Api e microplastiche
Le microplastiche – cioè i frammenti di plastica di dimensioni inferiori ad un micrometro, un milionesimo di metro – stanno diventando uno dei principali inquinanti a livello globale, presenti ormai in molti ambienti e con effetti che spesso sono ancora da capire pienamente.
Prodotte dalla degradazione degli oggetti in plastica, per le loro piccolissime dimensioni si diffondono velocemente nell’ambiente e sono difficilissime da rimuovere.
Così si trovano ormai in mare, nelle acque dolci, nel terreno, nell’aria e all’interno di molti organismi viventi, dove possono causare problemi che vanno dalle ostruzioni fisiche, ad effetti tossici e cancerogeni.
Un problema reso più grave dal fatto che qualsiasi oggetto in plastica può produrle, anche se non è ancora un rifiuto, come uno pneumatico che si consuma sull’asfalto o un maglione sintetico durante il lavaggio e l’asciugatura.
E oltre all’attenzione sui vari problemi che possono causare all’uomo e all’ambiente, si stanno iniziando a moltiplicare anche gli studi sui possibili effetti sulle api.
Per cercare di fare il punto sulla questione abbiamo parlato con il dottor Giovanni Cilia del Crea Agricoltura e Ambiente, Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, che è stato anche tra gli autori di un recente articolo sugli effetti combinati di insetticidi, patogeni e microplastiche sulle api, pubblicato sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology.
Fonte: agronotizie.com