CoViD-19 e BSE. God save the Queen
Giovanni Di Guardo, già Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso l’Università di Teramo, torna sulle analogie tra CoViD-19 e BSE indagate recentemente insieme a Cristina Casalone dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte
Liguria e Valle d’Aosta nel contributo CoViD-19 e mucca pazza, cosi’ diversi eppure cosi’ uguali, pubblicato anche su questo sito.
A fronte delle colossali differenze esistenti fra le due malattie (a cominciare dagli agenti patogeni che ne sono responsabili) si aggiungono, fra le similitudini, “le “varianti” descritte nei nostri consimili britannici, mentre svettano su tutte le altre il “principio di precauzione” ed il concetto di “Salute Unica” (alias “One Health”), che hanno rispettivamente caratterizzato la gestione (principio di precauzione) ed alla cui luce sarebbe “cosa buona e giusta” leggere sia l’origine che l’evoluzione della BSE, così come della CoViD-19 e di tutte le altre “malattie infettive emergenti” (One Health).
La genesi di queste ultime riconoscerebbe infatti, in almeno il 70% dei casi, l’intervento di uno o più “serbatoi animali”, dai quali l’agente infettivo in questione sarebbe in grado di attuare il cosiddetto “salto di specie” (alias “spillover”), accasandosi quindi nella nostra specie, al pari di quanto già avvenuto per i due coronavirus responsabili della SARS e della MERS e, con ogni probabilità, anche per SARS-CoV-2, il famigerato coronavirus responsabile della CoViD-19.
Ennesima testimonianza del legame che indissolubilmente unisce fra loro salute umana, animale ed ambientale, in ossequio all’intramontabile ed olistico concetto di “Salute Unica”, alias “One Health”!”
Leggi il contributo integrale pubblicato su quotidianosanita.it
Il 26 dicembre un capodoglio si è spiaggiato lungo la costa di Castellabate, nel Cilento. Ormai non è più così raro che accada su una spiaggia italiana. Ma per quale motive succede?
L’Echinococcosi cistica (EC) è una malattia cronica disabilitante di origine parassitaria, diffusa in tutto il mondo e storicamente endemica in Italia, che costituisce un caso esemplare di one-health, coinvolgendo l’uomo, i cani, gli animali da reddito, l’ambiente e i prodotti alimentari.
Diversi accademici e scienziati si sono pronunciati a favore del Nutrinform Battery realizzando un documento condiviso.
Sulla strategia di gestione dell’emergenza pandemica COVID-19, in molte dichiarazioni pubbliche di esponenti delle associazioni professionali mediche emerge l’assenza di una visione olistica-globale e di relazioni multi-sistemiche che sono alla base di un modello sanitario ispirato alla cultura One Health. Questa si fonda sull’integrazione coordinata e trasparente delle professionalità che operano in settori diversi della sanità pubblica, ma che condividono gli stessi interessi ed obiettivi sanitari. Una sua assenza determina a livello periferico (regioni e dipartimenti di prevenzione delle ASL), e ciò non costituisce una novità, contesti organizzativi caleidoscopici con forti eterogeneità e separazione degli assetti istituzionali e con anacronistiche polarizzazioni sulle competenze mediche.
E’ stato pubblicato sulla rivista internazionale “Journal of Applied Animal Ethics Research” l’articolo
E’ pubblicato su sardegnasoprattutto.com un contributo di Maurizio Ferri (Coordinatore scientifico SIMeVeP) e Alessandro Foddai (National Food Institute, Technical University of Denmark) sulla opportunità dell’applicazione una strategia di sorveglianza veterinaria veterinaria per la sorveglianza COVID-19, come supporto aggiuntivo alle altre professionalità in virtù della condivisione di esperienze sul controllo delle infezioni animali, comprese le zoonosi trasmissibili dall’animale all’uomo, come appunto COVID-19.
La Commissione Europea ha pubblicato una valutazione della Strategia dell’Unione Europea per la Protezione e il Benessere degli Animali.
Il Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone, come già sostenuto in una mozione congressuale del SIVeMP, ribadisce – alla luce dei dati e delle evidenze scientifiche, che l’esame sistematico dei suini domestici ai fini della prevenzione della trichinellosi nell’uomo sia di fatto una metodica obsoleta, che comporta un consistente impegno operativo in termini di risorse tecniche e umane, quindi economiche, negli stabilimenti di macellazione dei suini, che potrebbero essere risparmiate o destinate ad altri scopi.
“Tutti i dati che abbiamo raccolto sin qui ci portano a concludere che l’origine del coronavirus è animale”. Lo ha detto il capo della missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek, in una conferenza stampa nella città cinese, primo focolaio del coronavirus.