Maghrebina Africana. Il CPC si riunisce almeno una volta all’anno sotto la presidenza congiunta di un Paese del nord e di un Paese del sud del Mediterraneo;  l’Italia ha avuto la presidenza nel 2017 insieme alla Giordania e in quell’anno ha organizzato il 14° Comitato Permanente congiunto a Napoli.

Remesa è inoltre  articolata in 4 sotto reti o gruppi di lavoro, che sviluppano le attività in collaborazione fra loro:

  • RELABSA – ANIMAL HEALTH LABORATORIES NETWORK OF REMESA: la rete dei laboratori diagnostici veterinari, che intende innalzare il livello tecnico e il livello di collaborazione di tutti i laboratori nazionali di diagnostica veterinaria della regione mediterranea attraverso la formazione, il supporto tecnico e lo scambio di informazioni.
  • REPIVET –  VETERINARY EPIDEMIO-SURVEILLANCE NETWORK OF REMESA: la rete di epidemiologia e sorveglianza che attraverso il collegamento delle reti nazionali di sorveglianza epidemiologica si propone lo scambio tempestivo di informazioni fondamentali per rilevare e segnalare epidemie ed evitarne la diffusione.
  • RECOMSA – ANIMAL HEALTH COMMUNICATION NETWORK OF REMESA, la rete di comunicazione in salute animale per coinvolgere i membri della comunicazione multidisciplinare e facilitare gli scambi tra i protagonisti della comunicazione nella salute degli animali sviluppando aree di collaborazione tra gruppi di comunicazione, veterinari, personale della sanità pubblica, professionisti del settore della produzione animale e altri attori della società civile.
  • RESEPSA – SOCIO-ECONOMY NETWORK FOR PRODUCTION AND ANIMAL HEALTH: la rete socioeconomica per la produzione e la salute animale per il dialogo tra i diversi attori del settore zootecnico e della salute degli animali. Attraverso il coinvolgimento dei servizi veterinari nazionali e regionali, nonché piccoli, medi e grandi agricoltori – principali beneficiari di questa rete – si intende aumentarne la consapevolezza sull’impatto socioeconomico delle malattie transfrontaliere degli animali, sull’importanza delle misure di biosicurezza, della prevenzione e della profilassi, dello studio e della conservazione delle risorse genetiche animali locali.

L’incontro del CPC dello scorso 26 giugno 2019 al Cairo, sotto la co-presidenza di Egitto e Cipro, ha approvato una risoluzione in base alla quale la sede di Palermo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia sarà Centro di coordinamento scientifico e tecnico del REMESA.

Il Centro di Coordinamento si occuperà dello sviluppo delle attività individuate a livello strategico dai Capi dei servizi veterinari e dal Segretariato FAO/OIE del REMESA, lavorando all’identificazione degli orientamenti strategici, alla validazione dei piani di lavoro pluriennali e al controllo dei risultati.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Selvatici e Buoni, presentato il “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”

selvatici e buoniLa carne da selvaggina è una scelta buona, sana e sostenibile: presenta meno grassi rispetto ad altre carni, ha un rapporto favorevole di acidi grassi Omega-3/6 e limita l’impatto ambientale, in particolare il consumo di terreno e di acqua, rispetto a quella prodotta allevamenti intensivi. Sulla base di tali considerazioni Fondazione UNA (Uomo, Natura, Ambiente) ha scelto di avviare il progetto“SELVATICI E BUONI: una filiera alimentare da valorizzare”, progetto nato con l’obiettivo di creare una filiera riconosciuta e sostenibile delle carni selvatiche e che è stato realizzato per la prima volta sul territorio di Bergamo.

Il risultato più importante, comunicato nel corso di una conferenza svoltasi presso lo ‘spazio viterbi’ del Palazzo della Provincia di Bergamo, con il Patrocinio della stessa Provincia e dell’ATS Bergamo, è rappresentato dalla condivisione di un “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”, attraverso il quale i ristoratori del territorio si sono impegnati a rispettare 10 principi chiave che mirano alla valorizzazione della scelta sana e sostenibile delle carni selvatiche. Il manifesto è stato redatto dall’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, capofila scientifico del progetto con il supporto della condotta slowfood valli orobiche.

Il percorso di “Selvatici e buoni” ha avuto inizio nel territorio bergamasco a settembre 2017 e nel corso del triennio ha visto la realizzazione delle seguenti azioni:

  • sviluppo di percorsi formativi in grado di fornire al cacciatore tutte le informazioni tecniche ed operative in merito al corretto trattamento della carcassa di grossa selvaggina prelevata durante l’attività venatoria;
  • Realizzazione di due workshop formativi dedicati ai ristoratori sulle modalità di preparazione delle pietanze a base di carni selvatiche e sulle caratteristiche organolettiche delle stesse.
  • organizzazione di tre rassegne enogastronomiche “Selvatici e Buoni a tavola” con cene dedicate al progetto a Bergamo, in Val Seriana ed in Val di Scalve.
  • raccolta ed elaborazione di dati biometrici sottoposti ad analisi sanitarie per verificarne i valori nutrizionali
  • analisi sulla percezione della carne di selvaggina quale alternativa alla carne bovina in un gruppo di consumatori abituali di carne.

“Con “Selvatici e Buoni” abbiamo voluto dare un segnale di svolta sviluppando una filiera tracciata della selvaggina, valorizzando gli aspetti di sicurezza alimentare, tutela del patrimonio faunistico e rispetto dell’ambiente che stanno a cuore a Fondazione UNA – ha commentato Maurizio Zipponi, Presidente Fondazione UNA – il territorio di Bergamo ha fatto da pioniere; abbiamo infatti siglato un protocollo d’intesa con la Regione Lombardia per esportare il modello in altre province lombarde. Oltre a rappresentare un passo avanti in tema di sostenibilità della filiera alimentare, “Selvatici e Buoni” ha certamente dato nuovo impulso al turismo enogastronomico locale, dando ai ristoratori la possibilità di differenziarsi attraverso l’apposizione di una specifica vetrofania legata all’adesione al progetto”.

“Siamo orgogliosi di aver collaborato con Fondazione UNA a Selvatici e Buoni, dando il nostro contributo alla valorizzazione della filiera degli ungulati selvatici nel tentativo dSorice Selvatici e Buonii cambiarne la percezione da parte del consumatore. In un’ottica di valorizzazione gastronomica, infatti, un maggior grado di consapevolezza delle proprietà nutrizionali e di sostenibilità della carne di selvaggina e l’utilizzo di preparazioni gastronomiche adeguate possono rappresentare le prime basi per migliorarne la percezione” ha aggiunto Silvio Barbero, Vice Presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo.

Antonio Sorice – Direttore Dipartimento Veterinario ATS e Presidente SIMeVeP, ha commentato: “ho condiviso con entusiasmo sin dall’inizio ed ho seguito tutte in tutte le sue tappe il progetto, e posso affermare che il servizio veterinario è stato orgoglioso di essere al fianco di diverse azioni formative volte a migliorare la conoscenza e la sicurezza alimentare delle carni selvatiche, un requisito di qualità che spesso si considera scontato ma che scontato non è; il controllo della filiera dal punto di vista sanitario è fondamentale perché se il cibo non è sicuro…non è cibo!”.

Durante la conferenza stampa,moderata da Luca Pellicioli – Referente territoriale del progetto – sono intervenuti Maurizio Zipponi – Presidente Fondazione Una, Silvio Barbero – Vice presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo, Antonio Sorice – Presidente Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Paolo Lanfranchi – Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e diversi rappresentanti locali del mondo venatorio (tra cui Michele Bornaghi presidente Fidc Bergamo), delle istituzioni, della filiera alimentare e della ristorazione tra i quali Oscar Fusini – Direttore Ascom Bergamo, Silvio Magni – Fiduciario Condotta Slowfood Valli Orobiche e Maurizio Forchini di Promoserio).

Sulla base della sottoscrizione del manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione il comitato scientifico di “Selvatici e Buoni” ha scelto di assegnare la vetrofania biennale a 10 ristoranti della provincia:

Ristorante ‘Chalet Engadina’ (Vilminore di Scalve)
Osteria Bastioli(Vilminore di Scalve)
Ristorante ‘Peccati di Gola’ (Vilminore di Scalve)
Locanda Blum In (Rovetta)
Trattoria enogastronomica Selva di Gelso (Clusone)
RistOrobie (Cusio)
Osteria al Gigianca (Bergamo)
Noi restaurant (Bergamo)
Hosteria del vapore (Chiuduno)
Puro cibo e vino (Ranica)

Tale riconoscimento permetterà di distinguere i ristoratori del territorio bergamasco in materia di competenze nella gestione delle carni selvatiche. L’operato dei ristoratori sarà supervisionato da Fondazione UNA e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e sarà coordinato a livello locale dalla condotta Slowfood valli orobiche.

Fonte: Comunicato Fondazione Una

Il sito del progetto




Spiegato il meccanismo di replicazione del prione

PrionePer la prima volta nel mondo è stato realizzato un modello computazionale realistico che spiega il meccanismo di replicazione del prione, la proteina tossica che a metà degli anni Novanta è diventata famosa in tutto il mondo in quanto responsabile del “morbo della mucca pazza” o meglio dell’encefalopatia spongiforme bovina nei bovini e della malattia di Creutzfeldt-Jakob nell’uomo.

A descriverlo sulle pagine di PLOS Pathogens è stato il gruppo di ricerca dell’Istituto Telethon Dulbecco presso l’Università di Trento guidato da Emiliano Biasini, in collaborazione con il gruppo di Pietro Faccioli del dipartimento di Fisica dello stesso ateneo e afferente all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e altri due centri accademici in Spagna e Canada.

Lo studio permetterà di andare alla ricerca mirata di farmaci in grado di contrastare gravi malattie neurodegenerative ad oggi incurabili.

Leggi il comunicato integrale sul sito dell’INFN




Metodologie per la valutazione dell’idoneità e del benessere animale negli Interventi Assistiti con gli Animali

Interventi assistiti con gli animaliLe “Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)” del Ministero della Salute, approvate in Conferenza Stato-Regioni nel marzo 2015, definiscono gli standard operativi per la corretta e uniforme applicazione degli IAA nel territorio nazionale. L’efficacia di questi interventi innovativi dipende fortemente dalla qualità della relazione che il paziente stabilisce con l’animale, e quindi dalle condizioni di benessere dell’animale stesso.

A oggi, mancano tuttavia criteri e strumenti ampiamente condivisi per la valutazione del benessere e dell’idoneità e per la preparazione degli animali coinvolti negli IAA, un limite che deriva dalla eterogeneità degli approcci e protocolli utilizzati in questo tipo di programmi, e dalla relativa inadeguatezza degli strumenti di valutazione a nostra disposizione.

I ricercatori del Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale dell’Istituto Superiore di Sanità, con l’aiuto di alcuni esperti del settore, hanno riassunto le più recenti acquisizioni scientifiche e, sulle base di queste, elaborato protocolli utili in forma di schede raccolta dati organizzate per le specie animali coinvolte nelle attività di IAA (cavallo, cane, piccoli animali come gatto e coniglio).

Il rapporto intende allargare e approfondire alcune delle tematiche richiamate dalle Linee Guida, in particolare le caratteristiche etologiche degli animali coinvolti negli IAA, i loro requisiti sanitari e quelli comportamentali e si propone come riferimento per  medici veterinari, coadiutori dell’animale e, più in generale, per gli operatori del settore.

L’idea è quella di rappresentare il punto di partenza per un’auspicabile implementazione delle Linee Guida Nazionali per gli IAA attualmente vigenti, al fine di migliorare l’efficacia terapeutica di tali interventi attraverso una più consapevole gestione degli animali coinvolti partendo dal concetto di base che il benessere animale è il fulcro della costruzione di una “alleanza terapeutica”tra animale e utente.

Leggi il rapporto

Consulta anche il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali presso l’IZS delle Venezie

A cura della segreteria SIMeVeP




Il Regolamento UE 2017/625 sui controlli ufficiali. Cosa cambia?

Il 14 Dicembre 2019 segna una svolta importante nell’evoluzione dell’assetto normativo comunitario relativo ai controlli ufficiali della filiera agro-alimentare: tutti gli stati membri Ue saranno obbligati ad applicare il nuovo Regolamento UE 625/2017 sui controlli ufficiali (NRCU) entrato in vigore il 27 Aprile 2017.

Nell’occasione la Commissione europea e la presidenza finlandese organizzano la conferenza “Smarter rules for safer food and plant health” che si terrà a Bruxelles il 13 dicembre rivolta agli Stati membri, alle parti interessate, ai paesi terzi per condividere le migliori pratiche sugli elementi chiave del provvedimento e aumentare il livello di consapevolezza e preparazione tra gli Stati membri, le parti interessate e i partner commerciali.

Nel complesso il NRCU non apporta cambiamenti radicali nel modo in cui vengono condotti i controlli ufficiali su alimenti e mangimi e in altri settori, ma affronta alcune criticità tra cui la duplicazione e sovrapposizione di alcuni requisiti e il linguaggio poco chiaro e inconsistente, – semplifica il sistema dei controlli e consolida l’approccio integrato e rappresenta quindi non tanto una rivoluzione, quanto un’evoluzione dell’apparato normativo coerentemente con l’evoluzione del sistema agro-zootecnico.

Ma perchè è stato adottato il nuovo regolamento, quali sono i sui aspetti chiave e cosa cambia realmente per i controlli ufficiali a partire dal 14 dicembre?

Ce ne parla Maurizio Ferri, Delegato SIVeMP in UEVH e Coordinatore Scientifico SIMeVeP, in un documento così strutturato:

1. Introduzione
2. Perchè un nuovo regolamento sui controlli ufficiali?
3. Gli aspetti chiave del NRCU
3.1 Semplificazione ed efficienza
3.2 Modernizzazione (approccio basato sul rischio)
3.3 Trasparenza
3.4 Controlli anti frode
4. Miscellanea
4.1 Obblighi dell’Autorità Competente
4.2 Obblighi degli Operatori
4.3 Laboratori ufficiali e laboratori comunitari di riferimento
4.4 Controlli Ufficiali nei Posti di Controllo Frontaliero
4.5 Finanziamento dei Controlli Ufficiali
4.6 Certificazione Ufficiale
4.7 Assistenza Amministrativa e Collaborazione (AAC)
4.8 Piani di Controllo Nazionali Pluriennali (PCNP)
4.9 Programmi Coordinati di Controllo (PCC)
4.10 Nuovo Sistema Informatico per la Gestione delle Informazioni sui Controlli Ufficiali ed altre Attività Ufficiali (IMSOC)
4.11 L’art. 18 e i Controlli Ufficiali sui Prodotti di Origine Animale
5. Osservazioni finali

 

 




ECM Spreco alimentare – Firenze 3 ottobre 2019. On line programma e scheda di iscrizione

La SIMeVeP organizza il corso ECM “Da spreco a risorsa: utilizzo solidale delle “eccedenze” alimentari” che si terrà a Firenze il 3 ottobre 2019, rivolto ai medici veterinari in qualità di protagonisti nel recupero delle eccedenze e il contrasto allo spreco alimentare

I partecipanti avranno l’opportunità di acquisire conoscenze relative al significato di spreco lungo la catena alimentare e della shelf life dei prodotti, nonché aggiornamenti sulla normativa in materia, conseguendo competenze sulle molteplici possibilità di applicare, nel corso della loro attività professionale, processi di food saving al fine di poter  trasformare “lo spreco” in una risorsa.

Il corso è accreditato per 8 crediti Ecm ed è gratuito

Programma

Locandina

Scheda di iscrizione




Sicurezza alimentare e benessere animale: un binomio inscindibile, al via Vetmare 2019

Vetmare 2019E’ iniziato oggi a Pisciotta a Salerno, con la giornata dedicata a “Ambiente, Salute e Benessere Animale”, il corso Ecm “Sicurezza alimentare e benessere animale: un binomio inscindibile”  – Vetmare 2019 organizzato dalla SIMeVeP.

Il corso, che si concluderà il 6 luglio, intende formare Medici Veterinari in grado di gestire le criticità igienico-sanitarie in fase di produzione e commercializzazione di alimenti di origine animale alla luce della nuova normativa sui controlli ufficiali 625/2017.

Durante tutte le giornate verranno svolte esercitazione pratiche per le attività del controllo ufficiale svolto sia in fase di produzione –  attraverso attività sui pescherecci  – sia nella fase di commercializzazione.

Nella giornata di oggi sono stati affrontati i temi quali “Registro tumori animali ed epidemiologia ambientale veterinaria”, con una relazione a cura del Prof. Orlando Paciello Università di Napoli Federico II e “Malattie da vettori e global warming” con una relazione del Prof. Giuseppe IovaneUniversità di Napoli Federico II

Domani la giornata di studio sarà poi dedicata alle zoonosi emergenti e al benessere animale. Interverranno il Prof. Ugo Pagnini Università di Napoli Federico II con ala relazione “Animali selvatici e zoonosi emergenti” e il Dott. Franco Consalvo, Dirigente Veterinario ASL Salerno che affronterà il tema del “Benessere animale in allevamento”.

Programma completo




Funghi, nuovo parere del CNSA

Funghi secchiLa Sezione 1 del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA) ha rivalutato la problematica già esaminata nel parere n. 21 del 24/01/2018: “Rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili ad occhio nudo in funghi conservati”, a seguito di una nuova richiesta di valutazione da parte della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti (DGISAN) alla luce della relazione finale dello studio svolto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), commissionato dall’Associazione italiana industrie prodotti alimentari (AIIPA), e del Piano Regionale Integrato dei controlli di sicurezza Alimentare (PRISA) della Regione Piemonte che propone come criterio di accettabilità: “una infestazione media non superiore a 100 o più larve di lunghezza pari o superiore a 2mm per 15 grammi di funghi secchi o 100 grammi di funghi sgocciolati e relativa quantità di liquido” e “una presenza media non superiore a 20 o più larve di lunghezza pari o superiore a 4 mm per 100 grammi di funghi sgocciolati e relativa quantità di liquido oppure 15 grammi di funghi secchi”.

L’analisi attuale consente di confermare le conclusioni del parere del 2018 riguardo l’assenza, ad oggi, di dati scientifici che dimostrino un possibile rischio chimico-tossicologico e/o microbiologico correlato alla presenza di larve di ditteri nei funghi conservati, evidenziando per contro il potenziale e importante rischio allergologico determinato dalla presenza nelle larve di ditteri di tropomiosina (pan-allergene), o di suoi epitopi, anche dopo cottura e anche per minime quantità. La Sezione 1 del CNSA ritiene, pertanto, importante cercare di minimizzare il potenziale rischio allergologico attraverso le seguenti azioni: – informare i consumatori circa l’esposizione a potenziali allergeni a seguito del consumo di funghi conservati; Ministero della Salute 2 – raccomandare di non superare (fino a scadenza dei due anni a partire dal 24 gennaio 2018) il n. di larve di ditteri nei funghi già riportato nel parere CNSA n. 21 del 24 gennaio 2018, con il limite già previsto per il n. di larve di ditteri ≥ a 2 mm, ma comunque non superiori a 4 mm; – ridurre, dopo il 24 gennaio 2020, a valori compresi fra 0 e 5 larve ≤ a 2 mm il n. di larve di ditteri presenti in 15 g di fungo secco/100 g sgocciolati e relativa quantità di liquido.

Parere CNSA sul rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili ad occhio nudo in funghi conservati

Fonte: Ministero della salute




La difficile lettura delle norme

Spesso le norme italiane – leggi, regolamenti e decreti di varia natura –  risultano non solo di non facile interpretazione, ma anche di difficile comprensione. Cioè è dovuto ad esempio ai continui rimandi ad altre norme contenuti nel testo o anche alle previsioni di decreti attuativi da emanare successivamente.

A questo tema, con particolare riferimento alla Legge 24/2017 cd “legge Gelli” è dedicato l’approfondimento per “La Settimana Veterinaria” del Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone leggi