All’IZS Piemonte Liguria e Val d’Aosta il centro di referenza nazionale sulle allergie alimentari

Allergie alimentari«Il riconoscimento da parte del Ministero della Salute dell’Istituto zooprofilattico come Centro di Referenza Nazionale per la rilevazione negli alimenti di sostanze e prodotti che provocano allergie e intolleranze è la dimostrazione della lungimiranza con cui il nostro Istituto ha saputo creare le competenze e le professionalità necessarie a fornire un servizio di eccellenza su uno dei temi emergenti nell’ambito della sanità alimentare. Un percorso avviato dall’Istituto zooprofilattico ben prima che l’Europa emanasse, appena nel 2011, il regolamento sul diritto dei consumatori all’informazione sugli alimenti. Oggi l’Istituto effettua dalle 400 alle 800 analisi all’anno per la verifica della presenza di glutine negli alimenti da inserire o presenti in prontuario. Quanto agli altri allergeni, grazie anche alla sensibilità mostrata dalle Regioni di appartenenza dell’Ente (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), che hanno inserito la ricerca nei programmi di controllo ufficiale, si è passati da 513 campioni analizzati nel 2016 ai 1300 del 2018. Un risultato davvero encomiabile».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, al termine della visita a sorpresa effettuata alla sede dell’Istituto zooprofilattico in via Bologna 148, dove ha preso visione del laboratorio analisi sulle allergie alimentari “promosso” dal Ministero, complimentandosi con il direttore facente funzioni Angelo Ferrari: presenti anche Piero Durando consigliere di amministrazione, Bruno Osella, direttore amministrativo e Manila Bianchi del Centro di referenza allergeni.

«Il ruolo dell’Istituto zooprofilattico – ha aggiunto Icardi – è fondamentale per un approccio globale alla sanità pubblica, attraverso la condivisione dei dati e la corretta formazione e informazione, in aderenza alla effettiva diffusione dei fenomeni, anche al fine di evitare allarmismi ingiustificati. Sul fronte propriamente zootecnico, l’Ente è titolato a svolgere un ruolo di supporto tecnico, a servizio degli allevatori, come peraltro risulta chiari dalla sua “mission” originaria».

Ecco di cosa si occupa il Centro di Referenza Nazionale per la rilevazione negli alimenti di sostanze e prodotti che provocano allergie e intolleranze.
-Sviluppare ed Armonizzare le metodiche di ricerca degli allergeni da applicare in autocontrollo e nei controlli ufficiali, al fine di fornire ai diversi operatori gli strumenti per il controllo;
-Realizzare un sistema strutturato e permanente di referenti ai fini del coordinamento delle attività che saranno poste in essere sul territorio nazionale;
-Fornire assistenza tecnico-scientifica al Ministero della Salute e alle Regioni
-Curare l’organizzazione di corsi di formazione per il personale del Servizio Sanitario Nazionale e di altri operatori di Enti competenti;
-Individuare filoni di ricerca strategici, che permettano di garantire la sicurezza del consumatore e nello stesso tempo di migliorare la qualità dei prodotti

Fonte: IZS TO




Concluso il progetto LIFE STOPVESPA

Vespa VelutinaSi è concluso dopo 4 anni di lavori il  progetto europeo Life StopVespa (LIFE14 NAT/IT/001128 STOPVESPA “Spatial containment of Vespa velutina in Italy and establishment of an Early Warning and Rapid Response System”), finanziato dallo strumento LIFE della Commissione Europea.

Le azioni previste da STOPVESPA hanno consentito di raccogliere ed elaborare informazioni sulla presenza e gli impatti della V. velutina, definire delle linee guida d’intervento per la neutralizzazione dei nidi coloniali, sviluppare nuove tecniche di monitoraggio come la ricerca dei nidi con il radar armonico, neutralizzare i nidi di V. velutina individuati o segnalati dai cittadini, valutare le vie di diffusione della specie e allestire un sistema di allerta precoce e rapida risposta. Oltre alle attività di controllo sul campo, sono stati prodotti materiali divulgativi e organizzati decine di incontri con apicoltori e cittadini, per sensibilizzare le persone su questa problematica e accrescerne il coinvolgimento.

I risultati del progetto




Morbillo, un aiuto dai Cetacei?

Delfino di RissoGrande clamore ha destato e sta tuttora destando l’oltremodo interessante ed originale lavoro a firma di Michael J. Mina e collaboratori, pubblicato sulla prestigiosa Rivista Science, in cui viene descritta e caratterizzata – sia in pazienti umani naturalmente infetti ad opera del virus del morbillo sia in macachi sottoposti ad infezione sperimentale – una singolare forma di “amnesia immunitaria” nei confronti di altri agenti infettivi, virali e non, che i succitati ospiti avevano “incontrato” (a seguito d’infezione naturale o di vaccinazione) nel corso della propria esistenza, sviluppando in tal modo un’immunità persistente nei loro confronti.

I risultati di tale studio appaiono decisamente allarmanti in virtù del fatto che agli effetti immunodeprimenti prodotti dal virus del morbillo, già ben noti da tempo, si associerebbe la contestuale perdita di memoria immunitaria in un’elevata percentuale di individui infetti. Ne deriva un caloroso quanto giustificato invito, rivolto alla collettività da parte degli Autori, nei confronti delle profilassi immunizzanti e, in particolar modo, nei riguardi della vaccinazione contro il morbillo, malattia che miete oltre 100.000 vittime ogni anno su scala globale.

All’originale quanto intrigante ed, al contempo, allarmante contributo scientifico di cui sopra ha fatto seguito una “Lettera all’Editore“, congiuntamente firmata dal Professor Giovanni Di Guardo (Università degli Studi di Teramo) e dal Professor Sandro Mazzariol (Università degli Studi di Padova), che è stata appena pubblicata su Science ed in cui viene suggerito di analizzare la perdita di memoria immunologica virus-indotta ponendola in relazione sia ai ceppi virali responsabili dei vari casi d’infezione nell’uomo sia all’immunofenotipo (Th1-dominante o Th2-dominante) dei pazienti affetti da morbillo.

A tal fine, lo studio comparato dell’infezione da Cetacean morbillivirus, un agente patogeno che negli ultimi 30 anni si è reso responsabile, a livello planetario, di drammatiche epidemie fra i Cetacei e che risulta strettamente imparentato con il virus del morbillo, potrebbe fornire valide e preziose informazioni sulle complesse dinamiche d’interazione virus-ospite correlate alla perdita di memoria immunitaria in pazienti con morbillo, sebbene andrebbe parimenti sottolineato che non è dato ancora sapere se i delfini e/o le balene infetti ad opera di Cetacean morbillivirus siano in grado di sviluppare una condizione di amnesia immunitaria analoga a quella recentemente descritta nei nostri conspecifici affetti da morbillo.

 




Misurare per preveniere gli sprechi alimentari, dal 2020 criteri comuni per Paesi Ue

La Commissione europea ha definito la prevenzione degli sprechi alimentari una priorità per costruire un’economia circolare e una società sostenibile. Per ottenere un cambiamento, dobbiamo essere in grado innanzitutto di misurare correttamente gli sprechi alimentari.

Grazie a una metodologia comune di misurazione e a una definizione comune di sprechi, gli Stati membri potranno quantificarli e monitorarli coerentemente in ogni fase della filiera alimentare in tutta l’UE.

Il Commissario Vytenis Andriukaitis ha accolto l’entrata in vigore dell’atto delegato come un nuovo passo avanti nella lotta contro gli sprechi alimentari: “battersi contro gli sprechi alimentari è un imperativo morale per la sostenibilità del nostro pianeta e dei nostri sistemi alimentari. L’UE si è impegnata a raggiungere l’obiettivo globale di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030. Grazie alla nuova metodologia dell’UE, ora possiamo esaminare la situazione attuale, valutare l’efficacia delle nostre azioni e seguirne i progressi. Per farla breve: se una cosa la misuri, riesci a gestirla!

La Commissione seguirà da vicino l’attuazione dell’atto delegato e organizzerà regolarmente scambi di informazioni con gli Stati membri per agevolare l’attuazione pratica. Basandosi sulla metodologia comune, gli Stati membri dovranno realizzare un quadro di monitoraggio con il 2020 come primo anno di riferimento. Obiettivo: fornire alla Commissione i primi dati sugli sprechi alimentari entro la metà del 2022. Il quadro di monitoraggio dell’UE contribuirà a standardizzare la segnalazione degli sprechi alimentari delle imprese e a verificare i progressi compiuti in merito all’obiettivo di sviluppo sostenibile 12.3 in tutto il mondo.

Fonte: Commissione europea

 

 




Inaugurato l’Emporio Solidale della Valsessera

Emporio solidale della ValsesseraIl 16 luglio 2019 è stato inaugurato a Portula, Fr. Granero, l’, nuova forma di aiuto alle famiglie in difficoltà proposto e realizzato da una rete di associazioni onlus, dalla Parrocchia di San Giorgio, Caritas della Valsessera e da una serie di enti pubblici e privati,  fra cui la SIMeVeP che si è occupata in particolare della formazione dei volontari che opereranno nell’emporio mirata a fare apprendere al personale nozioni di base di igiene sanitaria e di microbiologia.

Grazie al contributo della Regione Piemonte, Bando 2018 a sostegno del volontariato, e grazie ai contributi delle associazioni partner e degli enti collaboratori si è potuto attrezzare il locale “ex cinema radar” con strumenti idonei alla conservazione degli alimenti anche freschi e dotarlo di scaffalature per renderlo molto smile ad un minimarket tradizionale.

Le attrezzature di cui l’emporio è dotato consentono di mettere a disposizione degli utenti non solo alimenti non deperibili ma anche alimenti deperibili, appartenenti alla categoria dei “freschi” e di dare un valore aggiunto alla “spesa gratuita” che potranno fare nel minimarket – emporio.

Gli empori solidali rappresentano un modello innovativo nell’ambito dell’aiuto alimentare e della ridistribuzione delle eccedenze e anche il nostro emporio vuole rappresentare una di forma di sostegno diversa da quella più tradizionale dei pacchi alimenti a distribuzione mensile e che non consentono di inserire al loro interno alimenti deperibili.

Sono oltre cento i nuclei familiari della Valsessera che potranno accedere all’emporio e sono tutti accreditati attraverso il Centro di ascolto della Caritas locale che rimane sempre il cardine del progetto di distribuzione delle eccedenze alimentari.

La Caritas, con il suo punto d’ascolto, non solo consente di accedere agli aiuti alimentari ma offre, da sempre, momenti di ascolto e di condivisione dei problemi con lo scopo di favorire l’integrazione sociale delle famiglie in difficoltà.

Emporio della Valsessera si avvale del lavoro dei volontari appartenenti alla Caritas, ad Auser, a Manitese, oltre a privati cittadini dei nostri comuni che si sono offerti di collaborare sia nella preparazione del locale sia nella futura conduzione.

Oltre al personale volontario si avvale di due operatori, indicati dai Servizi Sociali dell’Unione Montana Valsesia, per i quali sono stati attivati due “percorsi individuali di attivazione sociale sostenibile” che vedono l’Associazione Veterinaria per la Cooperazione Internazionale, capofila del progetto, esserne il soggetto ospitante.

La possibilità di offrire un contributo economico a due operatori è stata offerta dalla Fondazione Cattolica Assicurazioni che ha apprezzato la volontà di proporre una integrazione lavorativa che potrà anche essere confermata oltre ai dodici mesi iniziali, da luglio 2019 – giugno 2020.

L’emporio sarà operativo dal 29 luglio.

Massimo Platini
Referente dell’emporio




Linee guida valutazione del rischio pesticidi-api: Efsa pubblica il programma di lavoro

apeL’EFSA ha reso note le modalità con cui intende rivedere le proprie linee guida per la valutazione del rischio da pesticidi per le api nell’Unione europea. Come chiarito nella descrizione, parti interessate ed esperti di pesticidi degli Stati membri saranno periodicamente consultati durante l’intero processo.

La prima di tali consultazioni inizia alla fine di questo mese, quando le parti interessate e i rappresentanti degli Stati membri saranno invitati a esprimere il proprio parere sull’attuale documento contenente le linee guida.

I riscontri delle parti interessate saranno forniti da un gruppo consultivo che include rappresentanti delle diverse comunità dei portatori di interesse presso l’EFSA, istituito appositamente per coadiuvare la revisione delle linee guida. Gli Stati membri saranno consultati tramite l’attuale rete EFSA detta Pesticides Steering Network.

Collazionare le diverse opinioni sulle linee guida correnti, pubblicate nel 2013, rappresenta un primo passo importante della revisione da parte dell’EFSA, come specificato nel mandato assegnato dalla Commissione europea. Dopo aver raccolto e analizzato i riscontri ricevuti, il gruppo di lavoro scientifico dell’EFSA darà avvio alla revisione.

Una volta redatta la bozza del documento, verrà indetta un’esaustiva consultazione pubblica e organizzato un seminario informativo.

Outline of the revision of the guidance on the risk assessment of plant protection products and bees

Fonte: EFSA




VetNeve 2020 – 20ª edizione: “I nuovi regolamenti europei: sanità animale e sicurezza alimentare”

Vetneve 2020VetNeve 2020 “I nuovi regolamenti europei: sanità animale e sicurezza alimentare”si svolgerà a Folgaria dal 8 al 15 febbraio.
La 20ª edizione sotto la regia del dr. Mario Tita, una delle più solide tradizioni della comunità scientifica e professionale dei medici veterinari italiani.

Grazie alla impareggiabile capacità organizzativa dell’ormai pensionato dr. Mario Tita, grazie alla disponibilità della segreteria provinciale del SIVeMP, grazie alla consueta ospitalità dei veterinari Trentini e alla calorosa amicizia degli alpini di Folgaria quest’anno si svolgerà la 20ª edizione di Vet Neve.
Prenotatevi numerosi.
Sarà una edizione memorabile.

Scheda di prenotazione alberghiera

A breve tutte le informazioni sul programma




40ª Fiera Nazionale “I giorni del miele”

Nelle giornate del 4-5-6 ottobre 2019 si tiene a Lazise (VR) la 40ª Fiera Nazionale “I giorni del miele” .

Segnaliamo in particolare i Convegni organizzati in collaborazione con l’azulss 9 scaligera di Verona:




Prevenire e affrontare le intossicazioni negli animali domestici

Nell’ambito di un prevenzione rivolto ai cittadini con l’obiettivo di informare su temi tossicologici di estrema gravità, Ministero della salute, Centro antiveleni Milano, Regione Lombardia, IZS Lazio e Toscana, FNOVI hanno elaborato un opuscolo sui pericoli che si possono nascondere in ambito casalingo e  che possono nuocere agli animali domestici oltre che all’uomo.

Fornendo  indicazioni semplici, chiare e dirette per prevenire e gestire le possibili e pericolose intossicazioni derivanti anche da comportamenti sbagliati di noi umani, la  guida si pone come uno strumento di prevenzione, per evitare che gli animali domestici, in particolare cani e gatti, possano entrare in contatto con prodotti detergenti, pesticidi, farmaci, piante e alimenti presenti in tutte le abitazioni, rischiando di andare incontro a situazioni pericolose per la loro salute.

Le raccomandazioni per evitare intossicazioni negli animali sono le stesse che siamo chiamati ad osservare per scongiurare intossicazioni nei bambini: riporre i prodotti per la pulizia, i pesticidi e i farmaci in luoghi inaccessibili e avere cura di chiudere bene i contenitori visto che la maggior parte dei prodotti pericolosi dispone di chiusure di sicurezza che spesso non sono utilizzate solo per pigrizia.

L’opuscolo tratta le possibili intossicazioni e le cose da fare (o non fare) al momento specifico, per evitare che la sostanza tossica sia maggiormente assorbita.

Per la gestione dei sintomi e le eventuali cure, bisognerà però fare sempre riferimento o ad un Centro Antiveleni, che spiegherà i rischi, o alle cure attente di un veterinario
Scarica la pubblicazione




Le microplastiche nel piatto, con scampi e gamberi

microplastiche crostaceiOgni anno finiscono nei mari tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate di plastica. Una parte importante di questo materiale si trasforma in minuscoli frammenti, chiamati microplastiche, che possono essere ingerite dagli organismi, anche quelli che vivono nelle profondità, come scampi e gamberi viola, che poi finiscono sulle tavole.

Un gruppo di ricercatori e docenti del Dipartimento di Scienze della vita e Ambiente dell’Università di Cagliari, in collaborazione con quelli dell’Università Politecnica delle Marche, hanno documentato la presenza di microplastiche in queste due specie di crostacei, prelevati attorno alla Sardegna, mostrando un’elevata contaminazione: 413 particelle trovate nello scampo e 70 nel gambero.

Prevalentemente si tratta di polietilene (PE, il principale costituente degli imballaggi e della plastica monouso), e di polipropilene (PP, usato per i tappi delle bottiglie o le capsule del caffè).

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Pollution. “Sono risultati allarmanti ma che non devono creare allarmismo – spiega all’ANSA Alessandro Cau, che ha firmato lo studio insieme a Claudia Dessì, Davide Moccia, Maria Cristina Follesa e Antonio Pusceddu – non sappiamo ancora, infatti, se la quantità ritrovata nello stomaco dei gamberi ma soprattutto negli scampi (sono crostacei scavatori, quindi tendono ad ingerire maggiormente le sostanze depositate nel fondo marino), possa causare danni all’organismo o all’uomo. Certo è che quelle microplastiche, che sembrano così distanti da noi, ci ritornano indietro in maniera subdola“.

Il prossimo passo della ricerca è capire quanta microplastica possa arrivare davvero sulle tavole. “Ci stiamo chiedendo se gli scampi, in particolare, siano in grado di triturare quelle microplastiche che abbiamo trovato nel loro stomaco e che non sono riuscite a passare nel tratto digerente perché troppo grandi. In questo caso le particelle verrebbero reimmesse nel mare e nella catena alimentare di altre specie, nel caso contrario – avverte il ricercatore – arriverebbero tutte sui nostri piatti“.

Fonte: Ansa