Spreco alimentare: i numeri dell’indagine del CREA

Cosa e quanto sprechiamo a tavola? E’ possibile fare un identikit degli “spreconi”? E come agire per prevenire efficacemente lo spreco? Di questo si è discusso in occasione della II edizione della giornata della nutrizione “Nutrinformarsi: lo spreco nel piatto” organizzata dal CREA Alimenti e Nutrizione, presso cui è istituito l’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari, che realizza studi scientifici, diffonde informazioni e dati e promuove buone pratiche sulla generazione di eccedenze alimentari e sul loro recupero, allo scopo di stimolare innovazione nelle strategie, nelle politiche e nei comportamenti dei cittadini.

In questo ambito, l’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari del CREA ha realizzato la prima indagine comparativa, con dati armonizzati, provenienti da diversi paesi europei (Olanda, Spagna, Germania e Ungheria).

Lo studio, effettuato nel 2018, ha interessato 1.142 famiglie rappresentative della popolazione italiana, coinvolgendo i responsabili degli acquisti alimentari e della preparazione dei pasti. Ne è emerso che il 77% delle famiglie intervistate ha gettato via del cibo nella settimana precedente all’indagine, percentuale che si riduce con l’aumentare dell’età del responsabile acquisti, con il diminuire del reddito e in famiglie che vivono al sud e isole.

Lo spreco maggiore si è riscontrato nelle famiglie monocomponenti e nei segmenti di età più giovane.

I prodotti alimentari più sprecati sono verdura, frutta fresca e pane, seguiti da pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi), per un totale in media di 370 g/settimana/famiglia.

Il dato italiano sullo spreco alimentare è allineato con quello olandese (365 g/settimana) e molto inferiore a quello spagnolo (534 g/settimana), tedesco (534g/settimana) e ungherese (464 g/settimana).

Sempre secondo l’indagine CREA, la crescente attenzione nei confronti del tema dello spreco è, inoltre, ampiamente diffusa in Italia, al punto che più della metà del campione intervistato condanna fermamente la pratica di gettare via il cibo, riconoscendone l’impatto negativo e le ricadute in diversi ambiti: economico (70%), sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Le famiglie italiane, infine, si dichiarano capaci di gestire le attività in cucina, fattore di rilevante prevenzione: circa due terzi degli intervistati, infatti, dichiara di pianificare gli acquisti e di non fare acquisti di impulso, meno di un quinto afferma di non saper riutilizzare gli avanzi o pianificare le giuste quantità di alimenti da acquistare e solo il 5% sostiene di non finire quello che c’è nel piatto e di non conservare gli avanzi. Tuttaviasolo il 42% decide in anticipo i menù settimanali.

«Quello a cui siamo assistendo–ha dichiarato LauraRossi, coordinatore dell’Osservatorio e ricercatrice del CREA Alimenti e Nutrizione –è un vero e proprio cambio di passo per lo spreco alimentare, inteso come tassello fondamentale dello sviluppo sostenibile. Dalle istituzioni internazionali e nazionali, dagli operatori economici e sociali, dai banchi alimentari e perfino da semplici cittadini, che ridistribuiscono a livello territoriale le eccedenze alimentari agli indigenti, arrivano segnaliforti di una crescente sensibilità su questi temi: normative specifiche, progetti educativi mirati e nuove modalità di gestione dei prodotti alimentari sia nelle aziende che a casa».

«L’Osservatorio su sprechi alimentari e recupero delle eccedenze è un tassello strategico per il buon funzionamento della legge antisprechi e per poter pianificare di conseguenza politiche di ampio respiro» ha spiegato l’On. Maria Chiara Gadda, Capogruppo di Italia Viva in Commissione Agricoltura Camera e prima firmataria della legge 166/2016.

«Ad oggi ci siamo dovuti confrontare con analisi e numeri parziali, mentre per agire in modo mirato sugli anelli della filiera più fragili è necessario monitorare il fenomeno in modo oggettivo. L’osservatorio del CREA sarà un punto di riferimento per il lavoro del Tavolo sulla lotta agli sprechi e sugli aiuti alimentari per le persone indigenti, che la scorsa settimana ha avuto nuovo avvio grazie alla ministra Bellanova. Ringrazio il CREA che oggi, con la presentazione della sua prima indagine, ha confermato che l’Italia è all’avanguardia in Europa su questi temi».

Tutti i materiali relativi all’indagine sono disponibili qui




Fao: necessario un grosso passo avanti nella riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari

FAOIl nuovo rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) offre approfondimenti sulle quantità e sulle cause delle perdite alimentari nelle diverse fasi della filiera alimentare, sollecitando scelte consapevoli per la loro effettiva riduzione e segnalando nuove metodologie per monitorarne i progressi.

In questo modo, afferma il rapporto, non solo sarà possibile compiere passi avanti verso un traguardo importante – ridurre le perdite e gli sprechi alimentari – ma anche contribuire a una serie di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile relativi alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale.

Secondo Lo Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura 2019 (SOFA), a livello globale circa il 14% degli alimenti va perso o sprecato dopo il raccolto e ancor prima di arrivare alla vendita al dettaglio, nel corso delle operazioni svolte nelle aziende agricole, in fase di stoccaggio e durante il trasporto. Va tenuto conto, però, che le perdite alimentari variano notevolmente da una regione all’altra tra i medesimi gruppi di materie prime e le medesime fasi delle filiere di approvvigionamento.

Il rapporto sottolinea la necessità di monitorare attentamente le perdite in ogni fase della filiera alimentare, proponendo una nuova metodologia affinché sia possibile individuare i punti critici in cui raggiungono il picco massimo, con i peggiori effetti sulla sicurezza alimentare e le maggiori dimensioni economiche: è qui che vanno prese misure adeguate per ridurle.

Indica inoltre quanto sia importante, nelle fasi di vendita al dettaglio e di consumo, ridurre gli sprechi causati dalle date di scadenza ravvicinate, dal comportamento dei consumatori – che spesso richiedono prodotti che soddisfano standard puramente estetici – e dagli sporadici inviti a non sprecare.

Facciamo il possibile per cercare di ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, ma i nostri sforzi possono essere realmente efficaci solo se sostenuti da una profonda comprensione del problema“, afferma il Direttore Generale della FAO Qu Dongyu nella prefazione del rapporto. Si è chiesto: “come possiamo consentire che il cibo venga gettato via mentre ogni giorno nel mondo oltre 820 milioni di persone continuano a soffrire la fame”?

Individuare i punti critici per intervenire in modo mirato
I dati presentati nel rapporto mostrano un’ampia gamma di percentuali su perdite e sprechi, suddivisi per materie prime, fasi della filiera di approvvigionamento e regioni, il che indicherebbe un notevole potenziale di riduzione laddove le percentuali sono più alte.

In Asia orientale e sudorientale le perdite e gli sprechi sono generalmente più elevati per la frutta e la verdura rispetto ai cereali e ai legumi in tutte le fasi della filiera alimentare, ad eccezione delle perdite produttive delle aziende agricole e in fase di trasporto.

Nei paesi a basso reddito, le perdite di frutta e verdura fresca sono attribuite principalmente a infrastrutture carenti rispetto ai paesi industrializzati. Molti paesi a basso reddito perdono infatti notevoli quantità di alimenti durante la fase di stoccaggio, spesso a causa di strutture inadeguate, magazzini frigoriferi compresi.

Nella maggior parte dei paesi ad alto reddito sono disponibili adeguate strutture di stoccaggio e magazzini frigoriferi, tuttavia le perdite avvengono proprio durante lo stoccaggio, generalmente a causa di guasti tecnici, errata gestione delle temperature, dell’umidità o di un eccesso di scorte.

Il rapporto rivela inoltre i risultati di una serie di studi svolti dalla FAO per individuare i punti critici. I risultati indicano che il raccolto è la fase più critica per tutti i tipi di alimenti. Tra le cause principali delle perdite in fase di stoccaggio nelle aziende agricole troviamo inoltre l’inadeguatezza delle strutture e delle pratiche di movimentazione. Per frutta, radici e tuberi, anche il confezionamento e il trasporto sembrano essere critici.

Questi risultati sono utili in quanto forniscono indicazioni per determinare gli interventi più idonei per la riduzione delle perdite alimentari.

Scelta degli incentivi corretti
Il rapporto sollecita i paesi a intensificare gli sforzi per affrontare le cause profonde delle perdite e degli sprechi alimentari in tutte le fasi e fornisce indicazioni sulle strategie e sugli interventi per ridurli.

La riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari comporta generalmente dei costi e agricoltori, fornitori e consumatori adotteranno le misure necessarie solo se i costi saranno compensati dai benefici. Pertanto, afferma il rapporto, modificare gli incentivi per le varie parti interessate nella filiera di approvvigionamento comporterà l’individuazione di opzioni che aumentino i vantaggi netti o che producano dati migliori sugli stessi.

Anche quando le parti interessate sono consapevoli dei vantaggi della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, possono incontrare ostacoli che impediscono loro di intervenire. Senza aiuti finanziari, per esempio, gli attori del settore privato nei paesi in via di sviluppo, in particolare i piccoli proprietari, potrebbero non essere in grado di sostenere gli alti costi iniziali previsti dall’implementazione degli interventi. Migliorare l’accesso al credito potrebbe essere un’opzione anche in mancanza di dati precisi sulle perdite.

Il rapporto aiuterà inoltre i governi ad analizzare i limiti e i compromessi per interventi più efficaci, per esempio sensibilizzando fornitori e consumatori sui vantaggi della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari e influenzando il loro processo decisionale attraverso vari tipi di interventi o politiche.

Il rapporto sottolinea tuttavia che le strategie mirate alla riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari dovrebbero essere concrete e prevedere monitoraggio e valutazione degli interventi efficaci per garantire l’affidabilità degli stessi.

Fonte:Fao




Istituito il Centro di referenza nazionale per l’analisi e studio di correlazione tra ambiente, animale e uomo

uomo, animale, ambienteE pubblicato sull Gazzetta Ufficiale del 26 agosto 2018 il decreto del Ministero della Salute “Istituzione del Centro di referenza nazionale per l’analisi e studio di correlazione tra ambiente, animale e uomo“.

Il Ministero ha deciso di implementare le attivita’ di ricerca e di monitoraggio di determinati fenomeni di inquinamento attraverso la valutazione degli effetti sulla salute animale e sulle produzioni agrozootecniche, al fine di definire azioni di prevenzione e di elaborare strategie atte alla riduzione del rischio sanitario dovuto all’esposizione ambientale in un’ottica «One health» e ha individuato l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno quale struttura di supporto tecnico scientifico alle attivita’ delle autorita’ sanitarie competenti, per la gestione di eventi potenzialmente emergenziali relativi all’ambiente, in considerazione anche delle attivita’ svolte nella gestione dell’emergenza della cosiddetta «Terra dei Fuochi» e dell’emergenza legata alla contaminazione da diossine.

Secondo quanto stabilito dal decreto, il centro di referenza:

  • realizza un sistema strutturato e permanente di referenti all’interno dei singoli istituti zooprofilattici sperimentali ai fini del coordinamento delle attivita’ che saranno poste in essere sul territorio nazionale;
  • fornisce assistenza tecnico-scientifica al Ministero della salute;
  • cura l’organizzazione di corsi di formazione, nell’ambito delle proprie competenze, per il personale del Servizio sanitario nazionale e per altri operatori di enti competenti;
  • promuove e svolge attivita’ di programmazione, ricerca scientifica, risk-assessment, di sorveglianza e analisi epidemiologica volte ad evidenziare le interazioni tra i contaminanti e le matrici alimentari di competenza ed a sviluppare delle strategie di intervento mirate;
  • mette in atto ogni altra utile attivita’ attinente alle proprie competenze, ivi compresa la collaborazione con altre amministrazioni, centri ed associazioni del settore.

A cura della segreteria SIMeVeP




Il ruolo di risk manager del veterinario ufficiale nell’ambito del nuovo sistema integrato risk-based di sicurezza alimentare

Risk managementL”iniziativa COST  European Cooperation in Science and Technology è un programma intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica nato nel 1971 di cui l’Italia è paese fondatore.

Il finanziamento COST avviene tramite progetti, detti Azioni (Action), ciascuna delle quali dura quattro anni.

Il Coordinatore Scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri – che recentemente è stato nominato National Contact Point per l’Italia del COST Action CA18105 – RIBMINS (Risk-based meat inspection and integrated meat safety assurance)  in qualità di componente del gruppo di lavoro 5 ” formazione, comunicazione e monitoraggio del sistema di assicurazione della sicurezza delle carni” fino al 2023 – ha partecipato alla Conferenza COST, che si è tenuta il 7-8 Novembre a Copenaghen.

Sulla base di questa esperienza ha elaborato il documento “Il ruolo di risk manager del veterinario ufficiale nell’ambito del nuovo sistema integrato risk-based di sicurezza alimentare della filiera delle carni ed i nuovi strumenti formativi”




AMATRICE – K9 SAR CAMP – 2019, Emervet presente all’esercitazione di protezione civile internazionale

unità cinofile soccorsoIn concomitanza con la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, si è aperta il 13 ottobre la prima Settimana nazionale della protezione civile  istituita dal Governo il 1 aprile 2019  per diffondere la conoscenza e la cultura di protezione civile, allo scopo di promuovere e accrescere la resilienza delle comunità attraverso l’adozione di comportamenti consapevoli e misure di autoprotezione da parte dei cittadini, nonche’ favorire l’informazione alle popolazioni sugli scenari di rischio e le relative nuove norme di comportamento, nonche’ quelle inerenti la moderna pianificazione di protezione civile.

Nell’ambito delle tante iniziative nazionali è territoriali si è svolto il 12 e 13 ottobre “AMATRICE – K9 SAR CAMP – 2019”, un’esercitazione sul campo 24 ore su 24, quindi anche nello scenario notturno, per la ricerca di persone disperse sotto le macerie con unità cinofile, con la particolarità di svolgersi nei luoghi che effettivamente sono stati lo scenario del terremoto del centro Italia nel 2016 e che ha visto riuniti oltre 150 volontari italiani, croati e svizzeri fra cui medici e psicologi e undici gruppi cinofili per un totale di circa quaranta unita’cinofile.

Molta la tecnologia utilizzata durante le fasi operative: dalla termografia all’utilizzo di due droni, uno per illuminazione notturna del territori, l’altro per supporto ad infrarossi.

Emervet ha partecipato per il secondo anno consecutivo all’evento attraverso la partecipazione del medico veterinario Alessio Ciriani che si è occupato del primo intervento veterinario  degli animali impiegati che possono incorrere in incidenti durante le attività e procurarsi ferite da taglio, lacerazioni e contusioni degli arti.

Tenuto conto che le unita’cinofile da soccorso in situazioni di calamita’naturali sono le prime ad intervenire con i vigili del fuoco, prima ancora delle colonne mobili regionali, la presenza del veterinario si rivela quindi molto importante perchè consente di dare consigli sullo stato di salute dell’animale chiamato a intervenire e un soccorso immediato all’animale stesso qualora fosse necessario.

 




Il veterinario di medicina pubblica: una professionalità dalle tante facce

veterinario“La settimana veterinaria” dedica un approfondimento agli ambiti professionali e al ruolo nella tutela della salute pubblica del medico veterinario di medicina pubblica.

Il Dossier è composto anche da 3 interviste: a Vitantonio Perrone – Vice Presidente SIMeVeP, ad Aldo Grasselli – Segretario Nazionale SIVeMP, e Vittorio Sala – Professore Ordinario, Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università degli studi di Milano.

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Latte fresco, una battaglia anti-spreco contro la scadenza a 6 giorni. Sorice: spero in tavolo interministeriale

scadenza latte frescoOggi i trattamenti termici sono più evoluti e non ci sarebbero problemi ad estendere la scadenza anche a 8 giorni. Due giorni in più sugli scaffali non sono un’inezia: quelle 48 ore eviterebbero di sprecare moltissimo latte. La mia speranza è che possa partire un tavolo tra tutti i ministeri competenti per superare questa legge”. E’ il parere del Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, a proposito della scadenza del latte fresco ascoltato da repubblica.it sul tema riaperto ai primi di luglio da Granarolo nel corso di un convegno sulle politiche di sostenibilità al quale è intervenuto anche il Ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio.

La durata del latte fresco è definita da una normativa di 30 anni fa che è diventata obsoleta perché non tiene conto dei miglioramenti in stalla e nella trasformazione. Prima delle vacanze voglio incontrare al Mipaaft interlocutori competenti per ragionare sulla shelf-life degli alimenti, a partire da quello del latte, nell’ambito delle politiche contro lo spreco alimentare e a favore della competitività delle imprese e del Made in Italy. Obiettivo è aprire una finestra per aumentare lo shelf-life dei prodotti alimentari e far sì che il cibo non venga buttato via” ha detto Centinaio nell’occasione.

 

 

 

 




La comunicazione in Sanità Pubblica Veterinaria, come rendere visibile e comprensibile il lavoro del medico veterinario

La comunicazione è un processo che ricopre un ruolo fondamentale non solo nei rapporti interpersonali, ma anche in ogni realtà lavorativa, per questo è necessario essere a conoscenza di tecniche, strategie e strumenti affinché sia efficace e sortisca l’effetto desiderato.

I Servizi Veterinari delle ASL si sono trovati spesso a dover fronteggiare situazioni in cui la comunicazione non è stata all’altezza dell’ottimo lavoro svolto. La crisi BSE, la diossina nei polli, il fipronil nelle uova, sono solo alcune delle crisi sanitarie che negli ultimi 10 –15 anni hanno messo in allarme la popolazione, hanno catturato in maniera prepotente l’attenzione dei mass-media e hanno avuto ripercussioni più o meno pesanti nei relativi settori produttivi. Elemento comune degli esempi citati è la quasi totale mancanza di visibilità del lavoro del medico veterinario di sanità pubblica.

Nella realtà attuale, per continuare ad esistere e essere rilevanti non è necessario solamente operare bene e con competenza, proteggere il patrimonio zootecnico e i cittadini da malattie infettive e zoonosi, fornire garanzie sanitarie alle diverse filiere insomma, “fare i numeri”ma, discrimine e elemento di sopravvivenza è comunicare ciò che si fa attraverso i giusti canali e il giusto linguaggio.

Su questo tema la SIMeVeP  ha organizzato il corso Ecm “La comunicazione in Sanita’ Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare: obiettivi, principali strategie e tecniche” che si è tenuto all’Università di perugia il 15 novembre scorso con l’obiettivo di affinare e potenziare le capacità di comunicazione del veterinario di sanità pubblica e renderlo consapevole su come valorizzare, rendere visibile e comprensibile al mondo esterno il costante lavoro di prevenzione fatto in “tempo di pace”e al contempo porre le basi per acquisire capacità nel gestire, senza farsi travolgere, le emergenze sanitarie, ossia il “tempo di guerra”, come ha affermato anche il Segretario Regionale del SIVeMP Umbria, Giovanni Lovaglio intervistato dal TG Regionale




Convegno Spreco alimentare a Firenze, un nuovo punto di partenza

Prosegue l’attività formativa SIMeVeP nell’ambito del progetto “Spreco alimentare” che mira ad allargare la sensibilizzazione sul tema e a superare un concetto passivo come quello di “spreco” sostituendolo con quello di “eccedenza”, più ricco di possibilità e potenzialità.

L’ultimo convegno “Da spreco a risorsa: utilizzo solidale delle ‘eccedenze’ alimentari”, fortemente voluto dal Presidente SIMeVeP Antonio Sorice e dal Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Firenze Enrico Loretti, si è svolto il 3 ottobre 2019 nella suggestiva cornice di Palazzo Vecchio a Firenze, alla presenza del Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli, dell’Assessore alla Sanità della Regione Toscana Stefania Saccardi e dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Firenze, Cecilia Del Re.

In apertura dei lavori Enrico Loretti  ha illustrato gli obiettivi del corso ECM rivolto ai Dirigenti Veterinari del SSN che hanno avuto modo di acquisire conoscenze sul significato di spreco (che comprende sia le perdite che si verificano durante la produzione e trasformazione degli alimenti, sia quelle che avvengono nell’ultima parte della catena alimentare e cioè nel momento della distribuzione, vendita e consumo finale) e shelf life dei prodotti alimentari e sugli aggiornamenti normativi in materia, conseguendo competenze sulle molteplici possibilità di applicare, nel corso della loro attività professionale, i processi di food saving.

Ha poi introdotto gli interventi degli Assessori presenti ringraziandole per la disponibilità ad accogliere l’invito della SIMeVeP.

L’Assessore comunale Del Re ha apprezzato la scelta di Firenze per un evento di questa natura che si inserisce e amplia l’impegno del Comune di Firenze in favore della sostenibilità ambientatale.
L’Assessore Regionale Saccardi,  sensibilizzata sul ruolo della sanità pubblica veterinaria nel recupero delle derrate alimentari per garantire la distribuzione di cibo salubre, si è resa disponibile a promuovere iniziative in collaborazione con SIMeVeP sul territorio Toscano.

Particolarmente coinvolgente è stato l’intervento di Monica Tola, Coordinatrice Nazionale Tavolo Aiuti Alimentari Caritas che ha raccontato le reali difficoltà che quotidianamente vivono tante persone nel nostro paese e ha proposto alla SIMeVeP una collaborazione costante e un continuo rapporto tra le 250 Caritas diocesane presenti sul territorio e i servizi veterinari territoriali.

Marco Lucchini, Segretario Generale Banco Alimentare, a distanza di 3 anni dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa con la SIMeVeP, ha sottolineato i sorprendenti risultati conseguiti in questi anni grazie alla collaborazione con i veterinari di sanità pubblica che si sono rivelati “i nostri più inaspettati alleati nella lotta contro lo spreco alimentare” e si è detto certo che, grazie al supporto dei veterinari, molti altri importanti traguardi potranno essere raggiunti.

SoriceIl Presidente SIMeVeP Antonio Sorice ha illustrato i costi dello spreco alimentare in termini sociali (1 milione di «pasti» buttati a fronte di 5milioni di poveri nel nostro paese), economici (12,6 miliardi di euro persi in costo di produzione) e ambientali (13 milioni di tonnellate di C02 equivalente) a fronte di una produzione che in generale supera le necessità di consumo e i dati del recupero e distribuzione delle eccedenze che grazie alla collaborazione tra Servizi Veterinari delle ASL, Associazioni di volontariato, Grande distribuzione e filiere dell’agroalimentare è possibile mettere in atto. Ha inoltre ricordato l’importanza della sensibilizzazione e dell’informazione nei confronti dei consumatori sulla corretta gestione degli alimenti come ad esempio la differenza tra data di scadenza e e data di conservazione.
Ha nuovamente richiamato l’attenzione delle istituzioni della Regione Toscana, una delle regioni con la maggior presenza di popolazioni animali selvatiche, a ottimizzare, anche ai fini della ridistribuzione, l’utilizzo delle carni di selvaggina cacciata anche attraverso la collaborazione con il progetto “Selvatici e Buoni” della Fondazione Una a cui la SIMeVeP aderisce attivamente.

Le conclusioni sono state affidate al Presidente Onorario Aldo Grasselli che ha sottolineato il ruolo sociale del veterinario di sanità pubblica e ha indicato la SIMeVeP come importante intercettatore di bisogni, riconoscendole la capacità di farsi promotrice di politiche sociali, ambientali ed economiche sostenibili e di proporre importanti nuovi spazi di professionalità per i medici veterinari come ad esempio quello di mediatori e facilitatori dell’incontro tra domanda e offerta nel campo delle eccedenze alimentari assicurando la salubrità degli alimenti recuperati e donati.

Ogni iniziativa SIMeVeP sullo spreco alimentare non è che un punto di partenza, per questo in chiusura il Segretario Regionale SIVeMP, Camilo Duque, raccogliendo le numerose sfide presentate e gli stimoli proposti nel corso della giornata, ha offerto il proprio impegno a promuovere la collaborazione dei colleghi per sviluppare di progetti sul territorio.

Gli atti del convegno sono pubblicati nell’apposita sezione del nostro sito

Nel corso della giornata sono stati assegnati i premi di laurea SIMeVeP 2018




Due vincitori ex aequo per il premio di Laurea 2018

premio di laurea simevepLa Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva ha assegnato il VI premio per la miglior tesi di laurea in Sanità pubblica veterinaria presentata durante l’anno 2018 da laureandi in Medicina veterinaria.

Il premio è stato istituito con l’intento di stimolare, promuovere e incentivare l’approfondimento delle tematiche relative alla SPV e alla Sicurezza Alimentare già durante il percorso formativo accademico.

Quest’anno sono stati due i lavori ritenuti più rispondenti ai requisiti previsti dal bando per tanto la commissione giudicatrice, composta dai componenti del Consiglio Direttivo della SIMeVeP, ha stabilito di assegnare due premi ex equo al dott. Michele Luca D’Errico per la tesi: “Valutazione dell’antibiotico-resistenza al meropenem in microrganismi di origine umana, suina e bovina“, relatrice la Prof.ssa Silvia Bonardi, Università di Parma e al dott.  Domenico Sciota per la tesi: “Ricerca della PrPsc nelle ghiandole surrenali di ovini di razza sarda infettati sperimentalmente con l’agente della scrapie“, relatore il Prof. Giovanni Di Guardo, Università di Teramo.

A titolo di riconoscimento per il lavoro svolto, riportiamo (in ordine alfabetico) il nome degli altri partecipanti:

ANNA ALBERTETTI
Impiego degli additivi alimentari nelle microimprese che trasformano carni: luci e ombre – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO

BARBARA MARIA BIELLA
Studio retrospettivo del procedimento amministrativo nelle attività di controllo congiunte del servizio veterinario e della capitaneria di porto negli anni 2013-2015 sul territorio bergamasco – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO

DARIO PASQUALIN
Il pesce spada come causa di istaminosi: studio dei rapporti causa/effetto tra muscolo del pesce e flora enterica istaminogena – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA

FEDERICA LATINI
Illicit drug residues in animal productions: results in umbria and marche in a five-year period (2012-2016) – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA

ANDREA MANESCHI
revisione dei casi di intossicazione da tetrodotossina (ttx) in seguito a consumo di prodotti della pesca a livello mondiale – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PISA

ELEONORA MARTI
monitoraggio dell’antimicrobico-resistenza in batteri appartenenti alla famiglis delle enterobacteriaceae isolati da apis mellifera ligustica – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA

NICOLETTA ROSSELLINI
Controlli ispettivi in prodotti a base di aringa (clupea harengus) commercializzati sul mercato italiano: presenza e distribuzione di larve di anisakis spp. – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PISA

CESARE TANSINI
Ruolo del cinghiale in sanità pubblica veterinaria quale portatore di salmonella spp. e yersinia enterocolitica – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PARMA

La SIMEVeP si congratula con tutti i colleghi neolaureati ai quali vanno i migliori e sinceri auguri di un proficuo futuro professionale.

Fino al 31 gennaio 2020 è possibile partecipare alla VII edizione del Premio che sarà conferito alla migliore tesi di laurea in tema di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare discussa nel corso del 2019.