Appello a esperti e specialisti della comunicazione del rischio

Gli esperti EFSA di ricerca sociale hanno portato a termine un primo esame della teoria e delle migliori prassi nella comunicazione del rischio. Lo studio intende essere di ausilio alla Commissione europea nell’attuazione del regolamento europeo del 2019 relativo alla trasparenza dell’analisi del rischio, ovvero di un”Piano generale per la comunicazione dei rischi” per la sicurezza alimentare nell’UE.

Il documento è disponibile al pubblico per consultazione e il termine ultimo per inviare commenti è fissato al 17 gennaio 2021.

Public consultation: draft scientific report on technical assistance in the field of risk communication

Chiediamo a esperti e specialisti della comunicazione del rischio e della comunicazione scientifica di analizzare e commentare la nostra bozza di rapporto. Ci rivolgiamo inoltre a professionisti delle autorità pubbliche di valutazione e gestione del rischio nazionali, dell’UE e internazionali. Il documento presenta un esame di risultanze tratte dalla letteratura grigia e dalla letteratura sottoposta a revisione tra pari che toccano questioni essenziali nella comunicazione del rischio per la sicurezza alimentare dell’UE, tra cui:

  • aumentare la conoscenza, la comprensione e la fiducia nel sistema di sicurezza alimentare dell’UE
  • chiarire la differenza tra “pericolo” e “rischio”
  • contrastare le false informazioni e le loro fonti
  • tener conto della percezione del rischio tra i diversi tipi di pubblico
  • rivolgersi ai diversi tipi di pubblico commisurando le informazioni alle loro esigenze
  • sviluppare strumenti per pianificare e attuare attività di comunicazione del rischio a dimensione UE.

Il regolamento sulla trasparenza stabilisce che il piano generale “debba promuovere un quadro integrato di comunicazione del rischio vincolante sia per i valutatori del rischio che i gestori del rischio in modo omogeneo e sistematico a livello di Unione e dei singoli Stati”. Una volta terminata la consultazione pubblica, i sociologi dell’EFSA analizzeranno i commenti pervenuti mettendo a punto il rapporto conclusivo, la cui pubblicazione è prevista per marzo/aprile 2021.

Fonte: EFSA




Macellazione rituale: attualità e aspetti normativi nell’Unione Europea

E’ pubblicato sul n° 2/2020 di Argomenti l’articolo “Macellazione rituale: attualità e aspetti normativi nell’Unione Europea” di Giuseppe Cito, Carlo Giuliani, Vitantonio Perrone

Quello del benessere animale è un valore condiviso nell’Unione Europea, anche attraverso un percorso normativo costante che è stato ampiamente confermato anche nel trattato istituito dall’Unione Europea e in particolare dalla modifica apportata con il trattato di
Lisbona, firmato nel 2007 e in vigore dal 2010. Tale trattato ha previsto importanti effetti per la protezione degli animali convenendo, quando necessario, che nella redazione delle norme unionali si dovesse tenere in debito conto il loro status di “esseri senzienti”.

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Nuova variante del Covid da visoni a uomo in Danimarca? Grasselli: «Situazione da monitorare»

Aldo Grasselli, Presidente della Federazione Veterinari e Medici e Presidente Onorario SIMeVeP spiega a Sanità Informazione cosa sta succedendo in Danimarca: «I virus mutano per resistere agli anticorpi. È quel che succede ogni anno con l’influenza stagionale. Il vaccino? Non dovrebbe essere un problema»

Presidente Grasselli, cosa sta succedendo in Danimarca?
«Sappiamo ciò che è uscito sugli organi di stampa in questi giorni e di cui hanno preso atto anche dalle istituzioni danesi. In sostanza, in Danimarca esiste un fiorente allevamento di visoni per via di una tradizione molto consolidata. Stiamo parlando di milioni di visoni. Questo tipo di attività comporta una forte concentrazione di animali all’interno degli allevamenti e, conseguentemente, maggiori possibilità per i virus di diffondersi tra gli animali presenti una volta entrati. Il SARS-CoV-2 è dunque entrato ed è riuscito a provocare una infezione alla quale i visoni hanno risposto con una reazione immunitaria. Tra gli animali infetti si è innescata quindi una reazione anticorpale che probabilmente ha esercitato una pressione selettiva sul virus che, per sopravvivere agli anticorpi, ha cominciato a mutare. Questo ha reso possibile la selezione di una popolazione di virus dotata di qualche variante protettiva. Si tratta di un fenomeno che conosciamo già nell’influenza umana: ogni anno ci sono varianti e noi sappiamo già che il virus dell’influenza del prossimo anno probabilmente si presenterà con caratteristiche leggermente diverse».

Leggi l’intervista integrale su Sanità Informazione




Grasselli: Se un vaccino che funziona è stato fatto da un veterinario, Bassetti non si vaccinerà?

Aldo Grasselli, Presidente Onorario SIMeVeP, è stato ospite di Selvaggia Lucarelli e Chicco Giuliani a “Le mattine” di Radio Capital, per parlare di veterinari e la “polemica Bassetti-Capua“.

I veterinari sono conosciuti ai più come i medici dei cani e dei gatti, ma bisogna tener presente che molte delle malattie che colpiscono gli animali colpiscono anche l’uomo e addirittura il 75% delle infezioni emergenti, come Sars-Cov- 2, sono di origine animale quindi agire in prevenzione in Sanità Pubblica Veterinaria vuol dire impedire che quei virus colpiscano l’uomo. Per far questo fra i veterinari ci sono degli ottimi virologi, c’è la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali dove si fa ricerca e ci si occupa di vaccini contro le malattie animali e la tecnologia che si utilizza è la stessa e generalmente nei laboratori che si occupano di ricerca e vaccini si mettono a frutto le competenze delle varie professionalità, senza steccati” ha detto Grasselli

“In questo momento nelle aziende che stanno lavorando ai vaccini per COVID-19 hanno ai vertici dei veterinari: l’amministratore Pfizer è un veterinario, ma anche Peter Doherty, – premio Nobel per la Medicina per le ricerche sulle reazioni del sistema immunitario quando è attaccato da un virus, quindi utili alla produzione di vaccini, è un veterinario. Se un vaccino che funziona è stato fatto da un veterinario, Bassetti non si vaccinerà? Il problema è che i veterinari non fanno audience, fanno audience le polemiche” ha concluso Grasselli

Dal minuto 12 al minuto 19.20 è possibile riascoltare l’intervento




Pandemie ed equilibri globali, intervista all’autore di Spillover

spilloverSul sito del progetto “Saluteinternazionale” è pubblicata un intervista a David Quammen, autore del libro “Spillover. Animal Infections and the Next Human Pandemic” del 2012 pubblicato in Italia nel 2014 con il titolo “Spillover. L’evoluzione delle pandemie”.

Quella di Quammen è una prospettiva descrittiva ma è anche, per chi vuole intendere, un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva: l’intero saggio ritorna su quel legame fluido, circolare, inevitabile tra creature che abitano lo stesso pianeta, sull’interdipendenza di ciascuno dall’altro: «siamo davvero una specie animale, legata in modo indissolubile alle altre, nelle nostre origini, nella nostra evoluzione, in salute e in malattia». E così facendo rende evidente il ruolo dell’uomo come detonatore di tali eventi, che con il suo spingersi oltre i limiti ambientali turba gli ecosistemi, rompe l’equilibrio di una salute globale. Ne scrive Quammen anche recentemente in un suo editoriale pubblicato il 28 gennaio scorso dal New York Times: «we must remember, when the dust settles, that nCoV-2019 was not a novel event or a misfortune that befell us. It was — it is — part of a pattern of choices that we humans are making». Già, non si tratta di sfortuna né di eventi prettamente accidentali, ma c’è in gioco la responsabilità delle nostre azioni, la visione di un senso del limite e del rispetto. È in quest’ottica che lo abbiamo intervistato, per guardare con lui alla salute globale, all’Africa e al ruolo che le organizzazioni di cooperazione internazionale possono e devono avere in questi delicati equilibri internazionali e interdisciplinari

Leggi l’intervista completa




Online Argomenti n° 2/2020

E’ pubblicata la versione digitale di Argomenti, disponibile sia in formato “sfogliabile” smartphone, pc e mac, sia in formato pdf, suddivisa per articoli.

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One health day al tempo del Covid-19, Ferri all’evento degli Emirati Arabi

Si celebra oggi, 3 novembre la quinta giornata mondiale One Health – Salute unica. L’iniziativa intende promuover e diffondere l’applicazione di un approccio multidisciplinare per affrontare i rischi che hanno origine dall’interfaccia uomo animale ambiente.

La riccorenza quest’anno acquista ancor più significato: di fronte alla pandemia di COVID 19, l’approccio One Health viene riconosciuto e accolta come necessario ora più che mai.

Molti gli eventi vengono dedicati al tema, in particolare si conclude oggi il One Health World Congress .

Il Coordinatore Scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri, interverrà domani alle ore 16.00 al webinar su Covid-19 e One Health organizzato dall’Università degli Emirati Arabi, con un intervento su “COVID-19 Management through a One Health Perspective”.




Salute, alimentazione e benessere animale: settore unico, aliquota unica

ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, FNOVI – Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, SIMeVeP – Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, ENPAV – Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Veterinari, ASSALCO – Associazione Nazionale Imprese Alimentazione e Cura Animali da Compagnia, Federchimica AISA – Associazione Italiana Industrie Salute Animale, ASCOFARVE – Associazione Nazionale Distributori Medicinali Veterinari e ASSALZOO – Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici hanno sottoscritto una lettera aperta rivolta a Governo e Parlamento per chiedere l’istituzione di uno scaglione unico dell’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) al 10% per:

• prestazioni veterinarie (oggi al 22%)
• medicinali veterinari (già al 10%)
• alimenti per animali da compagnia (oggi al 22%).

Si tratta di misure importanti anche per la salute pubblica”  – ha commentato il Presidente SIMeVeP Antonio Sorice.

Gli animali d’affezione non sono ‘beni superflui o di lusso’  ma sono sempre più parte della vita delle persone, lo dimostrano i numeri e  ne abbiamo avuto conferma anche nel periodo di forzato isolamento dovuto all’emergenza COVID- 19 durante il quale il rapporto con gli animali domestici si è rilevato un importante fattore di benessere per i proprietari e di compagnia per i tanti, ad esempio gli anziani, che sono spesso anche i meno abbienti, che si sono ritrovati soli per tutto il lockdown. Ecco che l’abbassamento dell’IVA sugli alimenti per gli animali da compagnia può contribuire a contrastare il randagismo e l’abbandono con conseguenti risparmi di spesa pubblica”.

“Ricordiamo inoltre – ha aggiunto Sorice – che le prestazioni veterinarie sono prestazioni mediche che agendo sulla salute degli animali agiscono  anche sulla salute delle persone, e hanno quindi ricadute sulla salute pubblica per l’importante principio di One Health, Salute unica, cioè di una salute connessa uomo-animale-ambiente”.

Le attività veterinarie, dei veterinarii di  sanità pubblica e dei liberi professionisti, sono state giustamente considerate essenziali, durante il lockdown, e hanno contribuito al mantenimento della salute delle popolazioni animali del nostro paese. Perchè continuare a considerare le prestazioni veterinarie e il possesso di animali da compagnia alla stregua di beni di consumo?” ha concluso il Presidente.




SENLAT/TIBOLA/DEBONEL: nomi diversi, stessa zoonosi emergente

Ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze hanno recentemente descritto un caso di SENLAT (Scalp Eschar and Neck Lymph Adenopathy After a Tick Bite – Escara del cuoio capelluto e linfoadenopatia del collo in seguito alla puntura di zecca) in una bambina di 6 anni. Il patogeno identificato è stato Rickettsia slovaca. Il caso è in corso di pubblicazione.

La sindrome è stata segnalata per la prima volta in Francia nel 1997 ed è stata chiamata TIBOLA (Tick-borne lymphadenopathy – Linfoadenopatia trasmessa da zecche) perché caratterizzata da un rigonfiamento doloroso dei linfonodi del collo.

In seguito è stata definita DEBONEL (Dermacentor-borne necrosis erythema and lymphadenopathy – Linfoadenopatia eritema e necrosi trasmessi da Dermacentor) per precisare il nome della zecca generalmente coinvolta (Dermacentor) e descrivere altri sintomi presenti quali l’eritema e la necrosi, cioè la morte di una porzione del tessuto cutaneo (escara) in corrispondenza del sito di puntura.

Più recentemente si è preferito l’acronimo SENLAT (Scalp Eschar and Neck Lymph Adenopathy After a Tick Bite – Escara del cuoio capelluto e linfoadenopatia del collo in seguito alla puntura di zecca) in quanto non si può escludere il coinvolgimento di altri batteri o vettori nella patogenesi.

E’ una zoonosi emergente in Europa. La maggior parte dei casi si osserva da marzo a maggio e da settembre a novembre; in questi periodi si riscontra infatti la maggiore attività delle zecche del genere Dermacentor.

Ulteriori informazioni su cause, sintomi, diagnosi e terapie sul sito dell’IZS LT




Test di laboratorio per SARS-CoV-2 e loro uso in sanità pubblica, online la nota tecnica ad interim

Il documento, realizzato da Ministero della Salute, Iss, Inail, Cts, Consiglio superiore di sanità, Conferenza delle Regioni, Fnomceo, Inmi Lazzaro Spallanzani e Organizzazione mondiale della sanità, rappresenta uno degli strumenti per l’implementazione e l’organizzazione della strategia di testing in modo omogeneo sul territorio nazionale

Chiarire le indicazioni per la diagnostica di SARS-CoV-2 e i criteri di scelta dei test a disposizione nei diversi contesti, per un uso razionale e sostenibile delle risorse che consenta di implementare e organizzare la strategia di testing in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Sono questi gli obiettivi della nota tecnica ad interim “Test di laboratorio per SARS-CoV-2 e loro uso in sanità pubblica”, realizzata congiuntamente da Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Inail, Comitato tecnico scientifico, Consiglio superiore di sanità, Conferenza delle Regioni, Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani e Organizzazione mondiale della sanità.

Le indicazioni in linea con quelle fornite dall’Oms. Le indicazioni sono in linea con quelle fornite dall’Oms per i profili dei prodotti per diagnostica che hanno il Covid-19 come target, così come riportati nel documento “Target product profiles for priority diagnostics to support response to the Covid-19 pandemic v.1.0” dello scorso 28 settembre, che descrive le caratteristiche principali dei test per SARS-CoV-2, sottolineando anche la necessità che soddisfino non solo i criteri di specificità e sensibilità ma anche caratteristiche di test rapido, nell’ambito di un’attività di sorveglianza che sia sostenibile e in grado di rilevare i soggetti positivi nel loro reale periodo di contagiosità. Sono cinque, in particolare, gli obiettivi per il testing riconosciuti dallo European centre for disease prevention and control (Ecdc): controllare la trasmissione; monitorare l’incidenza, l’andamento e valutare la gravità nel tempo; mitigare l’impatto del Covid-19 nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali; rilevare cluster o focolai in contesti specifici; prevenire la (re)introduzione nelle aree che hanno raggiunto un controllo sostenuto del virus.

La rapidità della diagnosi essenziale per il controllo dei focolai. Per tenere sotto controllo i focolai, limitando la diffusione del virus attraverso la quarantena e l’isolamento, resta essenziale la rapidità di diagnosi nei soggetti con sospetto clinico e/o sintomatici. Per la valutazione della scelta del test da utilizzare, appaiono quindi importanti diversi parametri, come i tempi di esecuzione del test (alcune ore per i test molecolari, contro i 15-30 minuti di un test antigenico rapido), la necessità di personale specializzato e di strumentazione dedicata disponibile solo in laboratorio rispetto alle piccole strumentazioni portatili da utilizzare ovunque, i costi da affrontare per una politica basata sulla ripetizione dei test, il trasporto dei campioni rispetto all’esecuzione in loco, l’invasività del test e la sua accettabilità da parte dei soggetti, la facilità di raccolta del campione, l’addestramento necessario a raccogliere/processare i campioni, la disponibilità dei reagenti e la stabilità dei campioni. Critica è anche la raccolta dei dati relativa ai test eseguiti, con la conseguente possibilità di analizzare e valutare le strategie adottate e la diffusione dell’infezione.

I principali contesti di utilizzo riassunti in una tabella sinottica. Oltre a fornire alcune proposte per la strategia d’uso dei test, in relazione a casi sospetti e positivi e contatti stretti asintomatici, il documento è integrato da una tabella sinottica sul tipo di test da utilizzare nei principali contesti, in base alla situazione epidemiologica e all’organizzazione sanitaria regionale. Nell’appendice, inoltre, sono riassunte le caratteristiche dei test attualmente disponibili per scopi di sanità pubblica, che possono essere suddivisi in tre grandi gruppi: test molecolare mediante tampone, tampone antigenico rapido (mediante tampone nasale, naso-oro-faringeo e salivare) e test sierologici.

Test di laboratorio per Sars-cov-2 e loro uso in sanità pubblica

Fonte: INAIL