Procedure operative per prevenire l’infestazione da Baylisascaris procyonis

Baylisascaris procyonis è un nematode endemico del Nordamerica e sporadicamente segnalato in altri Paesi: in Italia è stato segnalato per la prima volta nel 2021 da 5 procioni abbattuti nel territorio del  Casentino (AR).

L’infestazione è tipica del procione (ospite definitivo) e occasionalmente di altri carnivori, tra cui il cane, nei quali decorre in modo asintomatico con lo sviluppo di nematodi adulti  nell’intestino tenue (20-22 cm le femmine e 9-11 cm i maschi).

Numerosi ospiti paratenici (principalmente roditori, lagomorfi e uccelli selvatici) possono infestarsi sporadicamente attraverso l’ingestione di feci contenenti uova infettanti.

Operatori che a vario titolo manipolano procioni ed i soggetti di età pediatrica possono contagiarsi attraverso l’ingestione accidentale di feci o di materiale fecalizzato.

La maggior parte dei casi di contagio umano è stata riportata negli Stati Uniti.

Nonostante la baylisascariasi sia una rara zoonosi, la malattia nell’uomo è caratterizzata da evoluzione clinica molto grave legata alla migrazione larvale.

Sintomi aspecifici come: febbre, letargia e nausea possono svilupparsi già una settimana dall’esposizione. Le larve migrano attraverso una grande varietà di tessuti (fegato, cuore, polmoni, cervello, occhi) producendo una sindrome da larva migrans viscerale e larva migrans oculare, simili alla toxocariasi. Tuttavia, prediligendo il sistema nervoso centrale, a differenza delle larve di Toxocara, quelle di Baylisascaris si sviluppano fino a grandi dimensioni determinando gravi lesioni. Le anomalie neurologiche tendono a comparire da 2 a 4 settimane dopo l’ingestione di uova infettanti, come esito della meningoencefalite eosinofila, e comprendono alterazione dello stato mentale, irritabilità, anomalie cerebellari, atassia, stupor e coma. I trattamenti elminticidi sono spesso inefficaci a causa dei ritardi nella diagnosi e della scarsa attività larvicida nei confronti delle larve a localizzazione encefalica.

Pertanto, l’informazione e la prevenzione sono strumenti necessari per limitare il contagio.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ha elaborato per la Regione Toscana delle Procedure operative per la manipolazione dei procioni e delle carcasse durante le fasi di abbattimento e cattura per prevenire il rischio di trasmissione all’uomo.




Mufloni al Giglio, un caso di ragionamento emotivo scarsamente informato

I mufloni «alieni» del Giglio e la pretesa di trattare la natura come un museo” è il roboante titolo di un intervento a firma di Fabrizio Rondolino pubblicato di recente sul sito del Corriere della Sera che con piglio molto polemico critica la messa in atto della prevista eradicazione del muflone (Ovis aries) dal territorio dell’Isola del Giglio in quanto catalogato come specie aliena invasiva (Invasive alien species – IAS).

Rondolino si dice stupito e scandalizzato poiché non trova spiegazione sufficiente a tale evenienza visto che i mufloni introdotti – a suo dire dal 1955 – non creano danni né alle attività agricole né all’ambiente come documentato da uno studio realizzato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. Per ultimo viene sottolineato con stupore che per l’eradicazione dei mufloni dall’isola, mentre risulta protetto in Corsica, è previsto il loro abbattimento e che tutto ciò è inserito in un progetto che paradossalmente è denominato Life LetsGo Giglio. Ovviamente a
coerente coronamento del suo ragionamento l’autore ritiene un’assurdità che tale progetto abbia anche un costo complessivo di 1,6 milioni di euro e che sia co-finanziato dall’Unione Europea.

Questo intervento può essere preso ben ad esempio di come sia facile, anche per una firma alquanto autorevole, cadere in errore non conoscendo, o se conosciuti non valutandoli adeguatamente e
correttamente, tutti gli elementi che possono caratterizzare qualunque fenomeno e quindi la sua complessità.

L’intervento del Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone, su La settimana Veterinaria




OIE e IIZZSS, firmato accordo strategico su One Health

OIE – World Organisation For Animal Health -, Ministero della Salute e la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS) hanno siglato un accordo per unire le forze e affrontare le sfide su One Health.

L’intesa è finalizzata allo sviluppo nel prossimo quadriennio di attività progettuali a supporto degli obiettivi globali dell’OIE e di una collaborazione sinergica in ambito One Health, che sia duratura e sostenibile.

Gli IIZZSS contribuiranno proponendo progetti di ricerca che riguarderanno la sorveglianza epidemiologica delle malattie, le strategie per la salvaguardia della fauna selvatica e dell’habitat marino, la tutela del benessere animale; e il contrasto alle malattie trasmesse da vettori.

L’accordo fornirà alle parti coinvolte l’opportunità di collaborare alla promozione di programmi di ricerca comuni che permettano di unire gli sforzi in modo da costruire sistemi sanitari resilienti e coordinati.

I progetti si allineeranno con il mandato dell’OIE e dimostreranno tangibilmente come azioni comuni possano contribuire al raggiungimento di una strategia condivisa in ambito sanitario globale.

Fonte: IZSPLV




IZS Ve identifica una nuova specie di stafilococco proveniente dall’aria: Staphylococcus caeli

Il Laboratorio di batteriologia speciale della sezione di Treviso dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha identificato e dato il nome a una nuova specie di stafilococco.

Il genere stafilococco è costituito da diverse specie di batteri Gram positivi ampiamente diffusi in natura. Alcune di queste specie sono comuni abitanti della pelle e delle mucose sia di animali che dell’uomo, altre invece sono patogene. Tra le specie patogene più famose c’è sicuramente lo Staphylococcus aureus soprattutto a causa della comparsa di ceppi resistenti agli antibiotici ed in particolare alla meticillina.

Tali ceppi indicati con la sigla MRSA (Meticillin Resistant S. aureus) presentano resistenza agli antibiotici appartenenti alla famiglia delle penicilline e delle cefalosporine, e complicano quindi considerevolmente le possibilità terapeutiche e ne riducono le probabilità di successo. Questo tipo di resistenza è tipicamente conferita dal gene mecA; tale gene assieme alle sue varianti mecB e mecC sono stati isolati in varie specie di animali e nell’uomo.

L’isolamento di questo ceppo insolito e nominato inizialmente 82B è avvenuto durante le attività svolte per una ricerca finanziata dal Ministero della Salute (RC IZSVE 01/09 “Applicazione della PFGE, ricerca dei geni di virulenza e analisi del polimorfismo della proteina A in ceppi di S. aureus isolati da conigli da carne, con finalità epidemiologiche e diagnostiche”) che ha portato al primo isolamento di un clone MRSA ST398 nei conigli da carne, e i cui risultati sono stati pubblicati su International Journal of Systematic and Evolutionary Microbiology).

In particolare l’82B è stato isolato nel 2013 da un campionamento dell’aria di un allevamento da reddito della provincia di Padova. Il ceppo è parso subito anomalo in quanto si presentava resistente alla meticillina, quindi un potenziale MRSA, ma non era possibile arrivare a un’affidabile identificazione di specie, sia mediante prove biochimiche e molecolari che mediante spettrometria di massa. Inoltre, le prove di biologia molecolare eseguite per la rilevazione dei geni noti causa della resistenza alla meticillina, ossia il gene MecA e le varianti MecB e MecC, davano anch’esse risultati non conformi ai controlli utilizzati.

Leggi l’articolo integrale sul sito dell’IZS delle Venezie




«Serve un veterinario nel Cts»

L’identificazione della variante Omicron, recentemente avvenuta in Botswana e in Sudafrica—sebbene la stessa fosse già presente da diversi giorni nei Paesi Bassi e negli Usa —, ha reso ancor più esiguo il numero delle lettere dell’alfabeto greco non ancora
utilizzate per designare le varianti di Sars-Cov-2 progressivamente emergenti sulla scena epidemiologica mondiale.

È in graduale aumento, al contempo, il numero delle specie animali suscettibili al betacoronavirus responsabile del Covid-19, come
chiaramente testimoniano i casi d’infezione descritti fra i cervi a coda bianca statunitensi e canadesi e, ancor più di recente, quelli segnalati in due esemplari d’ippopotamo (madre e figlia) custoditi all’interno dello zoo di Anversa, in Belgio.

In alcuni animali (gatto, cane, cervo a coda bianca) è stata altresì segnalata la presenza di varianti (Alfa, B.1.2, B.1.311 ed altre ancora), verosimilmente acquisite da nostri conspecifici Sars-Cov-2 infetti. Particolarmente degna di attenzione, in proposito, la
variante «cluster 5», sviluppatasi oltre un anno fa negli allevamenti di visoni olandesi e danesi e quindi ritrasmessa dai visoni stessi all’uomo.

Ciononostante, un solo medico veterinario non siede ancora nel Cts, a dispetto dei quasi due anni oramai trascorsi dalla sua istituzione!

Giovanni Di Guardo
Gia’ Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria all’Universita’ di Teramo

Lettera pubblicata su Il Corriere della Sera  – 20 dicembre 2022




One Health: modelli di prevenzione a 360°. Grasselli al Congresso SItI

Dal 3 al 6 novembre 2021 a Lecce si terrà il 54° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica  – SItI “La sanità pubblica nel post-Covid. Occasioni di rilancio per una prevenzione integrata“.

Fra i principali temi che verranno trattati: l’approccio one health nello scenario attuale di transizione ecologica ed epidemiologica, i nuovi modelli organizzativi e la preparedness come funzione essenziale della Sanità Pubblica, le prospettive di innovazione dell’assistenza territoriale e della prevenzione alla luce del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la revisione delle reti ospedaliere, la centralità delle risorse umane per la Sanità Pubblica, lo sviluppo del Piano Nazionale della Prevenzione 2021-2025 e dei relativi piani regionali, la buona comunicazione in era pandemica, nonché l’attualità e le opportunità di innovazione in campo vaccinale nel post-Covid.

Temi che saranno affrontati attraverso plenarie, tavole rotonde, simposi e letture,workshop, comunicazioni orali e poster/pitch.

Nel pomeriggio della giornata di apertura il Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli interverrà alla Sessione Plenaria 1 “One Health, se non oggi quando? Dalla transizione ecologica alla transizione epidemiologica” con una relazione su “One Health: modelli di prevenzione a 360″.

 




Antibiotici per gli animali: SIMeVeP sostiene il voto contrario alla risoluzione ENVI

Il 13 luglio 2021 la Commissione ENVI (Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare) del Parlamento europeo ha adottato (con 38 voti a favore, 18 contrari e 22 astensioni) una proposta di risoluzione per opporsi all’atto delegato della Commissione europea del 26 maggio 2021 sui criteri per la designazione degli antibiotici da riservare al trattamento di alcune infezioni nell’uomo che integra il Regolamento Ue 2019/6.

L’atto delegato descrive in dettaglio i criteri per la designazione degli antimicrobici da riservare all’uomo, vietandone l’uso in tutti gli animali, sulla base del parere scientifico dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA), dell’EFSA, dell’OIE e dell’OMS.

La proposta di risoluzione approvata da ENVI, che sarà sottoposta al voto del Parlamento europeo il 15 Settembre 2021, suggerisce di inserire tutti gli antimicrobici di importanza critica con priorità più alta (colistina, macrolidi, fluorochinoloni e cefalosporine di 3a e 4a generazione) nell’elenco OMS riservato agli esseri umani, vietandone l’uso negli animali.

Nell’ambito di una serie di iniziative della veterinaria europea e italiana, SIMeVeP ha sottoscritto la lettera aperta di FVE  e EPRUMA indirizzata ai Parlamentari europei affinchè respingano attraverso il proprio voto la proposta di risoluzione e adottino l’atto delegato con il fine di preservare la salute e il benessere di tutti gli animali.

Sebbene la proposta di ENVI risponda da un lato alla necessità di proteggere l’uso dell’antibiotico nell’uomo, dall’altra si fonda su interpretazioni errate dell’uso di antibiotici nel settore animale nonché delle raccomandazioni dell’OMS.

A riguardo va sottolineato come gli antimicrobici – somministrati solo quando necessario e dopo aver preso in considerazione tutte le strategie alternative – rimangano un presidio indispensabile per assicurare la sanità e benessere degli animali, in quanto anche in condizioni ottimali di allevamento gli animali possono ammalarsi e necessitano di essere trattati per evitare sofferenze e ciò risponde all’imperativo sancito dal Trattato di Lisbona che riconosce gli animali come esseri senzienti e capaci di soffrire.

Inoltre se consideriamo che alcune infezioni animali zoonotiche, e cioè trasmissibili dagli animali all’uomo, se non trattate, possono rappresentare una minaccia per la sanità pubblica la proposta di Envi, qualora approvata, metterebbe a serio rischio non solo la salute animale, ma anche il benessere animale, la salute pubblica e la sicurezza degli alimenti, mentre l’atto delegato contiene una proposta equilibrata, basata sulla scienza e che realizza l’approccio One Health.

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Veterinari Senza Frontiere VSF – Italia – VACCINATE FOR AFRICA

La campagna VACCINATE FOR AFRICA (V4A) è una raccolta fondi internazionale organizzata da VSF International. Si tratta di una campagna internazionale congiunta, realizzata in 9 Paesi del Network e che coinvolge le cliniche veterinarie a sostegno degli allevatori africani.

Veterinari Senza Frontiere VSF – Italia partecipa anche quest’anno alla campagna di raccolta fondi: nel corso della settimana 13-19 Dicembre 2021, i veterinari e le strutture aderenti raccolgono i proventi ottenuti dalle vaccinazioni e dalle prestazioni effettuate e ne donano una parte a VSF Italia.

Le donazioni andranno a sostegno degli allevatori che conferiscono il latte alla latteria di Ndiao Bambaly, in Senegal, realizzata anche grazie alla precedente campagna.

Scopri di più sulla pagina web della campagna e aderisci compilando il form on-line: https://www.vsf-italia.it/vaccinate-for-africa/.

 




Ecm, meno di tre mesi per mettersi in regola. Dal 2022 si torna alla normalità

EcmNon ci saranno ulteriori proroghe per il recupero del debito formativo relativo al triennio 2017-2019 nonché per lo spostamento dei crediti maturati per il recupero del debito formativo relativo al triennio formativo 2014-2016. Gli obblighi formativi per i trienni in questione vanno dunque assolti entro il 31/12/2021. Lo hanno ribadito in differenti occasioni il Sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri e il Ministro alla Salute, Roberto Speranza.

Non sono in discussione ulteriori proroghe o eventuali deroghe. I medici, come tutti gli altri operatori sanitari, avranno circa tre mesi di tempo per assolvere il loro obbligo formativo. Poi scatteranno controlli e sanzioni che potranno andare da un semplice avvertimento fino alla radiazione“, ha annunciato il Sottosegretario in un’intervista.

La formazione continua Ecm è fondamentale, dobbiamo lavorare perché si ripristini un adeguato e normale percorso che valorizzi la formazione. Questa crisi ci ha insegnato quanto la formazione sia importante. Il nostro personale sanitario è fondamentale e abbiamo bisogno che sia sempre formato adeguatamente, in grado di leggere i cambiamenti sia epidemiologici che del servizio sanitario nazionale” ha detto il Ministro.

Ricordiamo che per il triennio 2017-2019 deve essere acquisito un totale di 150 ecm con possibilità di recupero entro il 31 dicembre 2021.

Chi usufruisce della proroga non può però usufruire delle riduzioni previste, quindi non si applicano:

  • la riduzione nella misura di 30 crediti,  ai professionisti sanitari che nel precedente triennio hanno maturato un numero di crediti compreso tra 121 e 150;
  • riduzione nella misura di 15 crediti, ai professionisti sanitari che nel precedente triennio hanno maturato un numero di crediti compreso tra 80 e 120.

Inoltre i crediti che si utilizzeranno nel 2021 per recuperare quelli del triennio precedente non saranno validi per raggiungere la soglia dei 150 previsti per il triennio 2020-2022.

Per il triennio 2020-2022 i crediti Ecm da acquisire sono 150, ma l’art. 5 bis “Disposizioni in materia di formazione continua in medicina” della legge  17 luglio 2020, n. 77 (Legge di Conversione del “Decreto Rilancio”), riconosce una riduzione pari a un terzo del totale per i professionisti che hanno continuato a svolgere la propria attivita’ professionale nel periodo dell’emergenza derivante dal COVID-19.

A cura della segreteria SIMeVeP

 

 

 

 




La nuova variante Delta

La nuova variante Delta di SARS-CoV-2, identificata per la prima volta ad ottobre 2020 in India e segnalata ad oggi in 98 paesi, sta disegnando una nuova fase della pandemia Covid-19 nell’era post-vaccinazione a causa di una trasmissibilità aumentata dal 40 al 60% rispetto alla variante Alfa (B1.1.7 o inglese), capacità di evadere il sistema immunitario e resistenza ai vaccini.

L’analisi di Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico Società italiana di medicina veterinaria preventiva, pubblicata su sanitainformazione.it