Giovanni Di Guardo: Quello che so sul Coronavirus cinese

Proponiamo la lettura della lettera del Prof. Giovanni Di Guardo, docente della Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, pubblicata sulla rubrica “italians” del Corriere della Sera il 27 gennaio 2020

Caro BSev, sono professore di patologia generale e fisiopatologia veterinaria all’Università di Teramo e, poiché nutro uno sconfinato interesse nei confronti delle malattie infettive, soprattutto nei riguardi di quelle causate da agenti “zoonosici” – cioè in grado di effettuare il “salto di specie da animale a uomo” -, mi fa piacere e ritengo opportuno condividere insieme a voi alcune riflessioni sul coronavirus recentemente identificato in Cina, che sta generando preoccupazione e allarme non soltanto in quel Paese, ma un pò ovunque. Qual’è l’origine di questo nuovo patogeno, imparentato col virus della SARS e provvisoriamente denominato “2019-nCoV”? Un recentissimo lavoro avrebbe ascritto la fonte primaria dell’infezione umana ai serpenti (abitualmente consumati in Cina a scopo alimentare), nel cui organismo un coronavirus proveniente dai pipistrelli si sarebbe “ricombinato” con quello già presente negli stessi, dando in tal modo origine al “2019-nCoV”; altri autorevoli studiosi avrebbero tuttavia espresso dubbi in merito alla sopra citata “dinamica” di trasferimento del coronavirus in questione dagli animali all’uomo. Infatti, sebbene i due temibili predecessori del “2019-nCoV”, rappresentati dai coronavirus della SARS e della MERS, avrebbero compiuto il famigerato “salto di specie” passando rispettivamente all’uomo dai pipistrelli e dai dromedari, i rettili non rientrerebbero, a differenza di mammiferi e volatili, fra gli ospiti suscettibili ai coronavirus. In un Paese come la Cina, che ha peraltro adottato una serie di misure “draconiane” per il contenimento del nuovo coronavirus, l’eccessiva densità demografica umana e animale, l’elevata promiscuità uomini-animali e certe abitudini alimentari rappresenterebbero poi condizioni “ideali” per l’insorgenza e la diffusione di epidemie quali SARS, influenza aviaria e quella emergente da “2019-nCoV”, agendo come fattori letteralmente capaci di “metter le ali” a tali virus.

 




Relazione 2019 del Centro di referenza nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali

Interventi assistiti con gli animaliÈ disponibile la relazione annuale 2019, elaborata dal Centro di referenza nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali (CRN IAA) istituito presso presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che traccia la panoramica della situazione nazionale descrivendo quanto messo in atto da parte delle istituzioni, come previsto dall’art. 8 dell’Accordo 60/CSR del 25 marzo 2015 sul documento recante “Linee guida nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali (I.A.A.)”

La Relazione, sulla base dei dati trasmessi dalle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, fornisce inoltre aggiornamenti sugli elenchi di professionisti/operatori e delle strutture in possesso di nulla osta.

Il recepimento e l’applicazione dell’Accordo a livello nazionale si sono dimostrati complessi e non uniformi sul territorio, ma già a partire dal 2019, l’impegno profuso da parte delle autorità Regionali e Provinciali permette al CRN IAA di disporre di una prima estrazione di dati sulla realtà nazionale” si legge nelle conclusioni. “Dall’analisi effettuata è possibile confermare l’interesse rivestito dagli IAA sul territorio nazionale, che si concretizza nella crescente quantità di corsi di formazione erogati, di iniziative di carattere divulgativo e nella realizzazione di un crescente numero di progetti. Il dialogo ed i progetti avviati con interlocutori quali FNOVI, FISE, ENCI, Forze Armate, mira, attraverso il riconoscimento delle competenze già acquisite, ad integrare i percorsi formativi già erogati, preservandone le peculiarità ed, allo stesso tempo, garantendo una più ampia fruibilità delle qualifiche agli operatori formati. A partire dal 2020 sarà necessario consolidare e perfezionare quanto fin qui realizzato, monitorando la qualità e la tipologia dei percorsi erogati, migliorando le modalità di comunicazione e rilevazione dei dati, integrando nuovi stakeholder nei processi attivati, al fine di correggere le anomalie riscontrate e proseguire in un percorso di ottimizzazione di tutte le procedure fin qui attivate“.

Scarica la relazione




L’annosa diatriba tra latte fresco e microfiltrato

Di recente, il mondo produttivo, dovendo adattarsi all’emergenza pandemica che ha comportato la chusura del canale HoReCa, è tornato a sottilineare come grande sia  lo spreco di latte con scadenza a sei giorni,. Anche i consumatori, fortemente limitati nella possibilità
di spostamenti hanno privilegiato l’acquisto delle confezioni di latte microfiltrato che, a parità di qualità, ha consentito acquisti più razionali grazie alla durata più lunga.

Torniamo dunque sull’argomento, con un contributo di Vitantonio Perrone, Vice Presidente SIMeVeP per “La Settimana Veterinaria”,  prendendo in esame la normativa nazionale e quella unionale.




Medicina unica. Historia (non) magistra vitae

Medicina unicaNel perdurare della pandemia da COVID-19, la Medicina unica resta di fatto al palo delle buone intenzioni, visto che evidentemente in molti, al di là degli slogan congressuali, temono forse più una sovrapposizione di ruoli con perdita di prestigio piuttosto che un’integrazione multidisciplinare proficua che renda il più sistematico e costante possibile lo scambio di conoscenze ed esperienze reciprocamente utili.

L’ultimo avvenimento in termini cronologici a darcene conferma, l’intervento dell’on.le Maria Teresa Baldini, medico chirurgo, in Aula alla Camera.

L’intervento del Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone, su La Settimana Veterinaria




Emergenza COVID-19. Conclusa la raccolta fondi, grazie per la vostra generosità!

Si è conclusa la raccolta fondi avviata il 31 marzo da SIMeVeP e SIVeMP con l’intento di contribuire ad affrontare l’emergenza COVID-19.

Il Consiglio Direttivo SIMeVeP e la Segreteria Nazionale SIVeMP  valuteranno a breve a quale ente devolvere la cifra raccolta.

Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno voluto partecipare, vi terremo informati!




L’impegno di Banco alimentare Campania nell’emergenza COVID-19

Con guanti, mascherine e a giusta distanza. Il lavoro di Banco Alimentare non si ferma durante l’emergenza COVID-19 che sta radicalmente cambiando la vita di tutti e sta mettendo in difficoltà molte persone che si ritrovano senza sostentamento economico.

«Riceviamo richieste da ogni parte – dice il direttore del Banco alimentare Campania, Roberto Tuorto – Stiamo praticamente lavorando il doppio, anche con Comuni che solitamente non aiutiamo». In tutta la Campania il Banco Alimentare serve oggi complessivamente 200mila persone, prima dell’emergenza erano 150 mila.

Un lavoro enorme dunque svolto grazie alla rete dei volontari e all’ordinanza n.13 della Regione che prevede una  specifica autorizzazione a operare.

Qui  la lettera che il Banco Alimentare della Campania, in collaborazione con il Ministero della Salute, la SIMeVeP – Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno,   rivolge alle famiglie bisognose.

A cura della segreteria SIMeVeP




ACE-inibitori e sartani (ARBs) in pazienti affetti da CoViD-19: un Giano bifronte?

E’ stata pubblicata sul BMJ – British Medical Journal – la rapid reponse a firma di Adriana Albini  – Polo scientifico e tecnologico dell’IRCCS Multimedica di Milano-, Giovanni Di Guardo – Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo –  e Michele Lombardo – Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale San Giuseppe – MultiMedica di Milano “Inhibitors of the renin-angiotensin-aldosterone system and CoViD-19-affected patients: A two-faced Janus?”, in risposta all’articolo “Clinical characteristics of 113 deceased patients with coronavirus disease 2019: Retrospective study“.

Secondo gli scienziati italiani sono assolutamente necessari e urgenti studi  adeguatamente finanziati che forniscano dati solidi, basati su evidenze scientifiche, finalizzati a valutare l’eventuale impatto degli ACE-inibitori e dei sartani (farmaci bloccanti il recettore dell’angiotensina II; ARBs) – considerati i farmaci di prima scelta per la cura dell’ipertensione-  sull’evoluzione in ambito clinico-patologico dell’infezione da SARS-CoV-2. Ciò al fine di fornire una risposta “non equivoca” alla domanda cruciale secondo cui le due  sopracitate classi di farmaci possano essere utilizzate in sicurezza oppure debbano, in alternativa, sostituite da altri farmaci antipertensivi nella gestione terapeutica di pazienti SARS-CoV-2-infetti  e contestualmente affetti da comorbidità quali ipertensione, malattie cardiovascolari e/o diabete.

Non meno importanti, al fine di poter fornire risposte adeguate ed “evidence based” alle numerose questioni aperte riguardanti  la patogenesi dell’infezione da SARS-CoV-2, saranno le indagini post mortem che andranno eseguite sui pazienti con CoViD-19 deceduti.

A cura della segreteria SIMeVeP




Ultimi giorni per partecipare al Premio Tesi di Laurea 2019

premio di laureaTerminerà a breve la possibilità di partecipare al bando SIMeVeP “Premio Tesi di Laurea 2019” al quale possono concorrere tutti i laureati in Medicina Veterinaria che abbiano discusso la loro tesi di laurea durante il 2019.

Il premio di 1000 € sarà assegnato alla tesi che, a parere insidacabile delle commissione giudicatrice, sarà ritenuta di particolare interesse nell’ambito della Sanità Pubblica Veterinaria e della Sicurezza Alimentare.

Il testo integrale della tesi dovrà pervenire in formato cartaceo e su CD per posta raccomandata A/R a SIMeVeP, Via Nizza, 11 –00198 Roma, entro il 31 gennaio 2020 secondo quanto previsto dal Regolamento

Scarica la locandina




1ª giornata mondiale per la Consapevolezza sullo spreco e le perdite alimentari

L’Assemblea Generale dell’Onu ha deciso con la risoluzione adottata il 19 dicembre 2019, di istituire l’International Day of Awareness of Food Loss and Waste, che, a partire dal 2020 si celebrerà ogni anno il 29 settembre.

A livello globale, circa il 14% del cibo prodotto viene perso lungo il percorso che porta dal raccolto al commercio al dettaglio, e sprecato  sia al livello del commercio al dettaglio che in quello del  consumo. Con il cibo, anche tutte le risorse che sono state utilizzate per produrlo – tra cui acqua, terra, energia, lavoro e capitale – vanno sprecate. Inoltre, lo smaltimento del cibo sprecato  porta a emissioni di gas a effetto serra, contribuendo negativamente al cambiamento climatico.

La giornata intende sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del problema e sulle sue possibili soluzioni a tutti i livelli, nell’intento di promuovere gli sforzi globali e l’azione collettiva verso il rispetto dell’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) target 12.3 (entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto).

Nell’occasione viene sottolineata l’importanza di lavorare insieme per ridurre la perdita di cibo e gli sprechi al fine di realizzare un cambiamento trasformativo a  beneficio della salute delle persone e del pianeta.

SIMeVeP ha aderito all’evento virtuale “Food, No Waste! Banchi alimentari europei: risposte concrete per le persone, per il pianeta!”, promosso dalla European Food Bank Federation (Feba).

Il Presidente, Antonio Sorice, è stato intervistato da Sanità Informazione sul tema in generale e sull’andamento dello spreco alimentare durante i mesi di lockdown a seguito della pandemia da covid-19

Leggi l’intervista integrale “Spreco alimentare ai tempi del Covid-19, Sorice (Simevep): «Tonnellate di eccedenze da stop ristorazione»




Nuovo coronavirus, dagli animali all’uomo, dall’uomo agli animali e……..

Come emerge da vari studi pubblicati su autorevoli riviste scientifiche, gatto, criceto, furetto, visone, tigre e leone rappresentano, unitamente al macaco e ad altri primati non umani, specie animali suscettibili nei confronti dell’infezione naturale e/o sperimentale da SARS-CoV-2, il famigerato coronavirus responsabile della CoViD-19.

I gatti SARS-CoV-2-infetti sarebbero altresì in grado, analogamente a quanto accertato nella nostra specie, di trasmettere per via respiratoria il virus ad altri gatti posti a stretto contatto con essi.

In Olanda, ove l’infezione da SARS-CoV-2 e’ stata recentemente segnalata in diversi allevamenti di visoni, sarebbero stati parimenti osservati casi di CoViD-19 fra il personale dedito al mantenimento di questi animali. Visto e considerato che gli isolati virali identificati nei suddetti pazienti mostravano analogie di sequenza, in rapporto a quelli ottenuti dai visoni, ben più spiccate rispetto a quelle presenti negli isolati virali caratterizzati da altri individui CoViD-19-affetti residenti nella medesima area, appare plausibile che i primi abbiano potuto acquisire l’infezione dai visoni.

Tutto ciò ci rimanda inevitabilmente al complesso ciclo naturale di un’infezione pandemica, quella da SARS-CoV-2 per l’appunto, che nei pipistrelli avrebbe trovato la propria culla d’origine, per poi trasferirsi (presumibilmente) ad un secondo “serbatoio” animale – a tutt’ oggi non ancora identificato con certezza – e di lì all’uomo, con ulteriori “passaggi” del virus dalla nostra specie a quelle citate in premessa.

Il nuovo coronavirus si trova “in buona compagnia” da questo punto di vista, e non soltanto perché i suoi due “illustri” predecessori responsabili della SARS e della MERS hanno avuto una pressoché analoga origine (pipistrelli), ma anche e soprattutto perché il 70% e più delle “malattie infettive emergenti” riconoscono un’origine animale.

Questioni complesse, da affrontare in un’ottica multidisciplinare e di “One Health”.

Prof. Giovanni DI GUARDO
Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria
Facolta’ di Medicina Veterinaria – Universita’ degli Studi di Teramo