Emervet a “Amatrice K9 SAR CAMP”

Emervet partecipa all’esercitazione di protezione civile con unità cinofile  per la ricerca di persone disperse sotto le macerie e in superficie “AMATRICE – K9 SAR CAMP – 2019” organizzata da S.O.S. Roma Soccorso che si svolgerà il 12 e 13 ottobre

Uscire dalla routine e dalla sicurezza del lavoro di campo, verificare le proprie capacità organizzative di gestione e velocità di intervento, il tutto in un’esercitazione H24 senza sapere come dove e quando si verrà chiamati ad intervenire.
Confrontarsi con le proprie paure, con la fiducia verso il proprio compagno, con la propria squadra, lavorare sulle macerie nel buio e freddo della notte per trovare chi è sepolto la sotto, il tutto in uno scenario drammaticamente reale.
AMATRICE K9 SAR CAMP è tutto questo!




Le decisioni adottate dal Codex Alimentarius

Codex AlimentariusLa Commissione del Codex Alimentarius per le norme alimentari delle Nazioni Unite si è riunita presso la FAO a Ginevra dall’ 8 al 12 luglio 2019 per adottare standard di sicurezza alimentare e di qualità.

Il Codex Alimentarius, incaricato di proteggere la salute dei consumatori e di assicurare pratiche corrette nel commercio alimentare, è un’iniziativa congiunta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). La Commissione del Codex Alimentarius è composta da delegati di 188 paesi più l’Unione Europea e si riunisce annualmente.

Queste le decisioni di interesse veterinario, anche non diretto, che sono state adottate nella 42° Sessione della Commissione:

  • Piano strategico 2020-2025
    APPROVATO – 10 luglio 2019

La Commissione del Codex Alimentarius ha approvato il piano strategico per il periodo 2020-2025. Il piano strategico fornisce un orientamento e una guida di alto livello per il lavoro della Commissione (CAC). Si basa sul documento attuale e conferma quanto sia importante gestire le questioni critiche ed emergenti, supportare gli standard con analisi dei rischi e prove scientifiche, nonché promuovere e agevolare la partecipazione di tutti i membri nella fase di impostazione degli standard.

Il piano prevede un nuovo obiettivo – incentrato sull’uso e sull’impatto degli standard del Codex – che mira a sensibilizzare ed esplorare come possano essere dosati l’uso e l’impatto degli standard del Codex e come questi potrebbero essere adattati al meglio in base alle esigenze dei membri. I piani di implementazione saranno discussi dai Comitati di coordinamento FAO/OMS, che si riuniranno nelle sei regioni del Codex tra settembre e novembre 2019.

  • Nuovo lavoro sullo sviluppo di linee guida per il controllo dell’Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) nella carne di manzo, verdure a foglia verde, latte crudo, formaggi prodotti con latte crudo e germogli
    APPROVATO – 9 luglio 2019

La Commissione del Codex Alimentarius ha approvato il nuovo lavoro sullo sviluppo di linee guida per il controllo dell’Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) nella carne di manzo, verdure a foglia verde, latte crudo, formaggi prodotti con latte crudo e germogli (semi germogliati). Le infezioni da STEC sono un’importante causa di malattie trasmesse dagli alimenti e sono state associate a una serie di patologie, dalla leggera diarrea all’insufficienza renale. Il Comitato del Codex per l’igiene alimentare svilupperà le linee guida a supporto della gestione del rischio di infezione da STEC in queste materie prime.

  • Linee guida per composti a basso rischio per la salute pubblica che potrebbero essere esclusi dalla definizione dei livelli massimi di residui (MRL)
    APPROVATO – 9 luglio 2019

Vista la crescente preoccupazione per la salute pubblica espressa da organismi scientifici, consumatori, associazioni per la tutela dei consumatori ed agenzie preposte alla gestione del rischio in tutto il mondo, lo scenario normativo globale per i pesticidi di origine chimica impone restrizioni sempre maggiori su questa tipologia di prodotti. Tuttavia altri tipi di prodotti fitosanitari – ad esempio i biopesticidi – stanno diventando sempre più disponibili. Negli ultimi 5 anni il mercato dei biopesticidi è cresciuto tra il 12 e il 17% all’anno – una crescita due o tre volte più rapida rispetto a quella del mercato dei pesticidi chimici – e gli strumenti di controllo non chimico e biologico svolgono un ruolo sempre più importante nell’implementazione degli approcci per la gestione integrata delle specie nocive (IPM, Integrated Pest Management). Questi prodotti sono generalmente a basso rischio per la salute pubblica, tuttavia è nondimeno importante stabilire standard internazionali per garantirne l’uso sicuro. Questo nuovo lavoro mira a stabilire linee guida per armonizzare i concetti e i criteri per il riconoscimento dei pesticidi a basso rischio per la salute pubblica e che potrebbero essere esclusi dalla definizione dei livelli massimi di residui del Codex.

  • Nuovo lavoro sulle vendite via internet/e-commerce
    APPROVATO – 9 luglio 2019

Internet e l’e-commerce stanno cambiando le modalità di commercializzazione e vendita diretta ai consumatori, affermandosi come nuove piattaforme per gli alimenti e ponendo nuove sfide su come trasmettere ai clienti le informazioni sulla qualità e sulla salubrità degli alimenti. A tutt’oggi non esistono indicazioni standardizzate per l’etichettatura dei prodotti alimentari venduti via internet/e-commerce, il che solleva notevoli problemi in termini di salute, salubrità alimentare e tutela delle norme corrette nel commercio alimentare. Mentre alcuni Paesi hanno adottato norme specifiche per l’e-commerce, la crescita di questa piattaforma e la sua natura transfrontaliera indicano che è importante mantenere una certa coerenza a livello globale per garantire la tutela dei consumatori e ridurre al minimo gli ostacoli agli scambi commerciali che potrebbero insorgere da approcci diversi. In linea con il piano strategico per la gestione delle problematiche del caso, la Commissione ha accettato di affrontare la questione – quanto mai di grande attualità – avviando un nuovo lavoro sull’etichettatura dei prodotti alimentari venduti via internet/e-commerce. Il nuovo testo verrà integrato nello Standard generale per l’etichettatura degli alimenti preconfezionati.

  • Nuovo lavoro sull’etichettatura degli allergeni
    APPROVATO – 9 luglio 2019

La dichiarazione degli alimenti o ingredienti che notoriamente causano ipersensibilità (detta etichettatura degli allergeni) ha lo scopo di fornire informazioni chiare e precise sulla presenza di allergeni (o sostanze) negli alimenti, affinché i consumatori possano fare scelte alimentari sicure. Ciò è particolarmente importante date le potenziali conseguenze letali per i soggetti affetti da allergie alimentari, in quanto la prevalenza di questi disturbi è in aumento in molte parti del mondo.

Data la gravità delle allergie alimentari e le loro conseguenze sulla salute – nonché la crescente complessità della filiera alimentare – questo nuovo lavoro verrà integrato nelle attuali disposizioni sull’etichettatura degli allergeni dello Standard generale per l’etichettatura degli alimenti preconfezionati. Fornirà maggiori informazioni per il settore su come andrebbero indicati gli allergeni sulle etichette degli alimenti per garantire la tutela dei consumatori e promuovere l’armonizzazione dell’etichettatura degli allergeni.

Questo nuovo lavoro integra inoltre il recente lavoro del Comitato del Codex sull’igiene alimentare (CCFH) relativo alla proposta di un Codice di condotta per operatori del settore alimentare per la gestione degli allergeni alimentari, che fornisce indicazioni sulla gestione degli allergeni lungo l’intera filiera alimentare e promuove l’inclusione delle pratiche di gestione degli allergeni come buone pratiche igieniche (GHP) e, a seconda dei casi, il sistema HACCP relativo alla produzione, alla vendita e ai servizi di ristorazione.

  • Proposta di linee guida per la rapida analisi dei rischi in seguito a casi di rilevamento di contaminanti negli alimenti per i quali non è prevista alcuna regolamentazione
    APPROVATO – 9 luglio 2019

Il numero di rilevamenti di contaminanti chimici negli alimenti per i quali non è prevista alcuna regolamentazione è in aumento a causa della diversità delle forniture alimentari e anche grazie alle avanzate funzioni di analisi. In caso di rilevamento i risk manager devono intervenire in modo da garantire la corretta tutela della salute pubblica, tenendo inoltre conto dell’equità commerciale. Le nuove linee guida forniscono un approccio per assistere i governi nella rapida analisi dei casi di rilevamento di contaminanti negli alimenti per i quali non è prevista alcuna regolamentazione. Applicando l’analisi rapida dei rischi, le autorità sono in grado di tutelare adeguatamente la salute pubblica, garantendo al tempo stesso la sicurezza alimentare e riducendo gli sprechi al minimo.

 

  • Livelli massimi per i residui di pesticidi negli alimenti
    APPROVATO – 9 luglio 2019

La Commissione del Codex Alimentarius ha adottato i livelli massimi per i residui di oltre 30 pesticidi diversi in vari alimenti, tra cui colture (orzo, segale e riso), verdure (aglio, cetrioli e piselli), frutta (banane, arance e uva) e prodotti di origine animale (latte, uova e pollame). Tradurre in meno di un anno i risultati delle riunioni degli esperti FAO/OMS sui residui di pesticidi nel relativo elenco (LMR) del Codex è stato un risultato notevole.

I pesticidi sono sostanze chimiche utilizzate per eliminare insetti, erbe infestanti e altri parassiti per evitare danni alle colture. Anche se utilizzati secondo le migliori pratiche, bassi livelli di residui di pesticidi possono finire negli alimenti. I livelli massimi mirano a garantire che i residui di pesticidi non nuociano alla salute umana e si basano sulla valutazione del rischio fornita dal Comitato congiunto di esperti FAO/OMS sui residui di pesticidi (JMPR).

  • Allineamento degli additivi alimentari e piena integrazione nello Standard generale per gli additivi alimentari (GSFA)
    APPROVATO – 9 luglio 2019

Il compromesso raggiunto dal Comitato del Codex sugli Additivi Alimentari ha dato alla Commissione del Codex Alimentarius l’opportunità di riconoscere le variazioni geografiche nell’uso degli additivi alimentari, concordando al tempo stesso gli standard globali per la loro salubrità.

Per gli additivi alimentari sono previste 27 classi funzionali, tra cui: conservanti, che prolungano la durata di conservazione di un alimento proteggendo dal deterioramento causato dai microrganismi; antiossidanti, che prolungano la durata della conservazione degli alimenti proteggendoli dal deperimento causato dall’ossidazione; stabilizzanti, che consentono di mantenere uniforme la dispersione di due o più componenti; coloranti, che aggiungono o ridanno colore agli alimenti. La salubrità degli additivi alimentari è valutata dal Comitato congiunto di esperti FAO/OMS sugli additivi alimentari (JECFA). La Commissione del Codex Alimentarius (CAC) ha convenuto che l’uso di citrato di trisodio nel latte fluido dovrebbe essere riconsiderato dal Comitato del Codex sugli Additivi Alimentari (CFFA).

A cura della segreteria SIMeVeP




In arrivo l’aggiornamento dell’Elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale

Specie esotiche invasiveLa commissione europea sta per includere 17 nuove specie aliene invasive – fra cui un uccello (Acridotheres tristis), un invertebrato (Arthurdendyus triangulates) e due pesci (Lepomis gibbosus e Plotosus lineatus) –  nell’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale in applicazione del Regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio “Disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, in vigore dal 1° gennaio 2015.

Per «specie esotica», o aliena, si intende qualsiasi esemplare vivo di animali, piante, funghi o microrganismi spostato, volontariamente o incidentamlemente, al di fuori del suo areale naturale; queste specie sono definite invasive quando la loro l’introduzione o diffusione minaccia la biodiversità e i servizi ecosistemici collegati, o comunque ha effetti negativi su di essi.

Le specie esotiche invasive sono considerate di “rilevanza unionale” quando i loro effetti negativi sono considerati tali da richiedere un intervento a livello di Unione e sono incluse nell’elenco dell’Unione solo se rispondono a tutti i seguenti criteri:

  • risultano, in base alle prove scientifiche disponibili, estranee al territorio dell’Unione eccetto le regioni ultraperiferiche;
  • risultano, in base alle prove scientifiche disponibili, in grado di insediare una popolazione vitale e diffondersi nell’ambiente, alle condizioni climatiche attuali e alle condizioni climatiche conseguenti a ipotizzabili cambiamenti climatici, in una regione biogeografica condivisa da più di due Stati membri o una sottoregione marina eccetto le loro regioni ultra periferiche;
  • in base alle prove scientifiche disponibili, produrranno probabilmente un effetto negativo significativo sulla biodiversità o sui servizi ecosistemici collegati e potrebbero inoltre generare conseguenze negative sulla salute umana o l’economia;
  • è dimostrato, in base a una valutazione dei rischi eseguita in conformità dell’articolo 5, paragrafo 1, che risulta necessario un intervento concertato a livello di Unione per prevenirne l’introduzione, l’insediamento o la diffusione;
  • l’iscrizione nell’elenco dell’Unione porterà probabilmente a prevenire, ridurre al minimo o mitigare efficacemente il loro effetto negativo

Il primo elenco è entrato in vigore ad agosto 2016 con l’inserimento di 37 specie, un primo aggiornamento, nell’agosto 2017, ha aggiunto 12 nuove specie. Un riesame globale verrà effettuato a 6 anni dall’adozione del primo elenco. Le specie da inserire nell’elenco vengono identificate in base a una specifica valutazione del rischio condotta a livello europeo.

La lista consolidata con le specie aliene inserite nell’elenco di rilevanza unionale è diponibile qui

L’aggiornamento attuale deve ancora essere adottato con regolamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea

A cura della segreteria SIMeVeP




Min Ambiente: da gennaio nuova Direzione per Economia circolare

economia circolareIntervenendo agli Stati generali della green economy su “Green New Deal e sfida climatica: obiettivi e percorso al 2030”, il ministro dellm ‘Ambiente, Sergio Costa  ha evidenziato l’importanza di cogliere l’occasione unica di coniugare economia e ambiente grazie anche ai quattro provvedimenti legislativi in corso di approvazione: il decreto Clima, la legge di stabilità, la Nadef e il collegato ambientale. “Qualcosa sta iniziando a cambiare – ha affermato. C’è qualcosa di nuovo. Finalmente si sta parlando in maniera evolutiva di ambiente, finalmente si sta parlando di sviluppo ecosostenibile. Oggi c’è una risposta: iniziamo a declinarla positivamente“.

Rivolgendosi alle imprese, il ministro ha detto che nel prossimo “Cdm sarà approvato il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri di riordino del ministero dell’Ambiente, che istituisce la Direzione generale per l’economia circolare, con cui voi aziende potrete interfacciarvi. Sarà un riferimento normativo valido per declinare le norme sul territorio”.

 




6° World One Health Congress

One health congressoIl 6° Congresso Mondiale della Salute Unica si svolgerà a Edimburgo, in Scozia, dal 14 al 18 giugno 2020 e riunirà 1.500 sostenitori provenienti da tutto il mondo del paradigma “One Health”, basato sull’approccio unificato alla medicina umana e veterinaria per migliorare la Salute Globale

Organizzata dalla One Health Platform, l’Università di Edimburgo e da SADICS – Africa Centre of Excellence for Infectious Diseases of Humans and Animals in Eastern and Southern Africa, la conferenza intende evidenziare i recenti progressi scientifici e stimoleare il dibattito su nuovi dati di ricerca

Gli abstract su una serie di temi legati al paradigma One Health, tra cui zoonosi, malattie infettive emergenti e riemergenti, resistenza antimicrobica e documenti relativi all’interfaccia fra policy e scienza e alla sicurezza sanitaria globale possono essere presentati entro il 15 gennaio 2020.

Programma e temi trattati

Per maggiori informazioni: https://www.onehealthplatform.com/wohc/home

A cura della segreteria SIMeVeP




All’IZS Palermo il centro di coordinamento scientifico REMESA

RemesaREMESA (Réseau Méditerranéen de Santé Animale – Rete per la salute degli animali del Mediterraneo) è la rete di collaborazione nel campo della sanità animale fra i 15 Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Mauritania, Egitto, Libano, Giordania, Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro) per rafforzare la lotta alle principali malattie transfrontaliere, attraverso la sorveglianza epidemiologica, la diagnosi precoce e la creazione di un sistema efficace di protezione dall’introduzione di malattie contagiose per gli animali, emergenti o consolidate, e che possono costituire un pericolo anche per la salute dell’uomo.

E’ nata nel 2009 sulla spinta dei capi servizi veterinari di 10 paesi (Algeria, Tunisia, Libia, Mauritania, Marocco, Egitto, Italia, Francia, Spagna, Portogallo), ed è guidata da un Comitato Permanente Congiunto (CPC) costituito dai Capi dei Servizi Veterinari dei Paesi aderenti, da un rappresentante di OIE e FAO nonché dai rappresentanti delle Organizzazioni internazionali territoriali: Unione Europea e Unione Maghrebina Africana. Il CPC si riunisce almeno una volta all’anno sotto la presidenza congiunta di un Paese del nord e di un Paese del sud del Mediterraneo;  l’Italia ha avuto la presidenza nel 2017 insieme alla Giordania e in quell’anno ha organizzato il 14° Comitato Permanente congiunto a Napoli.

Remesa è inoltre  articolata in 4 sotto reti o gruppi di lavoro, che sviluppano le attività in collaborazione fra loro:

  • RELABSA – ANIMAL HEALTH LABORATORIES NETWORK OF REMESA: la rete dei laboratori diagnostici veterinari, che intende innalzare il livello tecnico e il livello di collaborazione di tutti i laboratori nazionali di diagnostica veterinaria della regione mediterranea attraverso la formazione, il supporto tecnico e lo scambio di informazioni.
  • REPIVET –  VETERINARY EPIDEMIO-SURVEILLANCE NETWORK OF REMESA: la rete di epidemiologia e sorveglianza che attraverso il collegamento delle reti nazionali di sorveglianza epidemiologica si propone lo scambio tempestivo di informazioni fondamentali per rilevare e segnalare epidemie ed evitarne la diffusione.
  • RECOMSA – ANIMAL HEALTH COMMUNICATION NETWORK OF REMESA, la rete di comunicazione in salute animale per coinvolgere i membri della comunicazione multidisciplinare e facilitare gli scambi tra i protagonisti della comunicazione nella salute degli animali sviluppando aree di collaborazione tra gruppi di comunicazione, veterinari, personale della sanità pubblica, professionisti del settore della produzione animale e altri attori della società civile.
  • RESEPSA – SOCIO-ECONOMY NETWORK FOR PRODUCTION AND ANIMAL HEALTH: la rete socioeconomica per la produzione e la salute animale per il dialogo tra i diversi attori del settore zootecnico e della salute degli animali. Attraverso il coinvolgimento dei servizi veterinari nazionali e regionali, nonché piccoli, medi e grandi agricoltori – principali beneficiari di questa rete – si intende aumentarne la consapevolezza sull’impatto socioeconomico delle malattie transfrontaliere degli animali, sull’importanza delle misure di biosicurezza, della prevenzione e della profilassi, dello studio e della conservazione delle risorse genetiche animali locali.

L’incontro del CPC dello scorso 26 giugno 2019 al Cairo, sotto la co-presidenza di Egitto e Cipro, ha approvato una risoluzione in base alla quale la sede di Palermo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia sarà Centro di coordinamento scientifico e tecnico del REMESA.

Il Centro di Coordinamento si occuperà dello sviluppo delle attività individuate a livello strategico dai Capi dei servizi veterinari e dal Segretariato FAO/OIE del REMESA, lavorando all’identificazione degli orientamenti strategici, alla validazione dei piani di lavoro pluriennali e al controllo dei risultati.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Selvatici e Buoni, presentato il “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”

selvatici e buoniLa carne da selvaggina è una scelta buona, sana e sostenibile: presenta meno grassi rispetto ad altre carni, ha un rapporto favorevole di acidi grassi Omega-3/6 e limita l’impatto ambientale, in particolare il consumo di terreno e di acqua, rispetto a quella prodotta allevamenti intensivi. Sulla base di tali considerazioni Fondazione UNA (Uomo, Natura, Ambiente) ha scelto di avviare il progetto“SELVATICI E BUONI: una filiera alimentare da valorizzare”, progetto nato con l’obiettivo di creare una filiera riconosciuta e sostenibile delle carni selvatiche e che è stato realizzato per la prima volta sul territorio di Bergamo.

Il risultato più importante, comunicato nel corso di una conferenza svoltasi presso lo ‘spazio viterbi’ del Palazzo della Provincia di Bergamo, con il Patrocinio della stessa Provincia e dell’ATS Bergamo, è rappresentato dalla condivisione di un “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”, attraverso il quale i ristoratori del territorio si sono impegnati a rispettare 10 principi chiave che mirano alla valorizzazione della scelta sana e sostenibile delle carni selvatiche. Il manifesto è stato redatto dall’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, capofila scientifico del progetto con il supporto della condotta slowfood valli orobiche.

Il percorso di “Selvatici e buoni” ha avuto inizio nel territorio bergamasco a settembre 2017 e nel corso del triennio ha visto la realizzazione delle seguenti azioni:

  • sviluppo di percorsi formativi in grado di fornire al cacciatore tutte le informazioni tecniche ed operative in merito al corretto trattamento della carcassa di grossa selvaggina prelevata durante l’attività venatoria;
  • Realizzazione di due workshop formativi dedicati ai ristoratori sulle modalità di preparazione delle pietanze a base di carni selvatiche e sulle caratteristiche organolettiche delle stesse.
  • organizzazione di tre rassegne enogastronomiche “Selvatici e Buoni a tavola” con cene dedicate al progetto a Bergamo, in Val Seriana ed in Val di Scalve.
  • raccolta ed elaborazione di dati biometrici sottoposti ad analisi sanitarie per verificarne i valori nutrizionali
  • analisi sulla percezione della carne di selvaggina quale alternativa alla carne bovina in un gruppo di consumatori abituali di carne.

“Con “Selvatici e Buoni” abbiamo voluto dare un segnale di svolta sviluppando una filiera tracciata della selvaggina, valorizzando gli aspetti di sicurezza alimentare, tutela del patrimonio faunistico e rispetto dell’ambiente che stanno a cuore a Fondazione UNA – ha commentato Maurizio Zipponi, Presidente Fondazione UNA – il territorio di Bergamo ha fatto da pioniere; abbiamo infatti siglato un protocollo d’intesa con la Regione Lombardia per esportare il modello in altre province lombarde. Oltre a rappresentare un passo avanti in tema di sostenibilità della filiera alimentare, “Selvatici e Buoni” ha certamente dato nuovo impulso al turismo enogastronomico locale, dando ai ristoratori la possibilità di differenziarsi attraverso l’apposizione di una specifica vetrofania legata all’adesione al progetto”.

“Siamo orgogliosi di aver collaborato con Fondazione UNA a Selvatici e Buoni, dando il nostro contributo alla valorizzazione della filiera degli ungulati selvatici nel tentativo dSorice Selvatici e Buonii cambiarne la percezione da parte del consumatore. In un’ottica di valorizzazione gastronomica, infatti, un maggior grado di consapevolezza delle proprietà nutrizionali e di sostenibilità della carne di selvaggina e l’utilizzo di preparazioni gastronomiche adeguate possono rappresentare le prime basi per migliorarne la percezione” ha aggiunto Silvio Barbero, Vice Presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo.

Antonio Sorice – Direttore Dipartimento Veterinario ATS e Presidente SIMeVeP, ha commentato: “ho condiviso con entusiasmo sin dall’inizio ed ho seguito tutte in tutte le sue tappe il progetto, e posso affermare che il servizio veterinario è stato orgoglioso di essere al fianco di diverse azioni formative volte a migliorare la conoscenza e la sicurezza alimentare delle carni selvatiche, un requisito di qualità che spesso si considera scontato ma che scontato non è; il controllo della filiera dal punto di vista sanitario è fondamentale perché se il cibo non è sicuro…non è cibo!”.

Durante la conferenza stampa,moderata da Luca Pellicioli – Referente territoriale del progetto – sono intervenuti Maurizio Zipponi – Presidente Fondazione Una, Silvio Barbero – Vice presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo, Antonio Sorice – Presidente Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Paolo Lanfranchi – Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e diversi rappresentanti locali del mondo venatorio (tra cui Michele Bornaghi presidente Fidc Bergamo), delle istituzioni, della filiera alimentare e della ristorazione tra i quali Oscar Fusini – Direttore Ascom Bergamo, Silvio Magni – Fiduciario Condotta Slowfood Valli Orobiche e Maurizio Forchini di Promoserio).

Sulla base della sottoscrizione del manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione il comitato scientifico di “Selvatici e Buoni” ha scelto di assegnare la vetrofania biennale a 10 ristoranti della provincia:

Ristorante ‘Chalet Engadina’ (Vilminore di Scalve)
Osteria Bastioli(Vilminore di Scalve)
Ristorante ‘Peccati di Gola’ (Vilminore di Scalve)
Locanda Blum In (Rovetta)
Trattoria enogastronomica Selva di Gelso (Clusone)
RistOrobie (Cusio)
Osteria al Gigianca (Bergamo)
Noi restaurant (Bergamo)
Hosteria del vapore (Chiuduno)
Puro cibo e vino (Ranica)

Tale riconoscimento permetterà di distinguere i ristoratori del territorio bergamasco in materia di competenze nella gestione delle carni selvatiche. L’operato dei ristoratori sarà supervisionato da Fondazione UNA e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e sarà coordinato a livello locale dalla condotta Slowfood valli orobiche.

Fonte: Comunicato Fondazione Una

Il sito del progetto




Spiegato il meccanismo di replicazione del prione

PrionePer la prima volta nel mondo è stato realizzato un modello computazionale realistico che spiega il meccanismo di replicazione del prione, la proteina tossica che a metà degli anni Novanta è diventata famosa in tutto il mondo in quanto responsabile del “morbo della mucca pazza” o meglio dell’encefalopatia spongiforme bovina nei bovini e della malattia di Creutzfeldt-Jakob nell’uomo.

A descriverlo sulle pagine di PLOS Pathogens è stato il gruppo di ricerca dell’Istituto Telethon Dulbecco presso l’Università di Trento guidato da Emiliano Biasini, in collaborazione con il gruppo di Pietro Faccioli del dipartimento di Fisica dello stesso ateneo e afferente all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e altri due centri accademici in Spagna e Canada.

Lo studio permetterà di andare alla ricerca mirata di farmaci in grado di contrastare gravi malattie neurodegenerative ad oggi incurabili.

Leggi il comunicato integrale sul sito dell’INFN




Metodologie per la valutazione dell’idoneità e del benessere animale negli Interventi Assistiti con gli Animali

Interventi assistiti con gli animaliLe “Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)” del Ministero della Salute, approvate in Conferenza Stato-Regioni nel marzo 2015, definiscono gli standard operativi per la corretta e uniforme applicazione degli IAA nel territorio nazionale. L’efficacia di questi interventi innovativi dipende fortemente dalla qualità della relazione che il paziente stabilisce con l’animale, e quindi dalle condizioni di benessere dell’animale stesso.

A oggi, mancano tuttavia criteri e strumenti ampiamente condivisi per la valutazione del benessere e dell’idoneità e per la preparazione degli animali coinvolti negli IAA, un limite che deriva dalla eterogeneità degli approcci e protocolli utilizzati in questo tipo di programmi, e dalla relativa inadeguatezza degli strumenti di valutazione a nostra disposizione.

I ricercatori del Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale dell’Istituto Superiore di Sanità, con l’aiuto di alcuni esperti del settore, hanno riassunto le più recenti acquisizioni scientifiche e, sulle base di queste, elaborato protocolli utili in forma di schede raccolta dati organizzate per le specie animali coinvolte nelle attività di IAA (cavallo, cane, piccoli animali come gatto e coniglio).

Il rapporto intende allargare e approfondire alcune delle tematiche richiamate dalle Linee Guida, in particolare le caratteristiche etologiche degli animali coinvolti negli IAA, i loro requisiti sanitari e quelli comportamentali e si propone come riferimento per  medici veterinari, coadiutori dell’animale e, più in generale, per gli operatori del settore.

L’idea è quella di rappresentare il punto di partenza per un’auspicabile implementazione delle Linee Guida Nazionali per gli IAA attualmente vigenti, al fine di migliorare l’efficacia terapeutica di tali interventi attraverso una più consapevole gestione degli animali coinvolti partendo dal concetto di base che il benessere animale è il fulcro della costruzione di una “alleanza terapeutica”tra animale e utente.

Leggi il rapporto

Consulta anche il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali presso l’IZS delle Venezie

A cura della segreteria SIMeVeP




Il Regolamento UE 2017/625 sui controlli ufficiali. Cosa cambia?

Il 14 Dicembre 2019 segna una svolta importante nell’evoluzione dell’assetto normativo comunitario relativo ai controlli ufficiali della filiera agro-alimentare: tutti gli stati membri Ue saranno obbligati ad applicare il nuovo Regolamento UE 625/2017 sui controlli ufficiali (NRCU) entrato in vigore il 27 Aprile 2017.

Nell’occasione la Commissione europea e la presidenza finlandese organizzano la conferenza “Smarter rules for safer food and plant health” che si terrà a Bruxelles il 13 dicembre rivolta agli Stati membri, alle parti interessate, ai paesi terzi per condividere le migliori pratiche sugli elementi chiave del provvedimento e aumentare il livello di consapevolezza e preparazione tra gli Stati membri, le parti interessate e i partner commerciali.

Nel complesso il NRCU non apporta cambiamenti radicali nel modo in cui vengono condotti i controlli ufficiali su alimenti e mangimi e in altri settori, ma affronta alcune criticità tra cui la duplicazione e sovrapposizione di alcuni requisiti e il linguaggio poco chiaro e inconsistente, – semplifica il sistema dei controlli e consolida l’approccio integrato e rappresenta quindi non tanto una rivoluzione, quanto un’evoluzione dell’apparato normativo coerentemente con l’evoluzione del sistema agro-zootecnico.

Ma perchè è stato adottato il nuovo regolamento, quali sono i sui aspetti chiave e cosa cambia realmente per i controlli ufficiali a partire dal 14 dicembre?

Ce ne parla Maurizio Ferri, Delegato SIVeMP in UEVH e Coordinatore Scientifico SIMeVeP, in un documento così strutturato:

1. Introduzione
2. Perchè un nuovo regolamento sui controlli ufficiali?
3. Gli aspetti chiave del NRCU
3.1 Semplificazione ed efficienza
3.2 Modernizzazione (approccio basato sul rischio)
3.3 Trasparenza
3.4 Controlli anti frode
4. Miscellanea
4.1 Obblighi dell’Autorità Competente
4.2 Obblighi degli Operatori
4.3 Laboratori ufficiali e laboratori comunitari di riferimento
4.4 Controlli Ufficiali nei Posti di Controllo Frontaliero
4.5 Finanziamento dei Controlli Ufficiali
4.6 Certificazione Ufficiale
4.7 Assistenza Amministrativa e Collaborazione (AAC)
4.8 Piani di Controllo Nazionali Pluriennali (PCNP)
4.9 Programmi Coordinati di Controllo (PCC)
4.10 Nuovo Sistema Informatico per la Gestione delle Informazioni sui Controlli Ufficiali ed altre Attività Ufficiali (IMSOC)
4.11 L’art. 18 e i Controlli Ufficiali sui Prodotti di Origine Animale
5. Osservazioni finali