Conclusa indagine OMS a Wuhan: i dati conducono a origine animale di SARS-CoV-2

Tutti i dati che abbiamo raccolto sin qui ci portano a concludere che l’origine del coronavirus è animale”. Lo ha detto il capo della missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek, in una conferenza stampa nella città cinese, primo focolaio del coronavirus.

Il lavoro sul campo su quello che è successo all’inizio della pandemia di coronavirus non ha stravolto le convinzioni che avevamo prima di cominciare”, ha detto ancora il ricercatore.

Della stessa opinione anche il professor Lian Wannian, a capo della delegazione di 17 esperti cinesi che ha affiancato la missione dell’Oms.

Le ricerche effettuate sul coronavirus sin qui suggeriscono che abbia un’origine “animale” ma non è chiaro quale sia l’esemplare “ospite” ha detto sottolineando che “pipistrelli e pangolini sono i più probabili candidati alla trasmissione, ma i campioni di coronavirus trovati in quelle specie non sono identici al Sars-CoV-2”.

Non ci sono tracce sostanziali della diffusione del coronavirus in Cina prima della fine del 2019. E non ci sono prove che circolasse a Wuhan prima del dicembre del 2019”, ha detto il professor Lian Wannian.

Molti casi di contagio sono «stati rilevati nella seconda metà di dicembre. Dal punto di vista epidemiologico il virus è stato trovato al mercato del pesce Huanan, ma altri casi in altri mercati. Non è possibile concludere che il virus sia arrivato per primo al mercato Huanan».

«L’ipotesi della fuga dal laboratorio del coronavirus è estremamente improbabile». lo ha detto il capo missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek. Il capo missione dell’Oms ha anche sottolineato che raccomandazione per il futuro è di non continuare «le ricerche» nella direzione di una fuga del Codi dal laboratorio di Wuhan.

Sappiamo che il virus può sopravvivere nei cibi surgelati, ma non sappiamo ancora se da questi si può trasmettere all’uomo. Su questo servono più ricerche”. Ha detto Peter Ben Embarek. “L’ipotesi che il Covid attraverso il commercio di prodotti surgelati è possibile ma molto lavoro deve essere ancora fatto in questo ambito”, ha aggiunto.

Il lavoro congiunto in Cina del team di esperti dell’Oms e di Pechino “è terminato” e ora il lavoro di tracciamento dell’origine del Covid-19 procederà nel resto del mondo e “non sarà vincolato ad alcuna località”, ha affermato Lian Wannian che ha anche aggiunto che la Cina sosteniene “il lavoro e l’azione dell’Oms”.

La notizia sul sito dell’Onu (in inglese)

Il video della conferenza stampa (in inglese)




SARS-COV-2: la variante nel visone e possibili mutazioni

Maurizio Ferri, Coordinatore sceintifico SIMeVeP, analizza in un contributo in inglese, la variante di SARS-COV-2 nel visone ed altre varianti che potrebbero minacciare l’efficacia degli attuali vaccini.

Una stretta collaborazione tra le autorità di sanità pubblica e quelle di sanità animale nell’ambito dell’approccio “One Health” è fondamentale per l’individuazione precoce dei focolai di infezione da SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni e dei casi umani correlati agli allevamenti di visoni, al fine di consentire misure tempestive di risposta e controllo. Per ridurre il rischio posto alla sanità pubblica dalla variante le autorità nazionali dovrebbero mettere in atto una serie di misure destinate agli allevamenti di visoni, agli operatori che vi lavorano e alle co munità che vi sono in contatto.

 




Varianti e grandi diffusori di SARS-CoV-2, una pericolosa alleanza

Il Prof. Giovanni Di Guardo, già Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso l’Università di Teramo, interviene sul tema delle varianti di SARS-CoV-2 più o meno recentemente identificate nella popolazione virus-infetta e il ruolo dei cosiddetti “big spreaders” (“grandi diffusori”) nell’epidemiologia dell’infezione.

Tenuto conto che, secondo una stima, il 15-20% di costoro sarebbero responsabili dell’80-85% dei nuovi casi d’infezione, l’interrogativo sollevato dal Professore riguarda in particolare la possibilità che le succitate varianti, ben più diffusive e contagiose rispetto ai ceppi virali noti prima della loro comparsa, fossero presenti – ed in quale misura – in soggetti “grandi diffusori”.

L’articolo completo è pubblicato da “Quotidiano Sanità”




Prevenzione dello spreco alimentare, un impegno consolidato della SIMeVeP

Si celebra oggi, 5 febbraio l'”VIII giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”  quest’anno dedicata in particolare al tema “Stop food waste. One health, one planet” in linea con l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e, in tempo di pandemia, un’occasione ulteriore per  guardare alla prevenzione e riduzione degli sprechi come elemento chiave per presidiare la salute dell’uomo e dell’ambiente.

La SIMeVeP si è impegnata attivamente a partire dal 2016 nel proporre il superamento del concetto di “spreco” sostituendolo con quello di “eccedenza”, maggiormente ricco di possibilità e potenzialità.

Un impegno che si è consolidato negli anni, puntando sempre alla sinergia con i diversi soggetti istituzionali e privati coinvolti, e che ha portato la nostra Società Scientifica ad essere una realtà rilevante delle iniziative in questo campo.

In questi anno abbiamo messo in atto numerose iniziative di sensibilizzazione e comunicazione sull’argomento, rivolta ai consumatori e agli attori della filiera alimentare, di  formazione per gli operatori delle associazioni beneficiarie che acquisiscono le eccedenze alimentari e le distribuiscono, e di  formazione dei medici veterinari stessi che intervengono lungo gli interi processi produttivi di alimenti di origine animale, tramite controlli sullo stato degli allevamenti e il rispetto degli standard igienico sanitari.

Un esempio concreto di collaborazione virtuosa che ci fa piacere citare quest’anno è il programma Harvest Program di KFC che, grazie alla  collaborazione tra KFC, SIMeVeP e Bancoalimentare, sin dal suo avvio nel 2017  ha permesso al  di donare circa 36.000  pasti tramite il  recupero dell’invenduto.

I medici veterinari nel campo del contrasto allo spreco alimentare favoriscono infatti l’incontro fra domanda e offerta di alimenti in eccedenza, assicurando la salubrità degli alimenti recuperati e donati, contribuendo così a trasformare gli sprechi in risorse, grazie al paradosso illuminato dell’economia circolare, che rappresenta l’unica strada sostenibile dal punto di vista etico, ambientale, economico e sociale per affrontare il tema della disponibilità alimentare.

“Un impegno che i medici veterinari svolgono con senso di responsabilità civica e sociale. Con orgoglio mettiamo a disposizione le nostre competenze per far arrivare cibo buono e sicuro a chi ne ha bisogno, perché se il cibo non è sicuro, non è cibo”

ha affermato il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice nell’occasione




5 FEBBRAIO 2021 – 8^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare

giornata nazionale spreco alimentare“Stop food waste. One health, one planet” è il tema degli eventi della 8^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, venerdì 5 febbraio 2021: un appuntamento consolidato per l’agenda dello sviluppo sostenibile e, nei mesi ancora convulsi della pandemia, una data importante per guardare alla prevenzione e riduzione degli sprechi come elemento chiave per presidiare la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Il Forum è in programma dalle 11.30 su piattaforma digitale, per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market in sinergia con il Ministero dell’Ambiente e inoltre con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del World Food Programme Italia, di ANCI e della rete di Comuni Sprecozero.net.

Molti gli interventi istituzionali programmati per l’occasione, introdotti e coordinati dal fondatore Last Minute Market e campagna Spreco Zero, l’agroeconomista Andrea Segrè. A tracciare un quadro dell’Orizzonte Italia saranno, fra gli altri, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il sottosegretario al ministero della Salute Sandra Zampa, il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Roberto Morassut e il sottosegretario al inistero delle Politiche Sociali Francesca Puglisi.

Dal 2021 la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare si focalizza con attenzione sul nuovo decennio che ci guiderà al 2030: in primo piano gli Obiettivi di Sostenibilità indicati nell’Agenda Onu 2030 e in questa direzione la nuova dimensione di uno strumento di riferimento per il monitoraggio dello spreco alimentare in Italia, l’Osservatorio Waste Watcher che diventa adesso una realtà internazionale e progetta una survey di respiro globale che sarà presentata il prossimo 29 settembre, Giornata internazionale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari promossa dalle Nazioni Unite.

“L’impegno per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi – spiega Andrea Segrè, fondatore Last Minute Market e promotore Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare – passa anche attraverso il monitoraggio dei comportamenti e quindi attraverso i dati. Questa svolta culturale è un passaggio obbligato per la riduzione dello spreco alimentare domestico, che incide per il 50% circa dello spreco complessivo del cibo sul pianeta. I 17 Obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite sono davanti a noi e il decennio che si apre sarà determinante per coglierli: la prevenzione degli sprechi e lo sviluppo sostenibile devono coinvolgere l’impegno congiunto delle governance e dei cittadini del pianeta. Anche l’Osservatorio Waste Watcher si attrezza per promuovere una campagna globale di sensibilizzazione, attraverso un monitoraggio su scala mondiale”.

A presentare il nuovo Osservatorio internazionale sarà Vincenza Lomonaco, ambasciatore presso la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite a Roma.

I dati nazionali dello spreco

Nel conto alla rovescia verso l’ ottava Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, ecco un piccolo viaggio nelle abitudini del ‘consumatore errante’: lo spreco di cibo a livello domestico in Italia vale 4,9 euro a nucleo familiare, per un totale di ca 6,5 miliardi di euro complessivi e un costo nazionale di circa 10 miliardi di euro includendo gli sprechi di filiera produzione/distribuzione 2020, oltre 3 miliardi 293 milioni (Rapporto Waste Watcher 2020, legato allo spreco percepito).

Il dato dello spreco ‘reale’ era stato calcolato nel 2018 – 2019 misurando lo spreco nelle famiglie italiane con i test scientifici dei “Diari di famiglia” (Progetto Reduce dell’Università di Bologna /Distal con il Ministero dell’Ambiente e la campagna Spreco Zero), registrando 8,70 euro di spreco alimentare settimanale per ogni nucleo familiare, per un costo complessivo di 11.500 miliardi di euro ogni anno. In termini di peso i diari avevano misurato uno spreco di ca 100 grammi al giorno pro capite, per un totale di ben 2 miliardi e 200 milioni di tonnellate di cibo buttato annualmente in Italia.

Cibo e salute sono il nuovo binomio strettamente ‘attenzionato’ dagli italiani: una consapevolezza che diventa quasi plebiscito, perché quasi 7 italiani su 10 (il 66%) ritengono ci sia una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo: è sempre così’ per il 30% degli intervistati, lo è spesso per il 36% e solo talvolta per il 20%. E al momento di acquistare il cibo l’attenzione agli aspetti caratterizzanti della salubrità del cibo e del suo valore per l’impatto sulla salute – così come agli elementi di sicurezza alimentare – incide in maniera determinante per 1 italiano su 3, il 36%. Nelle scuole l’indagine Reduce sulla refezione scolastica aveva calcolato un avanzo medio di 90 grammi nel piatto di ogni studente: eppure 7 italiani su 10 (68%) danno un mandato proprio alla sensibilizzazione scolastica per promuovere l’attenzione e la prevenzione negli sprechi alimentari (dati Waste Watcher).

 




Code di Casa, SIMeVeP sostiene la campagna del Ministero della Salute sugli animali d’affezione

La SIMeVeP sostiene la campagna integrata di comunicazione del Ministero della Salute “Code di Casa”, volta a sensibilizzare la popolazione sul possesso responsabile degli animali d’affezione, sull’importanza dell’adozione, e sull’abbandono, anche al fine di contrastare il  fenomeno del randagismo. Ad oggi si calcolano circa 11.800.000 cani e 641.000 gatti di proprietà iscritti all’anagrafe nazionale animali d’affezione.

I dati forniti dalla Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della salute evidenziano che per l’anno 2019 sono stati registrati 86.982 ingressi di cani nei canili sanitari e 45.695 ingressi nei rifugi. In merito alla sterilizzazione, identificazione e registrazione degli animali d’affezione all’anagrafe, strumenti fondamentali per combattere il fenomeno del randagismo, si registrano forti disparità fra le Regioni italiane, in particolare maggiori criticità in tal senso si riscontrano in Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna ed in alcune province della Campania.

Obiettivi della campagna

  •  Promuovere l’adozione consapevole degli animali di affezione, incentivando il più possibile l’adozione nei canili e nei gattili.
  • Diffondere la cultura del possesso responsabile, ovvero informare proprietari e futuri proprietari sia sui comportamenti da seguire che sugli obblighi di legge (microchip, registrazione all’anagrafe, raccolta deiezioni, danni a persone e cose, ecc.).
  • Invitare i proprietari dei cani a partecipare ai percorsi formativi in modo da facilitare la gestione del proprio animale d’affezione e garantirne il benessere.
  • Contrastare l’abbandono degli animali d’affezione (che costituisce anche reato previsto dal codice penale) e incentivare la pratica della sterilizzazione.
  • Evidenziare i benefici che un cane e un gatto possono portare e raccontare tutte le qualità per le quali in casa sono capaci di arricchirti la vita.

Gli obiettivi e la declinazione della campagna sono stati condivisi con la Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Veterinari Italiani (FNOVI), l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP) e con le principali associazioni che a livello nazionale si occupano della difesa degli animali (quali LAV, OIPA, LEIDAA, LNDC).

 

5 PUNTI DA SEGUIRE PRIMA, DURANTE E DOPO L’ADOZIONE

code di casaAdottare nei canili e gattili

Nei canili e nei gattili d’Italia ci sono tanti animali che meritano di dare e ricevere affetto. Scegliere di adottare con consapevolezza e responsabilità un animale vuol dire trovare un compagno per la vita con cui condividere tempo ed esperienze.

SCOPRI DI PIÙ SULLE ADOZIONIcode di casa

code di casaLa scelta dell’animale

La scelta di convivere con un animale deve essere guidata da consapevolezza e responsabilità e non dettata da un’onda emotiva o da mere questioni estetiche. È importante valutare quale animale potrà interagire meglio con te e la tua famiglia e quanto tempo dovrai dedicargli.

SCOPRI DI PIÙ SULLA SCELTAcode di casa

code di casaEssere responsabili

Cani e gatti sono fonte di grande amore e richiedono tempo e cura. Bisogna, infatti, tener conto anche delle loro esigenze ed essere consapevoli che vivere con un cane o un gatto comporta impegni e obblighi. Prima di tutto il microchip e l’iscrizione all’anagrafe, obbligatoria per i cani e consigliata per i gatti. Poi le vaccinazioni, che tengono i nostri amici lontani dai problemi di salute, così come le visite periodiche dal veterinario. Ricordati che sei sempre responsabile legalmente del tuo animale, sia per gli eventuali danni provocati a terzi, sia per la raccolta dei suoi bisogni.

SCOPRI DI PIÙ SULL’ESSERE RESPONSABILEcode di casa

code di casaNon abbandonare

L’abbandono di un animale, oltre ad essere un gesto disumano che provoca sofferenza in chi lo subisce, è anche un reato ai sensi dell’articolo 727 del codice penale. Inoltre, alimenta il fenomeno del randagismo: in Italia ci sono più di 130.000 cani nei canili in attesa di una famiglia. Non bisogna dimenticare che il randagismo si può prevenire anche con la sterilizzazione, intesa come controllo delle nascite.

SCOPRI DI PIÙ SULL’ABBANDONOcode di casa

code di casaFare formazione

Per migliorare la convivenza con il tuo animale e per conoscerlo meglio puoi seguire uno dei corsi di formazione organizzati da soggetti autorizzati, quali Comuni, ASL, veterinari e associazioni. Informati se sono attivi nella tua città.

SCOPRI DI PIÙ SULLA FORMAZIONEcode di casa

Vedi anche:



Registrazioni dei Webinar su esportazioni e Reg. 625/2017 in promozione per gli iscritti

Sono disponibili per l’acquisto le registrazioni dei webinar “Esportare prodotti di origine animale verso Paesi terzi” e “Controlli ufficiali, il regolamento (UE) 2017/625 ad un anno dall’applicazione” che si sono tenuti il 3 novembre e il 14 dicembre 2020.

Il costo, riservato agli iscritti SIVeMP e SIMeVeP, è di 8,00 € per ogni acquisto.

La registrazione acquistata sarà disponibile per la visione, anche ripetuta, direttamente sul portale Pointvet.

Esportare prodotti di origine animale verso Paesi terzi

L’importanza dell’export di prodotti alimentari verso Paesi terzi è ben presente a tutti gli attori delle diverse filiere.
Nel contesto di un mercato nazionale sostanzialmente ‘‘maturo’’, l’accesso a nuovi mercati costituisce una condizione imprescindibile di sviluppo per il nostro Paese.
La celebrata qualità dei nostri prodotti e il rispetto delle pertinenti normative dell’Unione Europea non sono peraltro condizioni sufficienti per assicurare i flussi commerciali verso i Paesi extra comunitari.
Le barriere doganali, considerate di ostacolo allo sviluppo del commercio internazionale, sono state, infatti, spesso sostituite da barriere sanitarie, altrettanto efficaci nel ‘‘proteggere’’ le produzioni nazionali.
La conoscenza dei requisiti sanitari stabiliti dai Paesi destinatari e il loro rispetto costituisce, quindi, una condizione imprescindibile al fine di garantire il successo delle nostre esportazioni.

Obiettivo del webinar è introdurre alla conoscenza dei principali requisiti igienico-sanitari che possono ostacolare le nostre esportazioni, soprattutto di prodotti di origine animale

Temi trattati

  • Export e sicurezza alimentare: modelli a confronto
  • Requisiti igienico-sanitari comunitari e dei Paesi terzi
  • Fonti internazionali: il Codex Alimentarius
  • Un unico modello di Haccp e di Ssop o più modelli?

Relatore: dott. Filippo Castoldi

Medico Veterinario, specialista in Igiene degli Alimenti di Origine animale, si occupa da più di vent’anni delle problematiche legate alle esportazioni verso i Paesi terzi. In quest’ambito, collabora con il Ministero della Salute, partecipa alla stesura dei documenti nazionali di indirizzo a supporto dell’attività delle aziende alimentari interessate a esportare e delle autorità di controllo che ne devono certificare la conformità ai requisiti dei diversi Paesi di sbocco, partecipa all’organizzazione e allo svolgimento delle missioni delle delegazioni ispettive condotte in Italia dai Paesi terzi, al fine di verificare la sussistenza dei requisiti igienico-sanitari necessari per l’esportazione dei nostri prodotti alimentari, svolge attività di formazione nel settore a livello nazionale.

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Controlli ufficiali, il regolamento (UE) 2017/625 ad un anno dall’applicazione

Il regolamento (UE) 2017/625, entrato in applicazione lo scorso 14 dicembre, ha abrogato il regolamento (UE) 882/2004 ed altri atti normativi relativamente al controllo ufficiale per le verifiche dell’attuazione delle norme comunitarie in materia di alimenti, mangimi, sanità e benessere animale nonché sulla salute delle piante.
La legge 4 ottobre 2019, n. 117, di delegazione europea 2018, al suo articolo 12 ha delegato il Governo ad adottare, entro dodici mesi dall’entrata in applicazione del regolamento, i decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale a quanto previsto dal regolamento stesso.
Nello specifico, il webinar ha trattato i quattro decreti legislativi ad oggi approvati in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri e riguardanti:

  • disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, lettere a), b), c), d) della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 in materia di controlli ufficiali sugli animali e le merci provenienti dagli Stati membri dell’Unione e delle connesse competenze degli uffici veterinari per gli adempimenti comunitari del Ministero della Salute in attuazione della delega contenuta nell’articolo 12, comma 3, lettere f) e i), della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, comma 3, lettera g), della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 in materia di controlli sanitari ufficiali sugli animali e sulle merci che entrano nell’Unione e istituzione dei posti di controllo frontalieri del Ministero della Salute, in attuazione della delega contenuta nell’articolo 12, comma 3, lettere h) e i), della legge 4 ottobre 2019, n. 117.

Relatore: Silvio Borrello
Già direttore generale della Direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute

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CoViD-19 e BSE. God save the Queen

Giovanni Di Guardo, già Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso l’Università di Teramo, torna sulle analogie tra CoViD-19 e BSE indagate recentemente insieme a Cristina Casalone dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte
Liguria e Valle d’Aosta nel contributo CoViD-19 e mucca pazza, cosi’ diversi eppure cosi’ uguali, pubblicato anche su questo sito.

A fronte delle colossali differenze esistenti fra le due malattie (a cominciare dagli agenti patogeni che ne sono responsabili) si aggiungono, fra le similitudini, “le “varianti” descritte nei nostri consimili britannici, mentre svettano su tutte le altre il “principio di precauzione” ed il concetto di “Salute Unica” (alias “One Health”), che hanno rispettivamente caratterizzato la gestione (principio di precauzione) ed alla cui luce sarebbe “cosa buona e giusta” leggere sia l’origine che l’evoluzione della BSE, così come della CoViD-19 e di tutte le altre “malattie infettive emergenti” (One Health).

La genesi di queste ultime riconoscerebbe infatti, in almeno il 70% dei casi, l’intervento di uno o più “serbatoi animali”, dai quali l’agente infettivo in questione sarebbe in grado di attuare il cosiddetto “salto di specie” (alias “spillover”), accasandosi quindi nella nostra specie, al pari di quanto già avvenuto per i due coronavirus responsabili della SARS e della MERS e, con ogni probabilità, anche per SARS-CoV-2, il famigerato coronavirus responsabile della CoViD-19.

Ennesima testimonianza del legame che indissolubilmente unisce fra loro salute umana, animale ed ambientale, in ossequio all’intramontabile ed olistico concetto di “Salute Unica”, alias “One Health”!

Leggi il contributo integrale pubblicato su quotidianosanita.it




I veterinari, l’antibioticoresistenza e lo spreco alimentare

Sono pubblicati su La Repubblica – Focus Sanità del 24 gennaio 2021 due contributi sul ruolo dei Veterinari di Medicina Pubblica e sull’impegno della SIMeVeP nel campo dell’antibioticoresistenza e dello spreco alimentare.

Nell’immaginario comune il concetto di medicina veterinaria è legato alla cura degli animali da compagnia. In realtà il tema della salute nel mondo animale copre uno spettro ben più ampio di tematiche, strettamente legate al benessere globale anche della popolazione umana.

Da qui la necessità di un’opera di azione e sensibilizzazione, volta a mettere sotto la lente d’ingrandimento gli aspetti dell’interazione uomo-animale-ambiente.

In questo senso l’impegno della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, è diretto all’incremento del livello di salute del Paese perseguendo il modello One World-One Medicine—One Health.

Leggi l’articolo




HPAI. Patogenicità comparata e trasmissibilità nelle recenti infezioni da virus H5.

influenza aviariaWageningen Bioveterinary Research fornisce informazioni sul decorso delle infezioni da influenza aviaria.

La minaccia di focolai di influenza aviaria altamente patogena (HPAI) nel pollame rimane alta, con diversi allevamenti di pollame che sono stati infettati negli ultimi anni. Al fine di ottenere maggiori informazioni sul decorso e la trasmissione delle infezioni da HPAI, Wageningen Bioveterinary Research (WBVR) ha esaminato i sintomi della malattia, la diffusione del virus e la mortalità a seguito di infezione recenti da virus H5.

La ricerca mostra che un’infezione da virus HPAI H5N8-2014, H5N8-2016 o H5N6-2017 differisce notevolmente tra polli, anatre e piccioni eurasiatici. La patogenicità dei virus per i polli è superiore a quella per anatre e piccioni eurasiatici.

I risultati suggeriscono anche che la patogenicità dei virus HPAI H5 e la diffusione del virus dalle anatre si sta evolvendo, il che può avere conseguenze sul rischio di introduzione di questi virus nel settore del pollame.

Il virus dell’influenza aviaria è facilmente trasmissibile attraverso l’acqua.

La ricerca ha anche osservato livelli più elevati di diffusione del virus da anatre e piccioni infettati dai virus del 2016 e del 2017 rispetto al virus del 2014. Gli uccelli selvatici infetti (come i piccioni) possono introdurre il virus negli allevamenti di pollame attraverso le loro feci.

Più il virus è presente nelle feci degli uccelli, più è facile trasmettere il virus al pollame. Questa ricerca mostra anche che il virus può sopravvivere a lungo in acqua (più di una settimana) e che i polli possono essere facilmente infettati dall’acqua potabile contaminata dalle feci degli uccelli.

La WBVR sta conducendo ulteriori ricerche sui fattori genetici e altri aspetti che determinano la patogenicità dei virus HPAI. Una migliore comprensione delle caratteristiche dei virus HPAI può contribuire alla prevenzione di future epidemie.

Fonte: IZS Abruzzo e Molise

Articolo completo (in inglese)