Mammalian Orthoreovirus (MRV), un nuovo studio coinvolge anche cani e gatti
Dei Mammalian Orthoreovirus (MRV) si conosce ancora poco, solo da una decina d’anni si è cominciato a studiarne le dinamiche di circolazione nel serbatoio animale e a cercare di capire il loro potenziale zoonotico.
I MRV sono stati scoperti per la prima volta negli anni ’50, in seguito ad isolamento virale da campioni enterici umani. Il loro genoma è segmentato e consente fenomeni di riassortimento, favorendo l’evoluzione virale e la generazione di nuove varianti. Negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni di casi umani di infezione da MRV, i cui ceppi sono stati definiti come “riassortanti” e derivanti da spillover (animale-uomo). Nell’uomo questi virus possono causare gravi enteriti, infezioni respiratorie acute ed encefaliti.
Recentemente alcuni ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno raccolto informazioni interessanti sulla circolazione di MRV in popolazioni di pipistrelli e suini. Oggi, questa ricerca si estende anche a cani e gatti, grazie a uno studio che mira ad indagare i rischi emergenti per l’uomo derivanti dalla circolazione interspecifica di Orthoreovirus in animali da compagnia.
Il progetto si chiama ”Mammalian Orthoreovirus (MRV): in-deep study of a One Health strategy to counter the emerging risk of animal-human spillover and transmission” e contribuirà ad approfondire le evidenze finora emerse in animali domestici a più stretto contatto con l’uomo, ovvero cani e gatti.
A guidare il progetto è la ricercatrice Mery Campalto, biotecnologa del Laboratorio di virologia diagnostica, che ha ricevuto un finanziamento Starting Grant di 130 mila euro nell’ambito bando della Ricerca Finalizzata 2021 messo a disposizione dal Ministero della Salute.
Gli obiettivi dello studio
Lo studio avrà una durata complessiva di 36 mesi e si concentrerà sull’analisi di campioni di feci prelevati da cani e gatti di proprietà, asintomatici o con sintomatologia gastroenterica.
Il primo obiettivo sarà di valutare la circolazione di MRV nei cani e nei gatti del Triveneto, escludendo la presenza di altri patogeni in diagnosi differenziale (test parassitologici, virologici e batteriologici rivolti a patogeni di rilevanza sanitaria umana e animale).
Il secondo obiettivo sarà la caratterizzazione genetica di MRV rilevati attraverso saggi molecolari, isolamento su linee cellulari e sequenziamento. L’analisi filogenetica permetterà di valutare la diversità genetica di MRV isolati nella popolazione di studio e di compararli con gli isolati umani già pubblicati e condivisi a livello nazionale o internazionale.
Il confronto di isolati virali da animale con quelli di origine umana consentirà di realizzare il terzo obiettivo, ovvero la valutazione epidemiologica del possibile legame uomo-animale.
Cliniche veterinarie
L’IZSVe chiederà la collaborazione di alcune strutture veterinarie distribuite sul territorio di competenza per la raccolta e l’analisi dei campioni.
Al momento del campionamento, il medico veterinario compilerà un questionario per la raccolta di informazioni epidemiologiche; i campioni biologici saranno raccolti a seguito di adesione spontanea alla ricerca da parte del proprietario dell’animale e non sono previste indagini mediche invasive. Conformemente allo scopo del progetto, non è previsto l’uso di protocolli terapeutici sugli animali coinvolti. I risultati saranno condivisi con i professionisti partecipanti al progetto e divulgati in forma aggregata.
MRV negli animali
Studi recenti hanno evidenziato la notevole diversità genetica dei ceppi virali circolanti in tutto il mondo tra diverse specie di mammiferi. A causa dell’apparente mancanza di barriere di specie e del possibile riassortimento tra ceppi animali e umani, l’identificazione precoce di focolai di zoonosi e spillover ha un’importanza cruciale, nel contesto dell’attuale scenario pandemico di COVID-19.
Ad oggi le conoscenze sulla circolazione di MRV nei cani e nei gatti e sul potenziale zoonotico di questi virus sono scarse. Un’indagine preliminare su MRV è stata eseguita su campioni di feci di cane e di gatto prelevati da animali asintomatici nel Nord-Est Italia nel 2021. Lo screening molecolare ha dato esito positivo nel 7,7% dei campioni di gatto (5 campioni positivi su 65 analizzati) e nello 0,8% dei campioni di cane (1 campione dubbio su 129 analisi effettuate).
Alla luce degli studi sempre più numerosi che descrivono casi umani di infezione da MRV, è importante comprendere il possibile rischio di infezione dovuta all’interazione animale-uomo (o viceversa), soprattutto in riferimento alla crescente presenza di cani e gatti nelle famiglie e all’interesse per gli Interventi Assistiti con Animali (IAA) rivolti a bambini e persone vulnerabili.
Fonte: IZS venezie