Zoonosi, fauna selvatica e One Health

Antropocene è il nome proposto per l’attuale epoca geologica, epoca nella quale l’essere umano con le sue attività è riuscito a incidere sui processi naturali e modificare ambiente ed ecosistemi.
La modernizzazione delle pratiche agricole e zootecniche (in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo), la distruzione degli habitat e i cambiamenti climatici sono alcuni dei fattori condizionanti questo fenomeno. L’ambiente al quale i vari potenziali patogeni e i loro ospiti sono connessi è quindi in continuo cambiamento e la velocità di questo cambiamento è in aumento.
L’interfaccia uomo/fauna selvatica è stata profondamente modificata nel corso della storia.
L’alterata tipologia e frequenza di contatti tra uomini e animali selvatici ha moltiplicato le interazioni, causando una pressione selettiva, favorendo l’adattamento e l’efficacia dei patogeni.

Ne parlano Stefano Giacomelli, Giulia Quadri e Nicola Martinelli  in un articolo pubblicato su La Settimana Veterinaria




La peste suina africana, una malattia speciale e molto pericolosa. Una grande sfida a livello globale

Il dott. Laddomada, ex direttore dell’IZS della Sardegna parla di Peste Suina Africana , un tema che ha segnato profondamente la sua vita professionale.

“L’evoluzione del virus della PSA è uno dei più grandi misteri della virologia moderna” Parliamo, infatti, di un virus estremamente particolare.
“La PSA, la sfida della salute dei suini di questo secolo”. Discuteremo, dunque, del virus. “I metodi per controllare ed eradicare la PSA possono essere diversi, in dipendenza della regione e del continente, della specifica situazione epidemiologica e delle circostanze, delle risorse economiche e della situazione nelle regioni vicine”
“La sola conoscenza epidemiologica non è sufficiente per controllare la PSA … è ugualmente importante capire il contesto socio-culturale, economico e politico e le strade   per una comunicazione efficace”
Ritengo queste affermazioni particolarmente pertinenti.

Sebbene oggi intenda adottare un approccio critico, il mio obiettivo non è criticare le persone, poiché sono pienamente consapevole della gravità rappresentata dalla PSA come sfida sanitaria di questo secolo per i suini, un problema imponente che chiunque si occupi di malattie trasmissibili, sia nell’uomo, nelle piante che negli animali, si è trovato ad affrontare. Apprezzo in modo particolare la terza delle affermazioni citate, che sottolinea l’importanza di conoscere la situazione epidemiologica specifica e le circostanze locali. Non esiste una soluzione universale alla PSA, efficace ovunque; è cruciale comprendere le dinamiche locali.

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Fonte: co-scienza.vet




ECM Biosicurezza degli allevamenti a Cortona

imparareIl 10 maggio si terrà a Cortona (AR) il corso dal titolo Biosicurezza degli Allevamenti: attuazione delle disposizioni normative, criticità applicative e modalità di controllo. 

Il corso è riservato a Medici Veterinari.

A quasi due anni dall’emanazione del Decreto sui requisiti di biosicurezza negli allevamenti suinicoli, e ad un anno da quello sulle modalità applicative delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli, si propone un confronto tra Ministero della Salute, Servizi Veterinari del territorio e II. ZZ. SS. per discutere le principali criticità riscontrate nelle realtà produttive regionali e proporre un approccio integrato al controllo in allevamento in un’ottica di filiera

 

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Influenza aviaria, c’è rischio di trasmissione su larga scala solo se il virus muta

 

Il dipartimento dell’Agricoltura americano ha confermato anche ieri la presenza di bovini da latte infettati dal virus dell’influenza aviaria A/H5N1 in un allevamento in Idaho. È il quinto Stato americano a essere interessato dall’epidemia dopo che l’allarme per la diffusione del virus nei bovini da latte, che ha infettato anche due persone che hanno avuto contatti con gli animali, era scattato lo scorso 25 marzo, in due allevamenti in Kansas e uno in Texas e da tamponi effettuati in un quarto allevamento in Texas. Il 29 sono state poi riscontrate nuove positività in un allevamento in Michigan e New Mexico.

Le indagini preliminari hanno concluso che il ceppo di virus rilevato nell’ultimo caso è simile a quello riscontrato in precedenza in Texas e Kansas e che sembra essere stato introdotto dagli uccelli selvatici. Al momento, sottolineano le autorità, il livello di rischio per la salute umana resta basso; tuttavia, le persone con esposizioni strette o prolungate e non protette ad animali infetti o ambienti contaminati sono a maggior rischio di infezione. Nessuna preoccupazione per quel che riguarda il latte commerciale «perché i prodotti vengono pastorizzati prima di entrare sul mercato», precisa il dipartimento dell’Agricoltura.

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Fonte: ilsole24ore.com




La Biobanca Nazionale Zootecnica a tutela della nostra biodiversità

La biodiversità, ossia la varietà di forme di vita presenti sulla Terra, è uno dei pilastri fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e per il benessere dell’umanità. Negli ultimi decenni, l’importanza della biodiversità è stata riconosciuta sempre più ampiamente poiché la sua perdita rappresenta una minaccia significativa per l’equilibrio ecologico, per l’agricoltura, per la sicurezza alimentare e per la medicina.

In Italia, l’importanza delle biodiversità zootecniche è testimoniata dalla ricchezza di razze allevate sia per numero che per varietà. Infatti, il nostro Paese con oltre 30 razze bovine, 70 razze ovicaprine, 23 equine e asinine e 6 suine autoctone, alle quali si sommano le razze avicunicole (conigli, polli, oche, anatre, tacchini, piccioni) che nel complesso ammontano a circa 100, è considerato un vero e proprio hot-spot di diversità zootecnica.

Il tessuto ecosistemico, sociale e culturale italiano si è evoluto con, e grazie, alla nostra biodiversità. Quindi, soprattutto in questi tempi di cambiamenti climatici e innovazioni, è nostra responsabilità tutelare il patrimonio zootecnico per ragioni:

  • Ambientali: le biodiversità aumentano la resilienza degli ecosistemi agli stress come cambiamenti climatici e malattie.
  • Socioculturali ed Ecosistemiche: la biodiversità zootecnica sostiene servizi vitali come la produzione di cibo e la tutela dei paesaggi. Le razze adattate ai loro ambienti aumentano la resilienza delle popolazioni animali.
  • Produttive, di Mercato e di Sicurezza Alimentare: la varietà di colture e specie animali garantisce la sicurezza alimentare e aumenta la resistenza alle malattie e alle variazioni climatiche. La diversità genetica permette lo sviluppo di tipi genetici più adattabili e produttivi.
  • Scientifiche: la biodiversità funge da risorsa preziosa per la scoperta e lo sviluppo di farmaci, trattamenti e processi, nonché per ricercare specifici marcatori di resistenza per talune malattie.
  • Storiche: le razze autoctone rappresentano un patrimonio culturale legato alla storia delle comunità.
  • Etiche/Estetiche: preservare la biodiversità zootecnica implica il rispetto delle tradizioni e dei legami storici. Le razze autoctone contribuiscono alla diversità visiva e alla bellezza dell’ambiente rurale.

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Fonte: Ruminantia




Osservatorio ASAPS – Incidenti con animali anno 2023

Continua ad essere rilevante la casistica degli incidenti della strada con il coinvolgimento di animali.
Per questo ASAPS fornisce alcuni dati del suo Osservatorio sugli incidenti con animali.
L’Osservatorio ovviamente registra i soli dati riferiti a quei sinistri nei quali sono le persone a subire lesioni e in alcuni casi con conseguenze mortali. In realtà gli incidenti con impatto contro animali nei quali si registrano solo danni ai veicoli sono migliaia e per l’associazione è impossibile raccogliere questi dati.

Nel 2023 l’Osservatorio ASAPS ha registrato 193 incidenti significativi (il report considera solo ed esclusivamente quelli con persone ferite o decedute) col coinvolgimento di animali (+7,8%). Negli incidenti del 2023 11 persone sono morte, erano state 16 nel 2022  (-31%), 13 nel 202116 nel 2020 e 15 nel 2019.  Inoltre 232 sono rimaste ferite, erano state 227 nel 2022, 261 nel 2021 e 215 nel 2020 e 221 nel 2019. Le segnalazioni pervengono dai  600 referenti sul territorio e cronache della stampa.
In 170  casi l’incidente è avvenuto con un animale selvatico  (88%) e in 23 con un animale domestico (12%).
149 incidenti sono avvenuti di giorno e 44 di notte. 181  incidenti sono avvenuti sulla rete ordinaria e 12 nelle autostrade e extraurbane principali. Erano stati 19 nel 2022.
In 137 casi il veicolo impattante contro l’animale è stato una autovettura, in 66 casi un motociclo, in 3 incidenti l’impatto è avvenuto contro autocarri o pullman e in 9 incidenti coinvolti dei velocipedi. Il totale è superiore al numero degli eventi perché in alcuni sinistri sono rimasti coinvolti veicoli diversi.

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Fonte: ASAPS




Online il manuale «Valutazione e comunicazione del rischio in sicurezza alimentare»

Il volume è stato pensato per offrire agli studenti universitari interessati a diventare valutatori e comunicatori del rischio in sicurezza alimentare uno strumento di studio e di approfondimento, in cui trovare tutte le informazioni di base per avvicinarsi a questa importante professione, che rappresenta la scienza alla base della sicurezza del cibo che arriva sulle nostre tavole.

L’idea nasce da una collaborazione, con finalità didattiche e divulgative, tra l’Ufficio 3 – EFSA e focal point della Direzione generale degli organi collegiali per la tutela della salute del Ministero della Salute e l’Università degli Studi di Milano, che ha portato alla realizzazione di questo manuale e di una giornata di formazione trasversale dal titolo “Risk assessment: dalla formazione al lavoro” (Lodi, novembre 2021) rivolta agli studenti degli ultimi anni dei corsi di laurea in Agraria, Medicina Veterinaria e Biotecnologie.

Il testo presenta i concetti chiave e le competenze necessarie alla valutazione e comunicazione del rischio, passando da un livello teorico a un livello pratico-operativo grazie a numerosi esempi, a un approccio didattico e divulgativo, proprio per favorire la traduzione della teoria in una pratica professionale che risulti anche interessante e avvincente.

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Fonte: IZS Venezie




Allo studio un vaccino contro le malattie trasmesse da vettori

vaccinoIlaria Puglia, Marialuigia Caporale e il responsabile delle attività Alessio Lorusso, dell’IZS di Teramo, hanno preso parte al kick-off meeting del progetto europeo HORIZON Yellow4FLAVI “Deconstructing the Protective Immunity of Yellow Fever Virus 17D to inform flavivirus vaccine design”, che si è svolto il 21 e 22 marzo presso il campus dell’Istituto Pasteur di Parigi.

Al progetto, coordinato da Giovanna Barba-Spaeth del Pasteur di Parigi, lavorano gli esperti di un consorzio interdisciplinare costituito da 13 partner, di cui uno non europeo (Colombia), provenienti da 7 Paesi diversi. L’obiettivo è comprendere al meglio i meccanismi d’azione del vaccino più efficace contro i flavivirus: il vaccino per la febbre gialla 17D (YF17D). Yellow4FLAVI impiegherà questo vaccino per comprendere le basi molecolari della protezione immunitaria contro i flavivirus a lungo termine al fine di svelare gli aspetti critici dell’immunogenicità del vaccino, analizzando il ruolo strutturale delle particelle virali nella presentazione degli epitopi protettivi e studiando la risposta dell’ospite dalla sede di inoculo fino allo sviluppo della risposta immunitaria a lungo termine. Utilizzando la manipolazione genetica (reverse genetics) e il Cryo-EM (microscopia crioelettronica), oltre ad una pletora di approcci immunologici, verrà sviluppato un modello per la progettazione e il disegno di vaccini innovatici contro i flavivirus.

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Fonte: IZS Teramo




L’empasse della Strategia Farm to Fork e l’autosufficienza dell’Ue nelle produzioni agro-alimentari

pesticidiUn recente studio condotto dalla Commissione AGRI del Parlamento Europeo (2023) dal titolo “The dependency of the EU’s food system on input and their sources” (La dipendenza del sistema alimentare dell’UE dai fattori di produzione e dalle loro fonti) cita la necessità di rivedere diversi traguardi/obiettivi della F2F sulla base del feedback generale dei portatori di interessi (https://lnkd.in/dt8kJxUr).

I fatti a sostegno sono:

– la strategia F2F sancita dalla politica più ampia Green Deal è stata oggetto di critiche in quanto non accompagnata da una valutazione d’impatto globale;
– vari studi hanno segnalato che alcuni degli obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra rischiano di esercitare un effetto negativo sulla produzione agricola;
– all’indomani della pandemia e della guerra della Russia contro l’Ucraina è emerso un dibattito riguardo ai potenziali effetti negativi degli obiettivi di sostenibilità sui livelli di approvvigionamento e disponibilità alimentare.

Quest’ultima posizione è stata corroborata nel gennaio 2024 dalle critiche emerse dalla relazione del Comitato Consultivo Scientifico Europeo sui cambiamenti climatici in merito alla mancata realizzazione da parte della Commissione europea di alcune delle iniziative presentate nell’ambito della sua politica faro del Green Deal e dalla richiesta di incentivi finanziari più adeguati per gli agricoltori al fine di ridurre le emissioni agricole – al contempo di porre fine alle sovvenzioni ai combustibili fossili ed affrontare le emissioni legate all’agricoltura e all’uso del suolo-  ed una un’attuazione solida ed efficace della serie di atti legislativi sulle energie rinnovabili, efficienza energetica e uso del suolo (https://lnkd.in/drsn8w3C); – sono ben noti i ripetuti ritardi delle iniziative F2F e le proteste degli agricoltori che hanno aggiunto una ulteriore incertezza alla strategia:  su 31 interventi promessi,  15 sono in stallo e la contestatissima proposta sui pesticidi è stata ritirata dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Cosa possiamo ricavare dagli elementi di cui sopra?

Per essere cauti e realistici,  le misure F2F devono essere ulteriormente valutate e attuate con attenzione per evitare il rischio di appesantire la dipendenza della UE dai principali paesi esportatori di materie prime (es. mais e fertilizzanti) necessari per la produzione di proteine animali,  di ridurre la capacità produttiva dell’agricoltura dell’UE e di indebolirne la sua autosufficienza nelle pratiche ed approvvigionamenti di alimenti e mangimi.

Maurizio Ferri
Responsabile scientifico SIMeVeP e Membro di EFSCM (European Food Security Crisis Preparedness and Response Mechanism)




Giornata Mondiale dell’Acqua. In Italia nel 2023 ridotta del 18% la disponibilità di acqua rispetto alla media annua calcolata dal 1951

La disponibilità di risorsa idrica nell’anno 2023 conferma il trend negativo registrato da diversi anni in Italia, anche se come mostrato dalle stime del BIGBANG (il modello idrologico nazionale realizzato dall’ISPRA) può considerarsi un anno in ripresa rispetto al 2022.

Nel nostro Paese la disponibilità di risorsa idrica per l’anno 2023 è stimata in 112,4 miliardi di metri cubi, a fronte di un valore di precipitazione totale di 279,1 miliardi di metri cubi. Nel corso dell’anno si è comunque manifestata una certa ripresa rispetto al 2022, anno in cui la disponibilità di risorsa idrica ha raggiunto 67 miliardi di metri cubiil minimo storico dal 1951 e corrispondente a circa il 50% della disponibilità annua media (137,8 miliardi di metri cubi), calcolata sul periodo 1951–2023.

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Fonte: Ispraambiente.it